Cronaca

Rifiuti e ‘virtù’, quale Bari sta per svilupparsi?

Si avrà un bel dire : che schifo, a proposito di rifiuti. La realtà è un’altra : lo scarto ora fa gola a tutti, dalla grande industria che (quando vuole) trova come riutilizzare qualunque cosa, all’uomo della strada il quale a differenza di ieri individua nell’immondizia un piccolo sollievo alle carenze della tasca. Da sempre uomini a bordo di tre ruote vagabondano tra discariche per rimediare le cose più disparate. Da qualche tempo rom ed extracomunitari frugano nell’indifferenziata. Più di recente i baresi si sono messi ad alleggerire i cassonetti della raccolta differenziata. Bustoni di carta o plastica e cartoni pieni di vetro nel sogno di un ritorno economico. La risposta dell’Amministrazione Comunale all’aumento della già esosa imposta sul ritiro e sullo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ha incontrato presso i cittadini una risposta addirittura esagerata. File da terzo mondo in questi giorni dinanzi ai cinque centri di raccolta Amiu della città e gente carica di ‘merce’ bel oltre il limite fissato dall’Azienda : dieci chili per la carta, quindici per il vetro e sei per la plastica. L’accumulo di punti, fissati su una card e corrispondenti secondo l’attribuzione di un differente valore a carta, vetro o plastica, consente di invocare una riduzione sull’imposta o il ritiro di buoni-spesa. La Bari dei poveri si rimbocca le maniche e cerca un’alternativa all’elemosina e alle mense gratuite. Arriveremo a cassonetti per la differenziata ‘blindati’ come è successo per quelli di colore giallo preposti alla raccolta di scarpe, borse ed indumenti? Stiamo per sfiorare il ridicolo. Ma andiamo oltre : Cosa accadrebbe se l’Amiu volesse premiare gli utenti virtuosi allargando la proposta a legname e metallo? E’ possibile che le campagne da cui il capoluogo è avvolto, questi campi in abbandono involuti in discariche, diventino l’habitat di una nuova ‘specie’ urbana la quale, scalzati tossici, balordi e senza-casa, vi si insedi a scopo di lucro. Questi immondezzai abusivi, quest’altro doloroso segno dei tempi, sono miniere a cielo aperto. Un popolo di non–minatori disposti ad accettare condizioni ancora più disgraziate di quelle che devono patire minatori contrattualizzati è pronto a mettersi al lavoro. L’Amiu, che ha l’organico e il parco mezzi ridotti all’osso, non chiede di meglio. Ma cosa concludere, che dal guasto viene l’aggiusto? L’idea, affatto peregrina, di discariche (clandestine e non), brulicanti di un’umanità cenciosa e in difetto di dignità, l’idea di un panorama degno di una favela, non allarga il cuore.  Il problema va risolto a monte. Sì, agli utenti virtuosi, voglia però la grande industria dare il suo contributo eliminando la ragioni di un consumo dissennato.

Italo Interesse


Pubblicato il 7 Marzo 2014

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