Cultura e Spettacoli

Riconoscimento Unesco al Dolmen della Chianca di Bisceglie

 “Il Dolmen della Chianca di Bisceglie, incastonato fra alberi di ulivo, è il megalite più noto in tutto il mondo, crocevia di pastori, di etnie,  di arte, cultura, musiche, danze, nel grande ruolo di incontro di Popoli che ha svolto nella Storia e continua a svolgere. Le comunità neolitiche innalzarono questo monumento a scopo “celebrativo” per i vivi, orientandolo a Levante, un omaggio alla divinità del sole, quale apportatore di salute e fecondità. Il Tumulos – Dolmen divenne luogo di aggregazione sociale di genti, appartenenti allo stesso gruppo endogenico e Testimone di Pace”. Così ha definito il Dolmen la presidentessa del Club Unesco di Bisceglie, Pina Catino (giornalista e fotografa, molto attiva nella promozione del patrimonio culturale pugliese), nella richiesta di riconoscimento rivolta all’UNESCO, che lo ha promosso a “Monumento Messaggero e Testimone di una cultura di Pace” in linea con Progetto dedicato al Decennio per la Cultura della Pace 2000-2010 “Heritage for a Culture of Peace, Monuments and Sites Messages of Peace”. La scoperta del monumento, nel 1909, si deve all’abate Francesco Samarelli di Molfetta, ricercatore – archeologo. “L’area del Dolmen- evidenzia Pina Catino- fu oggetto di una campagna di scavi negli anni 1909/1910, coordinati dal Soprintendente Michele Gervasio, che al momento dei saggi, nell’interno del dromos, risparmiò e conservò un albero secolare d’ulivo, simbolo di pace, piantato dalla popolazione agro-pastorale biscegliese, per la sacralità del luogo. Le popolazioni del II Millennio continuarono a frequentare il Dolmen della Chianca, nel cui interno svolgevano riti cultuali, come la rottura dell’olla (vaso preistorico) e introducendo grossi pitoi con fuoco ardente, considerato elemento purificatore”. Finora il monumento è stato l’unico Dolmen europeo in cui sono stati ritrovati reperti, tuttora conservati nel Museo Archeologico di Bari. Dopo il riconoscimento si attende la pubblicazione della monografia dedicata a “Il Dolmen della Chianca” di Pina Catino e  Luigi Palmiotti (Adda Editore), volume che racchiuderà molti studi non sono ancora editi a seguito della scomparsa di Angelo Mosso, collaboratore nelle ricerche del Gervasio e del Samarelli.
 
Mariapina Mascolo
 
 
 
 


Pubblicato il 12 Agosto 2011

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