Primo Piano

“Resta una legge voluta da meno persone di quanti vorrebbero abrogarla”

Per il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, “c’e’ un difetto di democrazia” nel fatto che la “legge per le trivelle” sia stata fatta con una maggioranza eletta da meno persone di quelle che  “sono andate per abrogare parte della legge”. Su Facebook Emiliano scrive che “alle Politiche del 2013 la coalizione di centrosinistra ha totalizzato 10.047.808 voti mentre il PD ha ottenuto 8.644.523 voti validi. Di fatto il PD attualmente governa con questi voti. Con questi voti il governo ed il parlamento hanno fatto la legge per le trivelle”.  “Domenica – aggiunge – siamo andati a votare per abrogare parte della legge e 13.334.764 di persone hanno votato per l’abrogazione. Di fatto pero’ resta la legge cosi’ come voluta dal Parlamento”. Emiliano conclude scrivendo: “Premesso che e’ tutto legittimo: non vi pare ci sia un difetto di democrazia? Qualcosa non va, e non mi pare che la riforma costituzionale corregga questo piccolo difetto”.

“Il risultato raggiunto in questo test referendario e’ positivo per almeno tre ragioni. La prima e’ nel numero dei votanti, comunque dimostrativo della ‘reattivita” del Paese rispetto all’irritante arroganza dei metodi renziani e del lobbismo imbarazzante che ne contraddistingue potere e azione. La seconda e’ offerta dallo strabiliante numero di “si’”, ad attestare la percezione del referendum come ‘giusto’; la terza risiede nel ‘riscaldamento’ per la partita di ottobre, decisiva per evitare che in Italia si possano decidere le cose senza averne titolo, creando autoreferenzialmente i presupposti per ‘mantenere il comando’”. Lo afferma in una nota il deputato e commissario di Forza Italia per Bari e provincia, Francesco Paolo Sisto. “Resta fermo – prosegue – il dato politico di un governo refrattario al voto e di un premier che ha boicottato in ogni modo la consultazione popolare. Spiace anche dover constatare che in alcune regioni, e in particolare in Puglia, la partecipazione dei cittadini sia stata frenata e condizionata dalle diatribe interne al Pd. E’ infatti evidente che la politicizzazione del referendum, trasformato in un duello tra Renzi ed Emiliano, ha in parte inficiato un momento di riflessione che andava compiuto sulle prospettive del nostro territorio”, conclude.


Pubblicato il 18 Aprile 2016

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio