Riordino ospedaliero, Emiliano scontenta anche la sua stessa maggioranza
Il nuovo “Piano di riordino ospedaliero” della giunta pugliese a trazione Emiliano non passa per la seconda volta in Commissione alla Regione. Infatti, a distanza di circa quattro mesi, la III Commissione della Regione Puglia, ossia quella alla Sanità, ha espresso nuovamente “parere sfavorevole” al Piano di riordino ospedaliero della Puglia ed il presidente dell’organismo consiliare, Pino Romano (Pd), a seguito dell’esito negativo della votazione, ha annunciato le sue dimissioni. La prima bocciatura al piano, come si ricorderà, era arrivata il 20 settembre dello scorso anno perché ai voti contrari dei consiglieri di opposizione si era aggiunto quello di un rappresentante di
maggioranza, Cosimo Borraccino (Sinistra italiana). Nell’ultima seduta della III Commissione, ossia quella di ieri mattina (ndr – per chi legge giovedì) oltre al voto contrario (per altro già annunciato una settimana fa) dello stesso Borraccino, si é aggiunto a sorpresa anche quello del consigliere Paolo Campo del Pd. Quindi, i due voti di questi esponenti di maggioranza sommati a quelli dei consiglieri di opposizione Mario Conca e Marco Galante (M5S), Nino Marmo
(Fi) e Luigi Manca (Cor) ha decretato la bocciatura anche del testo modificato del nuovo Piano ospedaliero. Infatti, la delibera di riordino ospedaliero e della rete emergenza urgenza era stata
modificata rispetto al testo che non aveva superato l’esame in Commissione Sanità lo scorso settembre. Però, le modifiche apportate dal governatore pugliese (che – da non dimenticare – riveste anche “ad interim” il ruolo di assessore alla Sanità) alla precedente delibera sul nuovo Piano ospedaliero evidentemente non sono state ritenute sufficienti dal consigliere Borraccino, che ha confermato il suo voto contrario, ma anche dall’altro esponente di maggioranza, Campo per l’appunto, che si è unito nel dissenso. “A dimettersi deve essere non il presidente della Commissione Sanità, Romano, che invece deve rimanere al suo posto, ma l’assessore alla Sanità, Emiliano” – hanno tuonato con una nota dalle fila dell’opposizione di centrodestra che fa capo ai cinque consiglieri fittiani che compongono il gruppo del Conservatori e Riformisti nell’Aula di via Capruzzi. E, continuando, dal gruppo di Cor aggiungono anche: “Una bocciatura trasversale che dimostra come la nostra opposizione non fosse strumentale e preconcetta”. Anzi, per i cinque consiglieri fittiani “I colleghi Borraccino e Campo danno forza” alla loro azione perché dimostra che “questo Piano di Riordino non è di centrosinistra o di centrodestra”. Bensì, esclamano dal gruppo di Cor, “è un provvedimento che deve migliorare la Salute dei pugliesi. Tutti i pugliesi!” E, quindi, “il presidenti Emiliano e Romano dovrebbero ringraziare i due consiglieri di riferimento che oggi hanno dimostrato lealtà verso i pugliesi, prima ancora che verso una parte politica”. Per cui invitano Emiliano a trarre le conseguenze da questa seconda bocciatura, che per Cor rappresenterebbe il fallito del governatore pugliese come assessore alla Salute. Infatti, concludono i fittiani, “se il provvedimento più importante del suo assessorato non passa l’esame dei consiglieri che rappresentano il territorio, deve essere consequenziale e dimettersi da assessore”, ammonendo che “la Puglia ha bisogno di un assessore alla Sanità tempo pieno che sia attento alle esigenze del territorio pugliese, ma soprattutto che abbia il tempo di stare ad ascoltarlo”. Su questa stessa lunghezza d’onda anche il commento degli otto consiglieri regionali del M5S che, oltre a chiedere anche’essi le dimissioni di Emiliano da assessore alla Sanità, ha rilevato: “E’ il giusto esito per un Piano pensato male e progettato peggio, che non andava semplicemente rivisto ma totalmente modificato”. “Un Piano – hanno proseguito i