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Reprimenda di Decaro ai governatori per le ordinanze contro i Dpcm, ma dimentica Emiliano

Il sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Anci, Antonio Decaro, in merito alle ordinanze delle Regioni che modificano i decreti del governo sulle restrizioni di contenimento per il Coronavirus, intervenendo al programma di informazione di Tgcom 24ha dichiarato: “Noi (ndr – sindaci) onestamente siamo anche un po’ stanchi del federalismo regionale che si sta trasformando in protagonismo regionale: abbiamo un potere di ordinanza, ai sensi dell’ articolo 50 del Testo Unico sugli Enti locali, sulla salute; siamo i responsabili della Protezione civile dei nostri Comuni; eppure abbiamo dimostrato straordinario senso di responsabilità e di rispetto delle istituzioni proponendo al presidente Conte di sterilizzare, con una norma, questo potere, rispetto al coronavirus. L’abbiamo fatto per evitare che ogni sindaco, e noi siamo ottomila, si mettesse a firmare ordinanze su una pandemia mondiale che va affrontata con un’unica cabina di regia e con il supporto di un comitato tecnico scientifico, delle autorità sanitarie nazionali”. Il Primo cittadino barese quando ha fatto detta dichiarazione sicuramente stava pensando alla neo-governatrice di centrodestra della Calabria, Jole Santelli, che nella tarda serata di mercoledì scorso ha reso nota una ordinanza con cui si autorizzava nella sua regione l’apertura dal giorno successivo, sia pur con i limiti imposti dalle autorità sanitarie per il rispetto del distanziamento sociale, di tutte le attività di ristorazione e bar. Esercizi, questi, che – come è noto – secondo quanto annunciato domenica sera dal premier Conte, dovrebbero per Governo aprire i battenti, invece, tra un mese esatto. Ossia dal primo di giugno. Infatti, proseguendo, Decaro ha affermato: “Io capisco che le Regioni non abbiano voluto cedere il loro potere, capisco il loro attaccamento al federalismo regionale. Però devo dire che non è giusto che i sindaci vengano costretti dalla sera alla mattina, letteralmente perché ci sono ordinanze che vengono firmate la sera per la mattina successiva, a organizzare i servizi e a fare i controlli per attività improvvisamente e contrariamente rispetto a quanto disposto dai decreti del presidente del Consiglio, riaperte e riattivate”. In premessa a queste affermazioni Decaro aveva precisato che “i provvedimenti di divieto decisi nei decreti del presidente del Consiglio dei ministri vengono assunti sulla base di un algoritmo che tiene sotto controllo sia i dati del contagio sia i posti di terapia intensiva”. Per cui si è chiesto retoricamente il presidente dell’Anci: “Le decisioni delle Regioni, invece, su quale valutazione si poggiano?”, commentando: “Pensate cosa succederebbe se ogni sindaco da domani decidesse che cosa far aprire e che cosa chiudere”. Quindi, per Decaro, “non possono essere le Regioni, con tutto il rispetto per le Regioni a stabilire le linee guida sulla distanza sociale da adottare in un bar e protocolli di sicurezza relativi. Altrimenti quello che abbiamo fatto fino a oggi, tutto il lavoro, svolto anche dai Comuni, per condividere protocolli per riaprire in sicurezza, per esempio, i cantieri, era un lavoro inutile? Abbiamo stabilito quante persone possano entrare, fissato ingressi separati per i fornitori, individuato i dispositivi di protezione individuale, e deciso cosa fare se, nell’ambito dei controlli, un lavoratore risulti avere una temperatura superiore a 37,5 gradi”. Allora, ha concluso ironicamente Decaro: “se era un lavoro necessario per i cantieri e io sono convinto di sì, come mai non lo è per bar e ristoranti?” Ma, poi, il Primo cittadino barese si sarà, forse, pure ricordato che tra i governatori che stanno assumendo provvedimenti in distonia rispetto a quanto stabilito dal Dpcm e che, da quando è scoppiata la pandemia da Covid 19 stanno agendo  in maniera