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Rischiano il ‘crack’ le stabilizzazioni dopo impegni e promesse a tutto spiano

E’ stato pubblicato alla fine dello scorso anno sul sito istituzionale dell’Ente Regione Puglia l’avviso per l’acquisizione dei ‘curricula’ relativo ai trecentosettantanove impiegati e funzionari a tempo determinato in servizio presso lo stesso ente. Un altro passo sulla via della stabilizzazione del personale precario, anche se null’altro da segnalare c’è sul tema in questo primo scorcio di inizio 2015, lasciando di stucco chi dall’assessore al Personale e Risorse Umane Leo Caroli si attendeva ulteriori accelerate. Invece, come detto, su stabilizzazioni ed esodi incentivati del personale storico ormai alla soglia del pensionamento (da notare che su quest’ultimo fronte sono in ballo gli interessi ultralegittimi di dipendenti ultrasessantenni trattenuti alla Regione anche per altri due o tre anni, bloccati da finestre sprangate improvvisamente dalla “maledettissima legge Fornero”…) c’è da registrare uno strano ‘stop’ che non denota nulla di buono, specie tenendo presente che l’Ente Regione non aveva fatto ancora i conti con lo sfaldamento degli enti provinciali e una crisi dagli esiti sempre meno prevedibili. E così, tra rinvii e aggiornamenti, la discussione sulla stabilizzazione dei magnifici 379 comincia, rallenta e poi addirittura si ferma, magari per riprendere e poi rallentare….e avanti così’ da mesi e mesi. Per vedere seduti attorno al tavolo sindacati e rappresentanti della stessa Regione, tanto per dirne un’altra, nessuno sa dare date precise, anche se giustamente c’è chi invita a tenere a bada i taccuini visto che, una volta pubblicati bandi e avvisi, ora bisognerà attendere che uffici e servizi facciano il loro lavoro. Arrivando, insomma, a stilare almeno una graduatoria tra gli aventi diritto all’assunzione a tempo determinato, un lavoro a singhiozzo che sta conducendo tra mille problemi e difficoltà il servizio Personale diretto dalla dottoressa Gattulli. A proposito, quanto tempo ci vorrà ancora per definire le praiche? Di sicuro, vista e considerata la materia spinosa, all’assessore Caroli gli è passato il sorriso stampato sulla faccia, senza contare che a mettergli il bastone tra le ruote nelle trattative a singhiozzo per firmare gli accordi sarebbe proprio quella Cgil (ora più che mai in un mare di guai tra dimissioni e scandali) di cui lo stesso Caroli è dirigente nel comparto Flai/Forestali. Ma andiamo per ordine e ricapitoliamo brevemente qualche punto fermo di una vertenza che coinvolge e interessa in prima persona diverse centinaia di dipendenti regionali in Puglia, di ogni ordine e grado. Prima di tutto bisogna dire che, a scanso di equivoci, con le elezioni fissate a maggio il tempo diventa merce preziosissima, nel senso che ogni giorno che passa invano sul fronte delle stabilizzazioni avrà un peso notevolissimo. E due mesi pieni –tanti ne restano più o meno togliendo fine settimana e ordinaria amministrazione preelettorali- potrebbero essere insufficienti, per passare agli atti e provvedimenti aventi rilevanza amministrativa. E pensare che le prime assunzioni dei precari dovevano passare, secondo le promesse della squadra di Vendola, già entro la fine del 2014, stando almeno a leggere i bollettini del padrone diramati e ripresi da vari organi di informazione locale. Ma in lista d’attesa ci sono pure i diciannove vincitori di un altro concorso, un’altra procedura concorsuale ancora piu’ datata di quella riguardante gli impiegati di categoria C svolta e non portata a termine pur riguardante la categoria dirigenziale. Di loro potrebbe tornare a parlarsi presto, soprattutto dopo le prime sentenze del Tribunale Amministrativo della Puglia. Ma, come detto, Vendola e compagni pensano solo al tornaconto elettorale e hanno occhi solo per quei precari che, in effetti, in alcuni casi lavorano per l’Ente da circa dieci anni. Un vero record, anche se c’è chi giura che per adesso le diverse centinaia di lavoratori a tempo determinato della Regione dovranno accontentarsi di un’altra proroga del loro contratto. E non fa niente se sarà la terza o in alcuni casi la quarta, come detto caso piu’ unico che raro nel panorama della Pubblica Amministrazione nazionale, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. E’ chiaro che i precari interessati, in ballo da troppi anni nei servizi e settori piu’ disparati attraverso contratti a tempo determinato, sperano prima delle prossime elezioni di vedere definito il proprio inquadramento nell’ente. Aspirazione legittima, se non fosse che le resistenze  – e non solo dei politici della fazione opposta a Vendola e compagni…- interne stanno montando oltre il previsto, anche a causa del caos normativo generato dalla Legge di stabilità e la contestuale complicazione rappresentata dalla legge 56 “Del Rio” sul riordino delle Province: se c’è bisogno di funzionari, come afferma la Regione, chi meglio degli esperti e rodati ex provinciali fa alla bisogna?

Francesco De Martino


Pubblicato il 15 Gennaio 2015

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