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Ripartita nel V Municipio la battaglia per l’Autonomia comunale

Questa volta il vento autonomista che, dopo un decennio di leggere brezza separatista, è tornato a soffiare nuovamente impetuoso sulle ex frazioni a nord del capoluogo. Infatti, già da mesi a Palese e Santo Spirito il vento di chi vuole staccarsi amministrativamente da Bari, per avere un Comune a se che debba necessariamente spendere su questo territorio tutte le risorse tributarie comunali ordinarie che tale realtà oggi versa nelle casse del Comune di Bari, oltre a quelle straordinarie a cui un nuovo Comune avrà diritto di accedere, è iniziato a soffiare a raffiche sempre più forti nella popolazione locale, divenendo anche sui social il tema forse più discusso. E sarà probabilmente una coincidenza se tale nuova ed ulteriore ondata autonomistica coincide con la ricorrenza dell’eccidio fascista del deputato socialista pugliese Giuseppe Di Vagno, di cui proprio quest’anno ricorre il centenario tra qualche settimana, che nel giugno del 1921 fu tra i presentatori del primo disegno di legge per rendere Comune autonomo la realtà di Palese, allora frazione di Modugno, e di Macchie, all’epoca estrema frazione periferica di Bari sul fronte nord. Una comunità che ai quei tempi contava complessivamente poco più di 5000 anime e che oggi, invece, insieme alla adiacente Santo Spirito ed ai neo quartieri di Catino, San Pio e Torricella, raggruppa circa 35mila abitanti. Nel 2009 – come si ricorderà – la Regione Puglia fece effettuare un referendum consultivo su un ulteriore progetto di legge (i cui firmatari erano il consigliere tarantino Simone Brizio ed il barese Luigi Loperfido) che prevedeva l’istituzione del Comune di Palese e Santo Spirito ed il cui esito registrò circa l’80% di “Sì” al distacco amministrativo da Bari ed all’istituzione in Comune a sé di dette realtà. Il ddl Di Vagno, Vella e Guaccero del giugno 1921, per istituire il Comune di Palese, si arenò nel Parlamento nazione a seguito dell’assassinio del deputato socialista di Conversano, ma soprattutto per l’arrivo al potere, nel 1922, di Benito Mussolini e, quindi, del Fascismo. Infatti, come si ricorderà, il regime dittatoriale fascista riservò nel 1928 altro destino sia per la frazione a mare di Modugno, ossia Palese, che per la vicina allora frazione marinara di Bitonto, ossia Santo Spirito, che furono accorpate entrambe con un atto d’imperio al capoluogo. Un accorpamento forzoso che però placò solo transitoriamente i malcontenti locali per la mancata autonomia comunale, ma che a distanza di poco più di settant’anni, ossia già agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, sono tornati nuovamente alla ribalta all’interno di detta comunità, che dal 1928 risulta essere solo una periferia barese allargata di più verso nord. Una periferia, però, cresciuta a dismisura per numero di abitanti, soprattutto negli ultimi 30/40 anni e che gran parte dei suoi rioni, per distanza, sono ormai paradossalmente più vicini a Palazzo Gentile, sede del Comune di Bitonto, ed a Palazzo Santa Croce (sede del Comune di Modugno) che al Palazzo comunale barese di corso Vittorio Emanuele. Sicuramente più conosciute le cause che il 5 febbraio del 2010 nel Consiglio regionale pugliese determinarono la non approvazione del ddl Brizio-Loperfido, nonostante (a scrutinio segreto) era stato approvato il primo dei tre articoli, che prevedeva per l’appunto l’istituzione del nuovo Comune di Palese e Santo Spirito, ed appena dieci giorni prima lo stesso ddl aveva ricevuto l’ok all’unanimità nella VII Commissione consiliare permanente, ossia quella agli “Affari istituzionali” della regione. Una mancata approvazione che ha solo sospeso per circa un decennio i fermenti indipendentisti di Palese e Santo Spirito, ma che in realtà ha lasciato inalterate tutte le ragioni per le quali sono tornati a spirare con più forza i venti dell’autonomia comunale in detta realtà. Infatti, da ieri a Palese e Santo Spirito è stato dato ufficialmente il via alla costituzione di quello che diventerà il nuovo Comitato per la ripresa della “battaglia” per l’indipendentismo amministrativo di tutto il territorio dell’odierno V Municipio di decentramento amministrativo di Bari e, quindi, per la richiesta alla Regione Puglia di riapertura dell’iter legislativo per la costituzione in Comune autonomo di Palese e Santo Spirito. Un nuovo Comune che, numeri alla mano, nella realtà della “Città metropolitana” di Bari sarebbe l’8° per popolazione e, quindi, per importanza, su un totale degli odierni 41 Comuni che compongono l’Area metropolitana barese. Quali le novità nella formazione di questo nuovo comitato? Sicuramente il fermento massiccio a favore dell’Autonomia comunale nella comunità del (finto) V Municipio barese. Finora, infatti, a tacere sull’iniziativa sono i due consiglieri comunali locali (Michelangelo Cavone e Michele Picaro) ed i rappresentanti del Municipio, con la sola eccezione della ormai dimessa consigliera del M5S, Francesca Maiorano, che – come già riferito in altro nostro precedente servizio – aveva dichiarato apertamente da tempo, sia attraverso i media che ultimamente su Facebook, la propria adesione al progetto autonomistico. Di analogo avviso evidentemente anche il suo mancato subentrante nel Consiglio del V Municipio, Michele Matera, il quale, appena informato delle dimissioni di Maiorano da consigliera, ha immediatamente rinunciato al mandato, affermando di ritenere inutili i Municipi di decentramento barese e, quindi, uno spreco di risorse pubbliche il loro costo per i politici che vi fanno parte, a cominciare dai “gettoni” che avrebbe eventualmente percepito lui, se avesse accettato il subentro. Al momento non si conosce cosa pensa il sindaco Antonio Decaro di ciò che sta accadendo nel V Municipio e del probabile “tornado” autonomistico che ormai riscontrando il gradimento della cittadinanza locale in maniera massiccia ed a prescindere dalle simpatie politiche di ognuno. Infatti, finanche un elettore locale che non ha fatto mistero di aver votato per il sindaco Decaro in entrambe le volte in cui è stato candidato (e che ora si è dichiara favorevole all’Autonomia comunale di Palese e Santo Spirito) ha ironicamente esclamato: “E voglio vedere che il presidente dell’Anci (ndr – Associazione nazionale dei Comuni d’Italia) si dichiari contrario alla nascita di un nuovo Comune!”  Ed è con tale premessa, dopo cento anni esatti da quel primo ddl di Di Vagno, è ripartita a Palese  e Santo Spirito la “battaglia” di libertà e diritto all’autodeterminazione amministrativa.

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 7 Settembre 2021

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