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Rinnovati tutti gli incarichi dirigenziali per altri 6 mesi…aspettando la pensione

Coloro illusi che la Regione Puglia non s’occupasse del personale, possono tranquillamente andare a leggersi la ‘bolla/determinazione’ vidimata, numerata e sottoscritta con cui sono state certificate le proroghe degli incarichi di Alta Professionalità e Posizione Organizzativa in seno all’Ente. Incarichi dirigenziali che, bisogna dirlo subito, danno diritto a trattamenti di riguardo in busta paga. Ma il problema non è tanto questo o che si tratta della terza o quarta proroga, quanto che la determinazione del direttore d’Area Organizzazione e Personale n. 20 del 30 maggio 2017 è la ‘prova provata’ di come l’Ente abbia ‘largheggiato’ rinviando le scadenze riguardanti A.P. e P.O. (molte sulla carta) di oltre sei mesi, da fine maggio a fine dicembre prossimo, senza motivi plausibili, fin troppo laconicamente . Certo, sono in molti i funzionari ad aver tirato un sospiro di sollievo, confidando nell’accesso alla pensione al massimo nei primi mesi dell’anno prossimo, con adeguata integrazione pensionistica facendo riferimento, come per legge, agli ultimi emolumenti. E fin qui tutto bene. Anzi, solita solfa si direbbe, salvo che dalla lettura attenta dell’atto dirigenziale di cui sopra, peraltro firmato dal direttore d’Area, su relazione del funzionario competente, in assenza di qualunque sottoscrizione da parte del dirigente regionale della Sezione Personale, emergono alcune altre curiosità niente male. Da riflettere, ad esempio, che a un paio di anni dalla nascita dell’ambidestro, quanto ambizioso Piano M.A.I.A., la Regione Puglia, ai fini della “predisposizione del piano di riorganizzazione finalizzato alla razionalizzazione e snellimento delle strutture burocratico-amministrative da collocare nel più ampio perimetro del piano di recupero”, deve adottare “misure finalizzate al contenimento della spesa del personale”. Tradotto significa che, con l’acqua alla gola la Regione stessa aspetta che – prima possibile – il Ministero autorizzi il recupero dei 18 milioni di euro per il personale negli anni passati, spalmandoli non su cinque, bensì su dieci anni di fondi da erogare. Tutto ciò per rendere meno dolorosa la perdita economica ai dipendenti del comparto, a condizione che si riducano i posti da dirigente del 20 per cento (circa una quarantina di incarichi e retribuzioni di meno) e del 10 per cento l’entità totale del personale in servizio. E con contrazione di almeno un altro 20 per cento di posizioni organizzative e alte professionalità, appunto, come preannunciato sostanzialmente nell’atto dirigenziale n. 20/17. Certo, si parla del <>, senza scordare incubi antichi che si chiamano stabilizzazioni dei pecari a vario titolo, inserimenti degli ex dipendenti provinciali e –dulcis in fundo – concorsi di vario genere appesi: da quelli per funzionario (RIPAM) a quelli per dirigenti idonei (risalente al 2009) che confidano tutti nell’ultima ‘chance’ governativa con la proroga all’anno venturo. Ciliegina sulla torta?: a che punto si trova l’incarico da 600mila euro (D.G.R. del 22 novembre 2016) all’Istituto di Ricerche Sociali IPRES cui tocca, dopo l’avviso pubblico di selezione per quattro esperti, il “Progetto integrato per l’attuazione ed il miglioramento continuo del modello organizzativo ambidestro MAIA – Maia Delivered”…

 

Francesco De Martino          


Pubblicato il 13 Giugno 2017

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