Renzi non si rivolge direttamente a Emiliano, ma lui risponde comunque
Il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, dopo le aspre polemiche pre e post referendarie con alcuni sindaci e presidenti di Regione, da New York dove si è recato per la firma degli accordi di Parigi sull’ambiente dice: “Basta polemiche! Chi è amministratore pubblico sappia che avrà tutto l’appoggio del governo” per sbloccare le cose che servono. E tra le cose che servono ci sono sicuramente anche i depuratori per pulire il mare. L’invito è generico, ma nell’immaginario collettivo sembrerebbe diretto soprattutto al governatore pugliese Michele Emiliano che tra coloro che hanno promosso il referendum di domenica scorsa è stato sicuramente tra quelli che si è maggiormente speso per tentare di raggiungere il quorum e, quindi, anche per far vincere il “Sì”. E, seppur l’invito di Renzi non era diretto alla Puglia, il presidente della Regione, Emiliano per l’appunto, parlando con i giornalisti a margine della presentazione del finanziamento di 112 milioni di euro per i 68 interventi previsti in Puglia sul dissesto idrogeologico, ha affermato: “Devo dire che sono stato molto contento delle dichiarazioni di Matteo Renzi che mi pare avere superato la fase referendaria”. Ed a chi gli ha chiesto se – secondo lui – questa è una svolta, Emiliano ha risposto: “Ha superato la fase referendaria in modo saggio”. E precedentemente, sempre con riferimento al premier, sul tema dell’incontro Emiliano aveva dichiarato: “Sul dissesto idrogeologico e sulla depurazione delle acque servono finanziamenti ulteriori rispetto a quelli che le Regioni hanno. Quindi siamo pronti anche all’interno del Piano per il Sud a discutere con il presidente del Consiglio di questi due temi”. Inoltre, sempre durante la conferenza sul dissesto idrogeologico, Emiliano ha dichiarato di ritenere che la sua proposta sulla decarbonizzazione degli insediamenti industriali più inquinanti della nostra regione, vale a dire Taranto con l’Ilva e Brindisi con la centrale Enel di Cerano, verrà presa in considerazione dopo la firma a New York del premier Renzi degli accordi di Cop 21 nell’ambito dei quali è inserita tale proposta. Infatti, il governatore pugliese ci ha tenuto ha sottolineare di essere “grato alle dichiarazioni che il presidente del Consiglio ha fatto a New York sulla sua volontà di collaborare con le Regioni”, aggiungendo: “Oggi il presidente del Consiglio fa un gesto importantissimo che è quello di firmare gli accordi di Cop 21 di Parigi”. Ed Emiliano ha poi spiegato: “Noi eravamo lì in quei giorni emozionanti in cui l’Italia si è impegnata ad azioni per contenere il riscaldamento terrestre”. “Voglio ricordare – ha detto pure il presidente della Regione – che la Puglia ha presentato la sua proposta di decarbonizzazione sin dall’autunno scorso, l’ha presentata a Parigi e poi l’abbiamo consegnata al presidente del Consiglio”. “Siamo certi – ha concluso Emiliano – che dopo la firma di oggi, anche in funzione di questa collaborazione che abbiamo appreso come una bella notizia, la nostra proposta verrà presa in considerazione”. Insomma, il Primo ministro italiano dal palco americano di New York ha gettato un grosso segnale di distensione nei confronti di coloro che fino a qualche giorno fa lo hanno accusato di essere il tutore degli interessi delle “lobby” e di avere scarsa sensibilità per le problematiche ambientali. E Renzi, pur avendo ammesso che “Le trivelle hanno avuto il loro momento di gloria strepitoso” con il referendum di domenica scorsa, non ha alcuna difficoltà nel ribadire che tecnicamente “la consultazione popolare è stata un buco nell’acqua”. Per cui il premier – sempre dal parco di oltre Atlantico – ha fatto sapere ai sostenitori del “Sì” al referendum della scorsa domenica di non avere necessità, né desiderio di “riprendere polemiche che altri stanno facendo”, ma di avere invece “grande rispetto per tutti”. Ed è ben comprensibile l’atteggiamento del premier Renzi che, superata a suo favore la prova di domenica scorsa, ha ora dinanzi a se una partita da giocare ancora più importante ed impegnativa per il proprio futuro politico e di governo. Vale a dire il referendum costituzionale del prossimo autunno. Per cui il “ramoscello d’ulivo”, offerto a tutti coloro che la scorsa domenica sono riusciti a portare oltre 13 milioni di elettori su un tema, quello ambientale per l’appunto, sensibile ed al quale hanno detto “Sì” nella cabina elettorale, val bene per la posta in gioco nel prossimo autunno. Infatti, come è noto, nel referendum costituzionale non c’è alcun quorum da rispettare ed a vincere sarà il “sì” oppure il “no” alla riforma. Quindi, continuare il muro contro muro anche con Emiliano che, da non dimenticare, è dello stesso partito di Renzi, il Pd, significherebbe esporre inutilmente ad un rischio ancora più alto l’esito del referendum del prossimo ottobre sulla riforma costituzionale. Ed, a questo punto, è di tutta evidenza che, come ha affermato lo stesso Emiliano, gli italiani che hanno votato “sì” la scorsa domenica “devono aver avuto un effetto taumaturgico su Renzi”. Ora, però, si tratterà di capire se lo stesso effetto lo avranno con Renzi anche tutti coloro che hanno promosso il referendum e la campagna per il “si” della scorsa domenica, in vista del prossimo appuntamento referendario d’autunno. Quel che invece è certo, per ora, è che Renzi non ha chiamato direttamente Emiliano, ma lui ha già risposto “sì” all’appello.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 23 Aprile 2016