“Riapriamo il processo sui veleni della discarica Martucci”
A circa otto mesi dalla conclusione del processo penale sul sempre più presunto disastro ambientale provocato dalla discarica Martucci (Conversano e dintorni) e rese pubbliche le motivazioni dopo la sentenza nel rito abbreviato davanti al Giudice dell’Udienza Preliminare presso il Tribunale di Bari Antonio Diella a carico dei nove imputati (…all’inizio erano una dozzina) si moltiplicano prese di posizione e pressioni per ricorrere in secondo grado. E per rivedere, dunque, il processo di primo grado terminato come detto all’inizio a maggio dello scorso anno. Ma cominciamo dal principio, brevemente. Il processo, come si ricorderà, era cominciato in piena primavera 2014, in seguito a una rumorosissima campagna di sensibilizzazione popolare, culminato con l’assoluzione di tutti gli imputati dopo il relativo rito abbreviato. Numerose le accuse mosse dalla Procura barese, incentrate sul ‘disastro ambientale, ai sensi dell’art. 434 commi 1 e 2, e 41 comma 1 del codice penale, caratterizzato da un danno a prorompente diffusione e da un nocumento potenzialmente espansivo e irreversibile, tenuto conto delle migliaia e migliaia di tonnellate di rifiuti, spesso interrati. Insomma, tecnici, professionisti e funzionari pubblici sono stati accusati – tra le altre cose – di omesso controllo, falsificazione del collaudo e violazioni gravi nella realizzazione delle vasche di servizio soccorso nello smaltimento e tombamento di rifiuti non autorizzati e pericolosi. Ebbene, nel corso del lungo dibattimento che ha visto coinvolte numerose amministrazioni amministrazioni tra cui quella regionale, comunale e provinciale, nulla di quanto mosso dai pubblici accusatori è stato dimostrato sufficientemente, tanto da convincere il Gup Diella ad assolvere gli undici imputati. Ma adesso, dopo aver ripetutamente compulsato le amministrazioni dei Comuni di Mola di Bari, Conversano e Rutigliano, con le quali sembra esserci “piena identità di veduta sul tema”, l’Associazione “Qchhiudiamo la discarica Martucci” guidata dal presidente Vittorio Vittorio Farella scende nuovamente in campo depositando presso la cancelleria del Pubblico Ministero Baldo Pisani, titolare della Pubblica Accusa nel procedimento penale per disastro ambientale, la istanza di sollecito all’impugnazione del provvedimento di assoluzione. <<Siamo convinti che molto di più si sarebbe potuto e dovuto fare nel processo di primo grado e che gli elementi già contenuti nelle relazioni peritali potevano meglio essere valorizzati, assieme a prove testimoniali mai rese in dibattimento e a quelle esterne nel frattempo maturate per l’occorrenza>>, conferma senza tanti giri di parole Farella. Chiamando in causa soprattutto il Tavolo Tecnico Regionale avviato nel lontano novembre 2013 con l’obiettivo di durare sei mesi, costituito dai rappresentanti dei Comuni di Conversano, Polignano a Mare, Mola di Bari, Regione Puglia, dell’allora Provincia di Bari, Agenzia Regionale a Tutela dell’Ambiente (Arpa), Azienda Sanitaria Locale di Bari e Università del Salento. E proprio su quest’ultimo, iper-affollato organismo pubblico, resuscitato dopo la decretazione della sua morte da parte dell’istituzione tecnico-burocratica della Regione dalla forte reazione dell’associazione, in tandem coi Comuni interessati, che ora si punta a ridare una svolta alle indagini per accertare lo stato reale della situazione nell’area di Contrada Martucci. Ma di questo, promette il presidente dell’associazione Vittorio Farella, si parlerà meglio e più approfonditamente immediatamente dopo aver consolidato il risultato del ricorso in appello.
Francesco De Martino
Pubblicato il 18 Gennaio 2019