Cultura e Spettacoli

Risate ‘gregarie’, che tormento

A Conversano, al civico 14 di via Donato Jaia, a poca distanza dall’Ospedale, è attiva la Casa delle Arti, un innovativo centro culturale polivalente per la promozione di eventi culturali e di trattenimento (a gestirlo è la Cooperativa Sociale Artimedia, che nel 2005 ha recuperato e riqualificato una vecchia palestra in disuso ed eretta durante il Fascismo). Un presidio culturale di già consolidata tradizione e particolarmente fertile quanto a rassegne di cinema, musica e teatro. A quest’ultimo proposito è il caso di segnalare ai lettori il prossimo evento in cartellone. Evento fissato per giovedì 22 dicembre alle 21: 00, quando Alessio Genchi, un giovane attore barese, metterà in scena un testo di un altro e suo coetaneo barese : Nicola Capogna. ‘Fa che non è originale’, questo il titolo dell’opera, è un pungente monologo sulla banalità omologata che appiattisce la vita dell’uomo contemporaneo. Reduce da un rifiuto editoriale che lo ha fatto infuriare, un giovane insoddisfatto, tormentato e polemico si lascia andare, si racconta per poco meno di un’ora. La scena è nuda, a parte una poltrona bianca a cui è appeso un sinistro burattino (la Morte) che di tanto in tanto farà da muto interlocutore. Scrosci di risate ‘gregarie’, quelle risate di gruppo registrate e che tanta parte hanno nelle sit-comedy statunitensi, intervallano lo sfogo del protagonista, che se ne sente tormentato. Ridono di lui, della sua inettitudine ad adattarsi agli stilemi di un mondo massificato? E chi sono questi che ridono da decenni? Forse sono morti… L’idea, che ha del beffardo e che trova lugubre riflesso nel pupazzo di cui prima, molesta periodicamente il Nostro, intanto che in salsa barese si lagna dei cattivi costumi da ipermercato, della stupidità ultras, della piattezza festaiola dell’era globale e di cento altre cose assurde. La ricerca (improduttiva) di un’originalità che sia salvifica scava un fossato intorno al personaggio, cui neanche lo strizzacervelli riesce a dare pace. Il conclusivo, mesto rientro fra le quinte – tutto l’opposto del tumultuoso ingresso – dà di solitudine e sconfitta. A parte qualche spunto comico, ‘Fa che non è originale’ è lavoro venato di profonda amarezza. Non cerca la risata, che quando spunta ha sempre dell’involontario. Cerca piuttosto (con qualche incertezza nei raccordi)  di partecipare un pensiero controcorrente, che però corre il rischio d’essere inteso non più che in modo epidermico. Dal canto suo Alessio Genchi non si risparmia. Mettendo in campo tutta la sua fisicità, si muove con buona presenza scenica rivelando una certa versatilità e un promettente mestiere.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 16 Dicembre 2016

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