Cronaca

Riprende a giugno il processo agli assenteisti della Croce Rossa

Riprende tra un mese dinanzi al collegio giudicante della Prima Sezione Penale presso il Tribunale di Bari, il processo ad una dozzina di funzionari e dipendenti della sezione barese della Croce Rossa, un capitano, diciotto marescialli e quattro impiegati civili. A tutti, a vario titolo, il sostituto procuratore della Repubblica Roberto Rossi ha contestato il reato di truffa ai danni della Cri, perchè gli indagati si sarebbero assentati dal loro ufficio durante l’orario di lavoro. Gli indagati sono, in sostanza, accusati di aver attestato falsamente la propria presenza sul foglio di firma giornaliero, di aver fatto timbrare da altri il proprio cartellino elettronico nel sistema di rilevazione delle presenze; e di essersi allontanati dal proprio posto di servizio, nel corso della giornata lavorativa, senza alcuna autorizzazione o annotazione sui documenti di presenza. Le contestazioni riguardano il periodo compreso tra fine febbraio e fine marzo 2008, mentre un altro filone di indagine riguarda tonnellate di generi alimentari di cui si sarebbero appropriati alcuni dipendenti, dopo averli lasciati scadere ed andare a male negli stessi magazzini della Croce Rossa. Il Commissario straordinario di Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, nei mesi scorsi ha espresso grande indignazione a seguito della notizia che riguardava i dipendenti baresi della Croce Rossa a Bari, messi sotto inchiesta dalla Procura. “Se risultassero veritiere le imputazioni e fosse disposto il rinvio a giudizio, i ventitré dipendenti verrebbero sospesi immediatamente dal servizio e dalle funzioni. Le leggi vigenti non consentono la sospensione, poiché prima serve la pronuncia di un giudice terzo: ad oggi c’è solo l’avviso di conclusione delle indagini. Comportamenti come quelli denunciati dalla Magistratura non sono tollerabili”, ha commentato Francesco Rocca. Nel frattempo, come detto all’inizio, una dozzina di indagati hanno chiesto di patteggiare le pene richieste dal pubblico ministero, ammettendo di fatto le proprie responsabilità e quindi hanno così chiuso la vicenda giudiziaria che nel gennaio scorso li ha visti coinvolti. Le indagini, condotte dagli agenti del commissariato di Carrassi di Bari, sono state avviate dopo una segnalazione che aveva denunciato la presenza, nel capannone dell’autoparco della Croce Rossa, di ben 14 tonnellate di pasta avariata che sulla carta era destinata alle famiglie in difficoltà. Sotto processo sono finiti Vito Amati, Luigi Barca, Michele Gioia, Gianfranco Daniello, Michele De Tullio, Antonio Fuso, Gianni Paparella, Giovanni Peragine, Luigi Siciliano, Domenica Stea e Mario Trotti. Il direttore della sezione pugliese della Croce Rossa, Nicola Trentadue, è accusato anche di peculato poiché avrebbe usato beni e automezzi di servizio con relativo autista per scopi personali: approfondendo anche altri casi, sempre in seguito ad alcune lettere anonime, la polizia ha scoperto, dopo vari appostamenti e pedinamenti, parecchi casi di assenteismo. La truffa era molto banale: l’assenteismo del personale della Croce Rossa o meglio la presenza solo fittizia in ufficio, era timbrare il cartellino per poi sparire intere giornate, allontanandosi dall’ufficio di piazza Mercantile. Un sistema diffuso, come dimostrano le immagini, registrate dalle telecamere degli agenti del commissariato di Carrassi che hanno ripreso gli spostamenti dei dipendenti chiamati a comparire dinanzi al Gip il 19 febbraio. I filmati ora al vaglio del giudice dell’udienza preliminare documentano come marescialli, capitano e impiegati fossero più volte usciti dall’ufficio per andare al bar, a fare la spesa ed altro e quindi accusati di essersi allontanati arbitrariamente dal proprio posto di lavoro. Ma per cominciare ad avere un quadro più chiaro delle tesi accusatorie, bisognerà aspettare l’udienza del 16 giugno, quando comincerà la sfilata dei primi testimoni.
 
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 25 Maggio 2011

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