Respighi e Zarebski, tra cielo e terra nello spazio della musica
Inaugurata alla Vallisa la 26esima stagione dell’Accademia dei Cameristi
“La musica è basata sull’armonia tra Cielo e Terra, è la coincidenza tra il disordine e la chiarezza”, scriveva Hermann Hesse. Di queste illuminanti coincidenze sembra sussurrarci un accostamento prezioso e inusuale di Quintetti per archi e pianoforte. Respighi e Zarebski scelti per il concerto inaugurale alla Vallisa dello scorso 4 novembre, per la 26esima stagione dell’Accademia dei Cameristi, che si mantiene fedele ai propositi di legare la scoperta di interessanti, ma spesso dimenticate pagine della letteratura cameristica, alla valorizzazione dei giovani talenti italiani del concertismo.Un Quintetto, quello di Respighi, articolato in una struttura perfetta, in cui ogni parte gioca il suo importante ruolo, caratterizzato dall’essenzialità tipica del linguaggio respighiano, in cui spicca un epilogo basato sull’allitterazione di segmenti e spunti precedenti variamente echeggiati, terminando nello spazio luminoso di un finale vivacissimo. Note così cariche di espressività dirompente e di colore, da sembrare quasi in contrasto con l’andamento riflessivo e pragmatico di quelle di Zarebski, come sottolinea il giovane violinista napoletano Riccardo Zamuner, già ospite delle più prestigiose istituzioni concertistiche italiane e straniere: “Respighi e Zarebski rappresentano due universi completamente diversi, ma entrambi mi affascinano. Il mondo di Respighi sembra essere qualcosa di impalpabile ed etereo, mentre la solidità di Zarebski ricorda quasi le colonne di questo edificio. Una scelta particolare quella di questo programma, sicuramente molto coinvolgente emotivamente”. Per Zarebski il Quintetto in sol minore rappresentò invece il punto più alto della sua produzione, concentrata negli ultimi anni di vita. Polacco di nascita, divenne allievo e pupillo di Franz Liszt, a cui dedicò quest’opera. Insieme a Zamuner sul palco della Vallisa altri giovani strumentisti italiani già affermati in Italia e all’estero, accuratamente selezionati dalla raffinata sensibilità della direttrice artistica dell’Accademia dei Cameristi Mariarita Alfino: Sofia Manvati, attualmente borsista dell’Internationale Musikakademie in Liechtenstein, il violoncellista Leonardo Petracci, vincitore del Concorso internazionale “Clara Wieck Schumann”, il pianista Giorgio Lazzari, terzo premio al prestigioso “International Telekom Beethoven Competition Bonn” e il violista Daniel Palmizio, vincitore del Concorso Internazionale di Budapest :” L’abbinamento del poco conosciuto ma straordinario Zarebski con un quintetto breve di Respighi, sicuramente ne alleggerisce l’ imponenza esecutiva, e ne rivela le enormi potenzialità virtuosistiche. Molto belli anche, per esempio, i momenti dell’unisono degli strumenti, che si vengono a creare in Respighi. La mia viola in questo contesto ha un registro intermedio, importante per amalgamare gli strumenti con registri diversi, senza di essa ne risentirebbe la qualità del suono complessiva. Sono da dieci anni coinvolto in questo contesto, e devo dire che l’esperienza è sempre interessante e stimolante, perché si impara costantemente qualcosa di nuovo. Ogni volta non sai mai quello che succederà l’anno successivo.”
Rossella Cea
Pubblicato il 6 Novembre 2024