“Ringrazio chi ha creduto in me e mister Bartoli per avermi fortemente voluto”
Il calcio offre continuamente opportunità di ripartenza, di rimettersi in gioco e perché no di prendersi le proprie rivincite laddove la carriera calcistica ti ha messo di fronte a dei bivi o più semplicemente non è scattato quel feeling speciale con la tua ex squadra, vale soprattutto per i calciatori ma anche per i tecnici che hanno tantissime responsabilità e ad oggi sono sempre i primi a pagare quando non arrivano i risultati. Abbiamo intervistato grazie alla disponibilità del Molfetta Calcio, il centravanti Giuseppe Genchi, autore di una doppietta, la seconda da quando è con i biancorossi allenati da mister Bartoli, in appena cinque presenze realizzando altrettanti gol. Precedentemente in questa stagione, nonostante si fosse ripreso ed aveva una grandissima voglia di ripartenza e dare il suo contributo all’importante causa dei nervoerdi del Bitonto, formazione insieme al Cerignola che si sta giocando la promozione diretta, è stato utilizzato con il contagocce per soli 39’ minuti, realizzando un gol (con un altro gli è stato annullato da un arbitro, nonostante fosse regolare tranne che per l’arbitro, ndr) in sei scampoli di presenza e soli 55’ minuti in una gara di Coppa di D, prima della sostituzione. Troppo poco per un attaccante con il curriculum come al suo che aveva voglia di mettersi a disposizione del gruppo, ma se collezioni su sedici partite sette non convocazioni, tre panchine ed in alcune delle tre presenze realizzi complessivamente quindici minuti, è comprensibile che il giocatore non rientra assolutamente nei piani della società e del tecnico. Un centravanti che farebbe comodo a tutte le squadre, senza mai fare una polemica e che vive per il gol, fissandosi come nel celebre e leggendario film sportivo “Ogni Maledetta domenica”, l’obiettivo più importante, quello di vincere e ‘scalare un centimetro alla volta’.
Partiamo dall’ultima doppietta, qual è stato il tuo primo pensiero a fine gara?
“Il mio primo pensiero che era finita un’altra battaglia e che ne siamo usciti vincitori. Sulla carta era una gara abbordabile, ma non c’è nulla di scontato. Loro avevano vinto contro il Sorrento qualche giorno prima e giocare ogni tre giorni, porta stanchezza e mancanza di lucidità. Questo in teoria, ma di fatto stavamo bene ed abbiamo dominato dall’inizio alla fine. Dedico la mia doppietta, la seconda con questa maglia, alla mia famiglia ed al mio amico più stretto Fabio perché mi hanno sempre sostenuto anche nei momenti più duri e bui, dall’infortunio subito a quando son rimasto a casa,pur stando bene”.
Ti aspettavi, un inizio così scoppiettante?
“In termini di gol non saprei, però ci speravo. Fisicamente stavo bene ma non sapevo se avessi potuto tenere i ritmi che sto avendo, mancandomi il minutaggio. Su una cosa però sono cero la condizione mentale fa la differenza sulle altre componenti. Ho trovato un gruppo straordinario, molto coeso ed ho avuto il piacere anche di indossare la fascia da capitano, ma aggiungo a tal proposito che ci sono anche altri ragazzi ricchi di carisma e leader, ed in campo poi si vede quel gioco armonioso che stiamo facendo”
Nelle ultime cinque gare di fila il Molfetta ha realizzato ben 18 gol, c’è un segreto o è merito di un grande gruppo guidato da un tecnico come mister Bartoli, forse di un’altra categoria?
“Il gruppo è cresciuto molto e si rinforzato nella sessione di mercato con innesti che hanno alzato ulteriormente l’asticella ed ognuno di noi si incastra con quelle che sono le direttive che ci dà il mister. Non esiste un segreto, se non quello del lavoro settimanale ed uno spogliatoio unito. I gol sono meriti di tutti, dalla difesa dove parte all’azione a noi attaccanti. Direi, comunque alla base di tutto c’è grande entusiasmo e lavoro ed un grande tecnico”
Un tecnico come mister Bartoli con il quale ci hai giocato assieme da calciatore. Cosa ti ha spinto ad accettare il progetto Molfetta?
“Con il mister ci ho giocato in più di una squadra e ci conoscevamo, ma da tempo è allenatore e probabilmente lo era già in campo. Sta di fatto che il mister mi cercava da diverse stagioni e credeva nelle mie potenzialità. Io pensavo. dove stavo di trovare il mio spazio e dare il mio contributo, ma così non è stato. Sono contento di essere qui e di aver accettato immediatamente. Non ho preso in considerazione altre proposte perché Molfetta rappresentava l’occasione per rimettermi in gioco, senza alcuna situazione di disturbo”.
Capitolo ex squadra, Bitonto, forse troppo cocente, Avrai ancora più cattiveria agonistica o un atteggiamento di ‘indifferenza’ e che tipo di gara dobbiamo aspettarci?
“La cattiveria agonistica la metto in ogni partita. A Bitonto ci ho giocato tante volte anche da avversario. In qualche modo si resta comunque affezionati ed hanno una bella tifoseria. Però dal momento che ci sarà il fischio di inizio per me sarà una battaglia da vivere sino al triplice fischio e sino all’ultima goccia di sudore. Affrontiamo una squadra costruita per vincere, reduce da una pesante sconfitta e che in casa è imbattuta. Noi proveremo a fare il nostro giocando a viso aperto senza barricarci. Quanto al passato mi sono già espresso. anche in altre interviste, mi sarei aspettato che ci fosse un recupero sulla persona, ma non è mai stato preso in considerazione per scelte forse già fatte a priori, tuttavia vado avanti senza rimpianti. Mi piace moltissimo il film ‘Ogni maledetta domenica’ io lotto un centimetro alla volta, e questa squadra ha autostima, voglia e volontà, perciò proveremo una volta raggiunta la salvezza matematica ad alzare ulteriormente il livello”.
Capitolo Bari. Sabato il tuo amico Mirco Antenucci, con il quale sei stato partner d’attacco, affronterà un’altra tua ex squadra, il Monopoli dove segnasti venti gol in due stagioni in C. Per chi farai il tifo e se vuoi fare un tuo augurio a Mirco Antenucci.
“Nel Bari sono stato nella Primavera, in serie D qualche stagione fa, si sarebbe potuto concretizzare ma non andò a buon fine. Però resto grande tifoso biancorosso ed ogni volta che posso vado a vedermi qualche partita. Con Mirco ci sentiamo ogni tanto e quando ci ho giocato assieme lui era già fortissimo. Io l’ho sempre detto e difeso anche la scorsa stagione, quando qualcuno l’ha criticato. Antenucci è un giocatore di categoria superiore e sta trascinando il Bari verso l’obiettivo risaputo e mi auguro, pur avendo giocato e trovato bene al Monopoli, possa essere decisivo anche contro i ‘Gabbiani’ con un gol o un assist”.
M.I.
Pubblicato il 9 Febbraio 2022