Cronaca

Riconoscere gli ‘angeli custodi’ dei disabili: ora c’è la legge nazionale

Ora che c’è anche la norma nazionale, la Regione Puglia non ha più spazi per tergiversare. <<Caregiver in ospedale accanto ai pazienti disabili covid, il via libera dal Governo, sicchè la Regione si deve adeguare>>. Il consigliere pugliese Paolo Pagliaro, capogruppo de ‘La Puglia Domani’, chiedeva da mesi ciò che è finalmente, nero su bianco, si trova nel nuovo dpcm: via libera ai caregiver in ospedale, per poter assistere i pazienti Covid con disabilità. Giunto questo segnale di attenzione alle persone più fragili, insomma, sollecitato più volte all’assessore Lopalco, Pagliaro si attende scelte consequenziali dalla Regione Puglia. <<Scelte di umanità che consentano ai pazienti disabili di avere accanto nel percorso ospedaliero le persone che li assistono nel compito quotidiano di cura. Pilastri senza i quali hanno dovuto affrontare in solitudine una malattia tanto dura>>, precisa Pagliaro. Brava, dunque, ministra delle disabilità Stefani, per questa dimostrazione di sensibilità che, sul modello del protocollo già applicato nelle Asl del Lazio, deve essere subito applicato anche negli ospedali della nostra Regione. Dall’assessore Lopalco finora aperture solo a parole, smentite poi all’atto pratico, con la giustificazione che bisognava attenersi alle direttive nazionali. Ora questo ostacolo cade, e i nostri ospedali si debbono allineare, aprendo le porte ai ‘caregiver’ dei disabili, cancellando la sofferenza che sono stati costretti a patire per un anno intero. Solo così ricoveri e degenze senza poter contare sull’abbraccio di figure di riferimento insostituibili  potranno essere subito archiviati come un brutto ricordo della pandemia. In effetti un anno fa la Regione  Puglia pubblicava sul Burp la disciplina relativa ai caregiver familiari, pur senza norme a livello nazionale. Secondo la normativa si voleva valorizzare una figura considerata “componente informale delle rete di assistenza alla persona e risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari”. Insomma, la Regione Puglia, pubblicando sul Burp n.26 suppl. del 28 febbraio 2020 la L.3 del 27 febbraio 2020, assumeva un ruolo di apripista per quanto riguardava i ‘caregiver’ e cioè quelle persone che assistono, prendendosene cura dei seguenti soggetti: coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto, di un familiare od affine entro il secondo grado oppure di un familiare entro il terzo grado, che a seguito di una malattia, infermità o disabilità anche croniche o degenerative non è più autosufficiente e non riesce a prendersi cura di se stesso. Al caregiver non spetta alcun compenso, poichè deve operare in modo volontario, gratuito e anche responsabile all’interno del Progetto Assistenziale Individuale (Pai) in cui saranno chiarite le attività da svolgere oltre a contributi necessari, per mettere questa figura nella miglior condizione possibile per svolgere il proprio ruolo. Per far si che la persona possa essere assistita al proprio domicilio, il caregiver deve partecipare in modo attivo al percorso di valutazione, definizione e realizzazione del Progetto Assistenziale Individuale (Pai), assumendosi gli impegni che con lo stesso PAI decide di prendere. Un aspetto importante, si legge ancora sul sito dell’ente regionale, è quello relativo all’accesso o reinserimento lavorativo di quelli che in Puglia diventeranno veri e proprio ‘angeli custodi’ dei nostri disabili.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 5 Marzo 2021

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