Rimpasto effettuato: entrano Pisicchio, Caracciolo e Mazzarano
Dopo tanti annunci e rinvii il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), ha rimpastato l’assento di giunta con l’ingresso di tre nuovi nomi: Alfonso Pisicchio (civica “Emiliano per la Puglia), Filippo Caracciolo e Michele Mazzarano (Pd). Le novità? Praticamente poche rispetto a quelle pronosticate dalle voci di corridoio che circolavano già da un paio di mesi nel Palazzo regionale di via Capruzzi ed in quello del lungomare Nazario Sauro. Infatti, lo sbarco nell’esecutivo pugliese, in caso di rimpasto, di Pisicchio e Caracciolo era stato previsto già dopo le primarie per la segreteria nazionale del Pd dello scorso 30 Aprile, quando Emiliano in Puglia è riuscito ad imporsi su Matteo Renzi nelle provincie di Bari e Bat proprio grazie al sostegno determinante ricevuto ai gazebo, nel barese da referenti di liste civiche comunali mobilitati per l’occasione dalla famiglia Pisicchio; mentre nella Bat la differenza a suo favore nel Pd l’ha fatta il sostegno ricevuto dal consigliere regionale barlettano Caracciolo, che è riuscito ad avere la meglio per Emiliano alle primarie sull’attività del collega regionale renziano nonché concittadino, Ruggero Mennea (Pd), financo in aree del loro comune collegio elettorale dove quest’ultimo è meglio radicato. Una sorpresa, ma non troppo, è invece il debutto in giunta del massafrese Michele Mazzarano, che in consiglio regionale era già alla guida del gruppo del Pd dall’inizio della Legislatura. Però, le ragioni effettive che hanno prevalso anche su quest’ultima scelta potrebbero non essere tanto diverse da quelle adottate da Emiliano per far posto in giunta a Pisicchio e Caracciolo. Infatti, anche Mazzarano alle primarie dello scorso fine Aprile è stato uno di pilastri del sostegno nel tarantino alla candidatura di Emiliano a segretario nazionale del Pd contro Renzi ed Andrea Orlando. Per cui, alle necessità di natura politica e formale che hanno portato il governatore pugliese ad effettuale l’appena reso noto rimpasto, è facile che si siano poi aggiunti anche ragioni di natura più prettamente sostanziale per Emiliano, che possono essere quelle di consolidamento e rafforzamento della sua corrente all’interno del Pd. E, quindi, della sua leadership nel partito. Ma vediamo nel dettaglio le deleghe assegnate da Emiliano ai suoi tre nuovi assessori ed i pochi rimescolamenti di competenze tra quelli in carica. Al consigliere Pisicchio è stata affidata la delega all’Urbanistica, che è stata sottratta al tecnico esterno Annamaria Curcuruto, spostata sulla poltrona delle Infrastrutture ed Opere pubbliche, in precedenza affidata al dimessosi Giovanni Giannini (Pd), che aveva anche quella ai Trasporti. Delega, quest’ultima, che ora Emiliano ha assegnato al Vice presidente della giunta, Antonio Nunziante, già detentore delle deleghe al Personale ed alla Protezione civile. Scelta, questa, dettata evidentemente dalla necessità di dare maggior peso e prestigio alla presenza nell’esecutivo dell’ex prefetto, forse non troppo soddisfatto delle competenze affidategli inizialmente da Emiliano, che verosimilmente potrebbe avergli promesso deleghe di maggior peso prima del coinvolgimento in politica, ma che poi potrebbe non aver mantenuto al momento della sua prima formazione di giunta. Al consigliere Caracciolo è stata affidata la delega all’Ambiente che, come è noto, è stata appena lasciata da Domenico Santorsola (Sinistra italiana) proprio per far posto il giunta all’esponente barlettano di provata fede “emilianistra” nel Pd. Al debuttante Mazzarano è andata invece la delega alla Programmazione e Sviluppo economico, in precedenza affidata alla leccese Loredana Capone, che rimane affidataria di quelle relative a Cultura e Turismo affidategli in aggiunta nell’autunno del 2015, a seguito del dimessosi assessore ionico Gianni Liviano, a suo tempo incappato – come si ricorderà – in un presunto caso di favoritismo. Fin qui i “giri di valzer” e le “new entry” di Emiliano per l’esecutivo regionale pugliese. Però, sullo sfondo i noti e gravi problemi, tuttora irrisolti, della Puglia restano. Come pure insoddisfatti da questo nuovo assetto del governo regionale restano probabilmente i consiglieri regionali del Pd di area renziana, rimasti ancora una volta fuori dall’esecutivo, nonostante vantino un peso di ben 4 consiglieri su un totale di 11 dell’intero gruppo regionale del Pd. Ovvero una rappresentanza che vale ben un terzo della compagne Dem di via Capruzzi, ma che nonostante ciò continua ad essere tenuta fuori dalla stanza del “bottoni” della Regione. Analogo discorso per il gruppo dei 3 consiglieri della neo nata formazione “Articolo 1 – Mdp”, che però ha già fatto sentire le proprie lamentele attraverso il proprio capogruppo, Ernesto Abbaterusso, che in una nota parla di “occasione persa per Emiliano, troppo concentrato solo sugli assetti di governo” e, chiaramente, assai meno sui programmi. Infatti, rileva il capogruppo della neo formazione politica nata all’interno della stessa maggioranza di centrosinistra: “Annotiamo, a tal proposito, che la composizione della Giunta non tiene conto di quanto accaduto nella maggioranza con la nascita di un nuovo gruppo politico, Articolo 1, e l’indebolimento di altri, il Pd, che paradossalmente però incrementano il loro peso in giunta”. Ma nell’affermare ciò, ad Abbaterusso forse sfugge che per Emiliano verosimilmente il Pd pugliese è lui stesso. E, quindi, la tenuta fuori dall’esecutivo di esponenti renziani (che in assemblea regionale sono in numero anche maggiore dei consiglieri di Articolo 1) ne è la prova lampante. Quindi, dal punto di vista politico la strategia di fondo del governatore della Regione Puglia anche con il recente rimpasto è rimasta la stessa. Ovvero tutto ruota intorno alla possibile futura “leaderistica” carriera politica di Emiliano.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 19 Luglio 2017