Responsabilità tantissime e stipendi ridotti: manager scolastici in rivolta
A poco più di quattro mesi di distanza dall’ultimo sit-in di protesta, i dirigenti scolastici delle seicento e passa scuole pugliesi riprendono la mobilitazione riunendosi in assemblea sindacale dopodomani, lunedì 16 ottobre presso l’Istituto Tecnico <<Lenoci>> di Bari/Japigia per discutere, alla vigilia d’un importante rinnovo contrattuale, il riconoscimento della pari dignità retributiva con il resto della dirigenza. Quelli che una volta si chiamavano presidi, insomma, sono daccapo di fronte a un bivio per capire bene come affrontare e soprattutto come vedersi riconoscere le accresciute responsabilità nel pianeta scuola, responsabilità sempre più gravose che quotidianamente vengono scaricate sulle scuole: ad oggi la retribuzione media annua dei dirigenti dell’Università e della Ricerca supera di 30mila euro quella dei dirigenti scolastici. E i dirigenti del comparto ministeri arrivano a percepire mediamente il doppio di un capo di istituto senza che ciò sia giustificato da carichi di lavoro e responsabilità equivalenti. Parla Claudio Menga della Cgil/Scuola: <<L’impegno manifestato dalla Ministra Fedeli e la rinnovata attenzione alla scuola, più volte affermata dal Parlamento, devono ora tradursi in fatti concreti e nella soluzione anche delle rilevanti criticità che caratterizzano il lavoro dei dirigenti scolastici. A tal fine è necessario che il Ministero dell’Istruzione dia seguito a quanto previsto dall’accordo governo-sindacati del 30 novembre 2016 che ha creato le condizioni per la riapertura dei tavoli contrattuali a cui dovrà seguire un impegno della parte politica a finanziare adeguatamente i contratti del comparto con idonei stanziamenti in finanziaria>>. Insomma, per tutti i rappresentanti sindacali e parti sociali, ancora una volta uniti nella vertenza a favore dei responsabili scolastici, la necessità di far sentire la propria voce è giunta a un punto di non ritorno. Si tratta di non mollare per il pieno riconoscimento e la valorizzazione del ruolo della dirigenza scolastica, anche dopo la legge 107/2015, deve portare a compimento quanto previsto dall’articolo 25 del DLgs n. 165/2001 e dagli articoli 1 e 2 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della dirigenza scolastica dell’11 aprile 2006: un dirigente fortemente ancorato alla comunità scolastica. Un dirigente o preside che dir si voglia, spiega ancora Menga, con autonomi poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane che fanno della sua figura un “unicum” nel panorama della pubblica amministrazione e che proprio in virtù di questa unicità avverte con maggiore disagio la differenza retributiva con il resto della dirigenza pubblica. Serve, infine, un’accelerazione per la rapida approvazione delle proposte di legge in discussione al Parlamento sulla responsabilità in materia di sicurezza, visto che tuttora i dirigenti scolastici rispondono in solido per inadempienze e problematiche edilizie rispetto a cui non hanno alcun potere di intervento. Un altro dei problemi al tavolo dell’assemblea di lunedì prossimo dei capi d’istituto al Polivalente di Bari…
Francesco De Martino
Pubblicato il 14 Ottobre 2017