Cronaca

Riforma monca:a rischio il patrimonio delle biblioteche provinciali

“Stiamo assistendo ad una morte lenta e silenziosa dell’intero mondo culturale pugliese. A seguito della riforma Derio che ha fatto sparire le province, la Regione Puglia ha omesso di approvare, entro il 31 dicembre, la legge di conferimento delle deleghe e delle risorse agli enti provinciali. Un’inedia che sta mettendo a rischio anche la sopravvivenza di uno straordinario patrimonio bibliotecario, fatto di 238 strutture sparse sul territorio regionale”. E’ tornato sullo spinoso argomento il Vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Marmo. “Una lenta agonia – ha spiegato ancora – di uno dei fiori all’occhiello della Puglia a livello nazionale. E’ una rete organizzata in sei poli, quattro dei quali gestiti dalle Biblioteche provinciali di Bari, Brindisi, Foggia e Lecce. Non si può più aspettare e non capiamo cosa stia aspettando il Governo pugliese a portare in Consiglio la legge sulle deleghe. Le biblioteche sono delle fonti culturali di enorme importanza, ma ci sono anche altre risorse in grave sofferenza per il tempo che la sinistra sta perdendo. Una fra tutte, la fondazione Tito Schipa di Lecce. Al Partito Democratico, però, non basta un disastro come la legge Delrio e, volendo completare l’opera, si continua a girare a vuoto anziché portare la legge in Consiglio. Tra l’altro, per le biblioteche sarebbe auspicabile anche una regionalizzazione dei sistemi sovra comunali, viste le numerose competenze in materia delle Regioni. Mi auguro –conclude Marmo- che un terremoto di consapevolezza smuova questa Giunta, spingendola a correre ai ripari dopo la scellerata riforma di Renzi e del Pd”. Un po’ di storia servirà a comprendere quanto il consigliere regionale pugliese abbia ragione, parlando magari solo della Biblioteca del capoluogo. La Biblioteca provinciale di Bari, difatti, è stata fondata nel 1960 con l’acquisto, da parte della Provincia di Bari, delle raccolte librarie ed archivistiche del barone Gennaro De Gemmis, bibliofilo barese. Inizialmente nella Corte del Catapano, la Biblioteca ha trovato infine la sede definitiva nel 2003 nei circa 3mila mq dell’ex convento di Santa Teresa dei Maschi, nel cuore del Borgo Antico. Il patrimonio librario, di circa 70mila volumi e opuscoli, contempla fin dal suo nascere opere riguardanti i più significativi fenomeni politici, amministrativi, sociali, economici della storia e delle istituzioni del Regno di Napoli, opere di autori pugliesi assieme ai fondi sulle famiglie più importanti in Puglia e nel Mezzogiorno. Molto ricca la sezione dei libri antichi (circa 3000) con numerose edizioni del Settecento e Ottocento (molte francesi), seicentine e cinquecentine, dizionari storici, 26 carte geografiche sette-ottocentesche. Altrettanto rilevante la raccolta di circa 1500 periodici. La collezione comprende inoltre circa 500 Allegazioni giuridiche edite tra il 1700 e il 1900, circa 3000 opuscoli dei fondi Tommaso Fiore (trattati di storia locale e di letteratura latina, greca e italiana), Eugenio Laricchiuta (opere di carattere politico), Delfino Pesce (storia locale, politica, arte). La Biblioteca possiede, oltre a 250 pergamene datate tra il XII ed il XVIII secolo, una ricca e preziosa sezione di manoscritti, documenti cartacei di argomento pugliese acquistati e raccolti da Gennaro De Gemmis, arricchita negli anni da altri fondi archivistici. La Biblioteca è capofila, con la Biblioteca Nazionale di Bari, del polo informatico SBN Terra di Bari ed è istituto depositario in virtù della legge sul deposito legale.

Antonio De Luigi


Pubblicato il 28 Febbraio 2015

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