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Riesplode l’ira dei commercianti di via Argiro

Poco o nulla di nuovo sotto a un sole che si staglia su un orizzonte tinteggiato a colori sempre più foschi per il commercio cittadino. I commercianti del quartiere Murattiano, infatti, continuano imperterriti a denunciare con preoccupazione una situazione deleteria sotto tutti i punti di vista. Una situazione senza vie di sbocco che sta soffocando l’economia della nostra città sotto i colpi dell’indifferenza e di provvedimenti poco felici da parte delle amministrazioni competenti (Comune in testa) che anziché favorirla, la ostacolano. Abbiamo, pertanto, ritenuto opportuno dare anche noi voce alle loro denunce di disagio e totale abbandono da parte dell’attuale amministrazione comunale. In primo luogo, un notevole impatto negativo sulle loro attività ha avuto la pedonalizzazione d’una delle principali vie del tradizionale ‘shopping’ barese, via Argiro: una decisione attuata già dallo scorso Natale. Una decisione adottata dalla giunta Emiliano bis che si credeva avrebbe raccolto effetti e reazioni positive tra residenti e commercianti, ma che in realtà ha creato solamente scontento e disagi. La chiusura al traffico della parallela principale di via Sparano ha infatti sottratto ben trecento posti auto mettendo in seria difficoltà i cittadini che vogliono fare il famoso ‘shopping’ di cui sopra, non soltanto in via Argiro, ma in tutto il rione Murattiano. Presi dall’euforia della decisione, all’inizio dalle stanze di Palazzo di Città s’era detto che non ci sarebbero stati problemi di nessun tipo perché avrebbe supplito alla sottrazione di quei trecento posti il parcheggio interrato di piazza Cesare Battisti, ma così non è stato. Filippo Antonio Carioggia, proprietario del negozio d’abbigliamento “Cognac”, in corso Cavour, conosce bene tutta la storia. Tanto che propone di aprire un parcheggio sotterraneo nei pressi della Caserma Picca, o magari creare posti auto in quella che era la Galleria Cavour. “La situazione è deprimente e non fanno niente per aiutare il commercio”, la conclusione di Carioggia. Anche lui preoccupato per le piogge di multe che spaventano i cittadini e causano cali considerevoli negli affari, mentre non viene preso nessun tipo di provvedimento serio che venga incontro agli esercenti, anzi.  “Non vengono allontanati soltanto i cittadini – continua Carioggia- anche i turisti che approdano al porto di Bari vengono portati via per visitare i principali luoghi turistici della nostra regione, a discapito di tutti noi commercianti che proprio per loro facciamo spesso orari continuati di apertura, senza però ricevere alcun riscontro o vantaggio.”  “Il parcheggio è una questione fondamentale per la gente che deve spendere in centro e preferisce sicuramente utilizzare la macchina piuttosto che i mezzi pubblici”, conferma Pasquale De Napoli, responsabile del punto Benetton all’interno di uno dei palazzi più prestigiosi della nostra città, Palazzo Mincuzzi: “la pedonalizzazione di via Argiro è stata senza dubbio un flop dal punto di vista commerciale: i negozi sono ottimi, ma la mancanza di posti macchina crea serie difficoltà alla gente che vorrebbe venire a spendere”. La pedonalizzazione, tuttavia, non è l’unico problema che interessa via Argiro: basta farsi un giro per la strada e quelli che un tempo erano floridi punti vendita, adesso sono desolanti vetrine vuote recanti il cartello “Fittasi”. Una vera e propria fuga di negozi.

 

 

 

Le saracinesche s’abbassano e nessuno alza almeno la voce

 

 

 

“Chiedono fitti iperbolici – spiega Mauro Fanelli, anch’egli commerciante – che i commercianti, specialmente in tempo di crisi come quello sta attraversando adesso l’Italia, non possono permettersi di pagare”. Uno spettacolo sicuramente negativo e desolante, a cui si è pensato di rimediare anche tramite la riqualificazione della strada, con il rifacimento della pavimentazione e la sistemazione di panchine e fioriere, per una spesa totale di 150 mila euro divisa tra il Comune, la circoscrizione e il privato. In generale si denuncia una mancanza di risposte e di concretezza da parte dell’amministrazione comunale, e non solo per quanto concerne la mancanza dei servizi, come i parcheggi, ma anche per aspetti di fondamentale importanza come la cura delle strade, che sono invece del tutto abbandonate a sé stesse: “Basta farsi un giro per via Sparano, che dovrebbe essere la via principale della città: le strade sono tutte rotte, i marciapiedi dissestati”, denuncia ancora e sempre De Napoli. Che tuttavia riconosce al nuovo Presidente della Camera di Commercio, Alessandro Ambrosi, una disponibilità maggiore rispetto a quella finora mostrata dal Comune. Mauro Fanelli, invece, fa notare come via Andrea da Bari sia diventata una strada ad alto rischio: “Autobus e macchine che passano a gran velocità, macchine di enti privati che circolano anche in contro senso su strade che cadono a pezzi, marciapiedi piccolissimi sicuramente non degni di un capoluogo di provincia come la nostra città. E su tutto ciò non c’è alcun tipo di controllo.” I vigili, infatti, sono occupati a controllare i grattini nelle macchine e a fare multe alle auto in doppia fila: il resto fanno finta di non vederlo. “Attribuisco tutte queste situazioni ai poteri forti e occulti che non amano Bari, ma vogliono soltanto esercitare i loro poteri per interessi personali”, conclude. Invece Luciano Carofiglio, titolare di una mezza dozzina di punti vendita molto apprezzati e conosciuti nel capoluogo barese, tra cui il negozio Culpado, sempre in via Sparano, grazie ai quali dà occupazione a ben cinquanta famiglie, ama la sua città e afferma con una nota di amarezza: “Noi commercianti ci impegniamo, ma in cambio cosa riceviamo? Niente: solo fax di orari di aperture e cartellini di aperture straordinarie. Nessuna attenzione da parte del Comune: ultimamente ha abbandonato persino la città vecchia, ossia il quartiere che dovrebbe essere il cuore pulsante della nostra città. La chiusura della movida non ha fatto altro che sottrarci ulteriormente potenziali clienti.  Amo Bari e vorrei vederla crescere, ma in contropartita non riusciamo ancora a vedere provvedimenti tangibili”. Una possibile soluzione a questa situazione che rischia di andare alla deriva e causare seri problemi all’economia della nostra città è avanzata da Mauro Fanelli, il quale ritiene che per sarebbe necessario, tra i commercianti, fare “sistema”: unirsi in un’azienda globale, senza ricorrere a quelle organizzazioni sindacali che hanno i loro interessi nella Camera di Commercio, ormai divenuta una lobby, e che andrebbero anzi deposte dai loro troni perché non ottemperano ai loro doveri di rappresentanza. “Bisogna agire dalle fondamenta: noi commercianti e imprenditori dobbiamo imparare a fare gioco di squadra, senza sigle sindacali e politiche che non ci riguardano e che hanno abortito da tempo le loro capacità di coinvolgimento per fare solamente i loro interessi”. Bisognerebbe dunque rimettere al più presto la questione del centro Murattiano al centro della discussione dell’amministrazione comunale, sperando, è il caso di dirlo, che anche stavolta non faccia orecchie da mercante.

 

 

 

Lorena Perchiazzi

 


Pubblicato il 26 Giugno 2012

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