pentastellati – fatto di tagli e chiusure immediate e di promesse future di riconversione, riprogettazione della rete emergenza-urgenza ecc. da realizzarsi non si sa bene quando. Un piano che ha privilegiato la salute dei bilanci regionali rispetto a quella dei cittadini pugliesi”. Per poi, da parte loro, concludere: “Questa bocciatura e le dimissioni del presidente Romano dimostrano ancora una volta la debolezza di questa maggioranza, puntualmente spaccata quando si tratta di prendere decisioni di fondamentale importanza per la Regione”. Meno generica, invece, la critica del vicepresidente del Consiglio regionale, Giandiego Gatta (Fi), che in III Commissione Sanità, si è battuto contro il depotenziamento dell’unico ospedale di base della Capitanata, quello di Manfredonia, e ricordando ad Emiliano di “rispettare di quanto assicurato dall’ex direttore del Dipartimento sul mantenimento e sul rafforzamento degli ospedali di base”. Infatti, Gatta ha chiesto la revisione totale dell’art.3 commi 5 e 6 della Delibera di Giunta regionale n.1933, ritenendo che sussiste una grave contraddizione tra quanto disposto nella delibera sul nuovo Piano di riordino ospedaliero e quanto disposto nel decreto del Ministero della Salute n. 70 del 15. Infatti, secondo il vice presidente dell’Assemblea regionale pugliese, quest’ultimo “non dispone che gli ospedali di base debbano avere solo strutture semplici in integrazione con le discipline presenti negli ospedali di rango superiore (come invece deciso dal governo regionale). Il dubbio di Gatta, invece, è che la giunta Emiliano persegua l’obiettivo di trasformare gli ospedali di base in semplici poliambulatori. E questo penalizzerebbe in modo inaccettabile territori che, come la Capitanata, sono particolarmente vasti, orograficamente complessi e con problemi molto seri di mobilità, viabilità e distanze (basti pensare che gli ospedali di primo livello della Asl di Foggia distano dai 55 ai 70 chilometri dall’ospedale di base di Manfredonia, che serve un bacino di oltre centomila persone). “Sul tema – ha concluso Gatta – ho anche presentato un’interrogazione al presidente Emiliano, da cui attendo risposte chiare e certe sul futuro del nosocomio sipontino”. Ma probabilmente ad attendersi risposte concrete da Emiliano nell’ambito del sistema sanitario regionale non è evidentemente soltanto l’esponente regionale forzista di Capitanata, ma l’intera comunità pugliese. Il governatore pugliese, però, non replica alle accuse delle forze di minoranza, che hanno chiesto le sue dimissioni alla guida dell’assessorato alla Salute, Però, replica invece Si sul voto espresso da Campo, spiegando che “la protesta contro il Piano di riordino da parte del Sindaco di Manfredonia ha oggi indotto il consigliere regionale di quella città a votare in Commissione contro il suddetto piano”. Il voto contrario di Campo, ha precisato inoltre Emiliano, non cambierà nulla di detto Piano perché, come ha spiegato in commissione il direttore
generale del Dipartimento Salute della Regione, Giancarlo Ruscitti, é possibile – ha sottolineato Emiliano – lasciar sopravvivere le strutture complesse esistenti, anche se l’ospedale é di base, a seguito dell’adozione dell’atto aziendale che, in forza di una ricognizione del fabbisogno,
decreta la necessità del permanere delle strutture complesse”. Sarà questo sufficiente a far cambiare idea, e quindi voto, in Assemblea al consigliere Campo ed ad altri esponenti della maggioranza che, come Borraccino, hanno già manifestato dubbi e perplessità sull’intero nuovo riordino ospedaliero? Lo si vedrà in consiglio, qualora Emiliano decidesse di forzare la mano alla sua maggioranza e di presentare comunque, nonostante il parere negativo della Commissione competente, il nuovo Piano di riordino ospedaliero all’esame dell’Aula.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 19 Gennaio 2017