disordinata e forse anche pericolosa per la sicurezza sanitaria dei cittadini, c’è anche il governatore della sua regione, Michele Emiliano, che – come è noto – oltre ad essere della sua stessa parte politica, è soprattutto suo amico e principale artefice della sua ascesa politico-elettorale come sindaco, per cui alle innanzi riferite dichiarazioni ha subito aggiunto una rettifica: “Diverso è riaprire i cimiteri, chiusi non per Dpcm ma su raccomandazione del ministero della Salute tramite una circolare, una cosa è consentire di fare piccole attività di manutenzione per gli stabilimenti balneari che dovranno riaprire, ma tutta un’altra cosa è dire da domani mattina si riaprono i bar, i ristoranti e, soprattutto, da domani possono servire ai tavoli, purché all’esterno”.Peccato, però, al sindaco di Bari e presidente Anci sfugga il fatto i rischi sanitari di questi ultimi provvedimenti non sono certo da meno di quelli analoghi di altri governatori, se si considera che anche la riapertura immediata al pubblico dei cimiteri, senza una preventiva e necessaria attività di sanificazione, è altrettanto pericolosa di quella della riapertura di bar e ristoranti in contrasto ai provvedimenti del Governo nazionale. Oltre che, anche per questo genere provvedimento, definito “diverso” da Decaro, si potrebbero fare considerazioni identiche a quelle da lui mosse nei confronti di altri governatori di differente colore politico. Infatti, a tener conto di detto rilievo, è stata la consigliera pugliese del M5S e candidata presidente del M5S alla Regione Puglia, Antonella Laricchia, che con una nota ha affermato: “Finalmente la voce dei responsabili si leva autorevole su quella degli irresponsabili. Voglio ufficialmente ringraziare il presidente dell’Anci, Antonio Decaro, per questa uscita che spegne e umilia il senso di competizione che ha mosso numerosi Presidente di Regione, compreso Michele Emiliano, spingendoli ad anticipare di pochi giorni le aperture rispetto a quanto stabilito dal Dpcm e ad agire in maniera disordinata e pericolosa per la vita dei cittadini che amministrano”. Infatti, Laricchia con senso di obiettività sicuramentemaggiore di Decaro, proseguendo, ha anche dichiarato : “Non è possibile emanare ordinanze in cui dalla sera alla mattina si riaprono bar e ristoranti, mettendo in difficoltà chi è tutti i  giorni in prima linea sul territorio, i nostri sindaci. Sono orgogliosa del coraggio del nostro sindaco (ndr – di Noicattaro del M5S) Raimondo Innamorato che è stato l’unico ad opporsi pubblicamente all’ordinanza sconclusionata di Michele Emiliano perché, evidentemente, la sicurezza dei suoi cittadini per lui viene prima di ogni cosa”. Ricordando che anche il presidente Conte, nel suo discorso in mattinata alla Camera, ha detto: “Ogni misura a livello locale sarà illegittima se meno restrittiva di quanto stabilito dal Governo”. Laricchia ha poi concluso  con l’auspicio che tale messaggio del premier Conte, “ assieme a quello del suo pupillo Decaro” sia stato recepito da Emiliano, rilevando che “ci sono purtroppo dei politici che mettono al centro delle loro decisioni il loro ego e la voglia di protagonismo e non il bene del territorio” Infatti, ha commentato a chiusura la stessa Laricchia: “Non c’è partito o squadra che possa riunire tutte le persone responsabili o irresponsabili ma è un valore che caratterizza le singole persone. Molte cose mi allontanano da Antonio Decaro ma l’uscita di oggi, un faro per molti sindaci, ha tutto il mio appoggio”. Un appoggio che verosimilmente è soprattutto per la plateale reprimenda fatta da Decaro ai governatori regionali, compreso Emiliano per Laricchia, ma che il presidente dell’Anci invece ha tentato di escludere in maniera vistosa. Senza però considerare che ciò potrebbe essere stata un’altrettanto vistosa “gaffe” di parte.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 1 Maggio 2020

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