Cronaca

Riprende il processo sulla Masseria Maselli: in aula il ‘superconsulente’

Chiuse da circa un anno e mezzo le indagini sui complessi all’epoca in costruzione a Lama Balice, alla periferia nord della città, riprende lunedì prossimo, 19 novembre davanti al giudice monocratico della Seconda Sezione Penale dottor Silvestri il processo per presunti abusi edilizi e falso a carico dei titolari delle imprese ‘Maestrale’ e ‘Vele al Vento’ dei fratelli Simone da Altamura e del noto imprenditore alberghiero Vito Vasile . Al centro del dibattimento la trasformazione di un’antica masseria “Gironda Maselli”, risalente alla fine del Settecento, in un ‘resort’ di lusso. Ma, dopo aver passato al vaglio la posizione di un’altra mezza dozzina di imputati che avevano realizzato lo scavo, anch’esso rientrante nella più ampia indagine condotta dalla Procura della Repubblica di Bari per oltre cinque anni, su quei progetti e lavori nell’area a nord della Città, lunedì sarà la volta dell’ingegner Michele Stella a presentarsi davanti al Giudice, nella sua funzione di consulente. Al centro delle indagini l’accordo di programma stipulato tra Comune di Bari, Regione Puglia e imprenditori per la costruzione di vari complessi edilizi contenenti appartamenti, scuole e strutture sportive, ma in difformità con le previsioni urbanistiche. L’accordo, risalente addirittura al 1998, prevedeva la realizzazione di oltre mille appartamenti, ma comprendente anche strutture e aree a verde destinati all’edilizia convenzionata, negozi, scuole e strade. I lavori partirono nel 2000. Nel 2004 fu completato il primo comparto e l’anno successivo arrivarono le ultime concessioni edilizie. I sequestri dei cantieri ‘Vele al vento’ e ‘Sigma sud’, invece, furono disposti all’inizio del 2007, su richiesta del sostituto procuratore Pirrelli. L’indagine più lunga e complessa, infatti, riguarda i complessi residenziali “Sigma Sud”, ancora sotto sequestro, e “Vele al Vento”, che avrebbero dovuto ospitare oltre trecento appartamenti, un centro direzionale, negozi, pizzerie e sale cinematografiche. Ma come detto la prossima settimana sarà ascoltato l’ing. Michele Stella, cinquantasei anni barese, denunciato da uno degli imputati per il suo comportamento molto più che inquisitorio e di parte, nonostante la legge preveda che il perito, seppure organo dell’accusa, svolga i suoi accertamenti a favore della persona sottoposta alle indagini. Invece Stella nel corso delle sue operazioni peritali arrivava sul cantiere sequestrato sempre a bordo di autovetture del Corpo della Forestale e impartiva ordini agli stessi ufficiali e agenti di P.G. delegati alle stesse indagini. Ma l’ingegnere-consulente potrebbe essere costretto a spiegare il gran numero di ctu affidategli, peraltro in un ristretto arco temporale, dal procedimento “Lama Balice” al procedimento “Parcheggi” di pizza Battisti, piazza Giulio Cesare e C.so Cavour fino ai procedimenti penali riguardanti la Dec dei Degennaro (via Pappacena e direzionale S. Paolo) senza contare altre indagini (stralcio ‘Domino’; Procedimento zona artigianale Giovinazzo; Progetto Iberotel Ugento; Progetto S.I.T.R.u.S) Insomma, come poteva Stella ottemperare a tutti questi incarichi così complessi, a detta dello stesso Ing. Stella, svolti, peraltro, senza trascurare l’impegno accademico presso il C.N.R.? Gli ultimi dubbi, infine, che dovrebbe chiarire al Giudice il professionista fanno ferimento al progetto denominato S.I.T.R.u.S. (pare del valore di 900mila euro) il cui responsabile è proprio l’Ing. Stella. Il quale era, appunto, anche responsabile d’uno studio – progetto di sviluppo turistico sostenibile proprio sugli stessi luoghi oggetto di sequestro nel procedimento penale “Lama Balice” oggetto della sua consulenza tecnica. Secondo la procura, i lavori finiti sotto inchiesta sarebbero stati avviati in un’area sottoposta a vincolo per l’esistenza di specie protette. Nell’ipotesi accusatoria formulata dal sostituto procuratore Francesca Romana Pirrelli, è stata ipotizzata anche l’accusa di frode in pubbliche forniture, per la mancata costruzione, appunto, degli impianti contemplati dall’accordo tra enti ed imprese private nel quadro di ben 504 ettari di parco naturale, coinvolgendo una ventina di persone tra imprenditori e funzionari pubblici del Comune. quattro anni fa, però, su disposizione del tribunale del Riesame, il complesso edilizio della società ‘Vele al Vento’ fu dissequestrato, mentre risulta ancora sotto sequestro la struttura della ‘Sigma Sud’, come deciso dal gip che a settembre dell’anno scorso ha rigettato la richiesta di revoca della misura presentata dagli avvocati della società facente capo alla famiglia Rafaschieri.

Francesco De Martino


Pubblicato il 17 Novembre 2012

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