Cultura e Spettacoli

Rivetti e salopette, la grande trovata

Pur preziosa, Wikipedia è prodiga anche di inesattezze. Una di queste vuole che il 20 maggio del 1874 Levi Strauss e Jacob Davis depositarono il brevetto dei blue jeans con i rivetti in rame. Le cose andarono diversamente. Ai primi di maggio del 1873, all’Ufficio Brevetti di Reno, in Nevada, si presentava un tale Jacob Davis, un sarto lettone che per primo aveva avuto l’idea di rinforzare con rivetti di rame i punti di tensione, come le tasche ad esempio, degli indumenti dei manovali. Ma quando l’impiegato gli domandò i 68 dollari necessari alla formalizzazione della pratica, il povero Davis cascò dalle nuvole : Sicché si pagava!… Andò via sconsolato, non disponendo della cifra. La sera stessa se ne lamentò con un suo fornitore, un certo Levi Strauss, un ebreo bavarese naturalizzato statunitense, che una ventina d’anni prima aveva fondato insieme al cognato David Stern l’ingrosso Levi Strauss & Co. da cui il sarto lettone acquistava tessuti in fibra di canapa. L’attività di Strauss si concentrava dal 1849 sulla vendita ambulante a braccianti, agricoltori e cercatori d’oro di indumenti da lavoro in ‘denim’, un tipo di tela poco costosa e particolarmente resistente prodotta a Nimes, in Francia, da cui il nome. Strauss, poi, aveva disegnato a tale scopo un particolare capo d’abbigliamento consistente in un pantalone dalle gambe piuttosto ampie che presentava un prolungamento sul busto in forma di pettorina mantenuta da due bretelle incrociate sulla schiena. Fiutando l’affare, Strauss propose a Davis di entrare in società e depositare un progetto congiunto : la salopette in denim rinforzata con i rivetti.  Quel brevetto, il n° 139.121, portò fortuna. Presto la ditta cominciò a sfornare anche semplici pantaloni da lavoro ma con le stesse caratteristiche della salopette rinforzata con i rivetti. Quando quel modello attecchì presso un’utenza lontana dal lavoro manuale, la Levi-Strauss decollò : Era nato il moderno jeans. Nel 1886 compare per la prima volta il ‘patch’, l’etichetta con due cavalli posta sul retro dei pantaloni dove sono riportate le indicazioni della taglia e del modello, oltre a un marchio (che inventò il nipote preferito di Levi, Sigmund figlio della sorella) ricavato da un vecchio disegno pubblicitario raffigurante un elementare test di resistenza, che raffigura due cavalli che cercano di strappare, tirandoli in direzioni opposte, un paio di jeans. Successivamente, avendo bisogno di distinguersi dalla concorrenza e di avere una immagine più definita, la Levi Strauss introdusse un nuovo elemento di distinzione: la red tab, l’etichetta rossa di minuscole dimensioni (1,5 per 0,5 cm.) cucita a bandiera sul bordo della tasca posteriore destra, con la scritta  Levi’s in maiuscolo e in verticale. Dal 1890 in poi tutti gli articoli prodotti dalla Levi Strauss e Co. vengono numerati in sequenza. I pantaloni da lavoro rivettati ricevono la numerazione 501 che ancora oggi identifica il modello classico dei jeans Levi’s. La forza del prodotto sta nella fedeltà alla sua forma originale : la linea 501 non segue i dettagli della moda ed è ancora prodotta secondo il disegno originale.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 20 Maggio 2017

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