Cronaca

Rischio idrogeologico, ecco la mappa provincia per provincia

 

Raffiche di vento fino ad 80 chilometri orari hanno spazzato la Puglia nei giorni scorsi, a cominciare dalla vigilia del lungo ponte pasquale, danneggiando tendoni, teli, strutture e produzioni sono solo l’ultimo effetto della tropicalizzazione del clima che si abbatte su un territorio fragile, rileva Coldiretti Puglia sulla base dei dati del Rapporto ISPRA. “Sono ben duecentotrenta i comuni pugliesi a rischio frane e alluvioni e a pagarne i costi, oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Anche il consumo del suolo è avvenuto per il 67,5% in contesti prevalentemente agricoli o naturali, depauperando pezzi di territorio e deturpando il paesaggio, oltre ad impoverire il tessuto imprenditoriale agricolo pugliese”, denuncia Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni, secondo le elaborazioni di Coldiretti Puglia sulla scorta dei dati ISPRA. Il problema molto serio che, però, alcun amministratore pare ancor aver preso in considerazione nella sua interezza, è che la pulizia di fossi e canali, la gestione di dighe e degli impianti irrigui è un’attività assolutamente indispensabile che va garantita – denuncia Coldiretti Puglia – anche in considerazione dei ripetuti danni subiti, a causa della mancata manutenzione straordinaria degli impianti irrigui collettivi, pozzi compresi e delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali.  “Gli effetti dell’incuria e delle mancate opere di bonifica – conclude il presidente Muraglia – sono evidenti sul territorio. Alberi nei canali di scolo e canneti, tombini nelle aziende agricole ostruiti, sono solo alcuni esempi di quanto rilevato nel corso dei sopralluoghi effettuati dalla squadra di tecnici di Coldiretti Puglia che si sta muovendo sul territorio per verificare che le opere siano realmente state realizzate”. Per l’associazione di categoria in effetti da tempo siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne. Mario Parise, Professore Associato del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Bari «Aldo Moro», ha già posto in passato attenzione proprio al monitoraggio per la riduzione del rischio da sprofondamento, giusto per sensibilizzare maggiormente sulla prevenzione ai disastri naturali, un lavoro non visibile spesso oscuro che risulta avere uno scarso consenso pubblico e scarso peso politico, come detto. In Puglia sono tre le aree carsiche presenti in regione e cioè Gargano, Murgia e Salento, territori che richiedono un’attenzione specifica ai fini della protezione e salvaguardia, mentre 146 eventi sismici anche di lieve entità sono avvenuti in Puglia, dove c’è una legge per la tutela e la valorizzazione del patrimonio geologico e speleologico, la Legge Regionale 33/2009, che vede come priorità assoluta quella di conoscere la localizzazione delle cavità in quanto primo passo fondamentale nella conoscenza del territorio. Una legge che dovrebbe essere conosciuta ed applicata maggiormente.

 

Antonio De Luigi

 


Pubblicato il 27 Aprile 2019

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