Roberto, uno dei tre
Alle ore 0:30 dell’8 dicembre 1977 un boato svegliava Brindisi : una tremenda esplosione si era prodotta all’interno della Montedison, il gigantesco impianto petrolchimico che tra dipendenti e indotto dava lavoro a quasi diecimila lavoratori. Nella tragedia trovarono la morte i tre tecnici di turno nella sala controllo dell’unità produttiva P27, la cosiddetta ‘zona fredda’.Indagini successive indicarono in una fuga di propilene la causa del disastro, disastro che avrebbe avuto conseguenze ancora più devastanti se Carlo Greco (47 anni), Giuseppe Marulli (34 anni) e Giovanni Palizzotto (23 anni) non si fossero “sacrificati nel disperato tentativo di mettere in sicurezza l’impianto”, come sottolineato dal Procuratore della Repubblica Di Bitonto al termine dell’inchiesta. In un secondo momento si calcolò che senza quel gesto eroico sarebbe saltato in aria l’intero impianto con effetti pari all’esplosione di 15 tonnellate di tritolo. E quindici tonnellate di tritolo vogliono dire l’energia prodotta da una scossa di magnitudo del quarto grado della scala Richter. E se quell’energia si sprigiona in superficie e non in profondità come avviene in tutti i sismi, allora… Insomma, con la Montedison rischiava di finire polverizzata anche Brindisi, allora popolata da 80mila abitanti. L’anno prossimo ricorrerà il quarantennale di quella tragedia. Per evitare vuoti di memoria (anche istituzionali), teatranti si attivano. E’ il caso di Sara Bevilacqua ed Emiliano Poddi, la prima interprete e il secondo drammaturgo di ‘Revolution’, un allestimento di Meridiani Perduti. Lo spettacolo, che gira da alcuni anni, ha di nuovo fatto tappa a Bari, dove venerdì scorso è stato in cartellone al Bravò nell’ambito della rassegna Teatro.Off, diretta da Mariapia Autorino. Ancora la Bevilacqua e compagni ( Daniele Guarini e Daniele Bove) hanno fatto centro toccando il pubblico. Le ragioni di questa commozione vanno ricercate nel fatto che qui si parla con molta discrezione del sacrificio dei tre tecnici, i quali non vengono messi in vetrina e dei quali non s’invoca la santità. Ad essi invece è dedicato un accenno discreto, solo in chiusura di spettacolo, e quale conseguenza di un percorso drammaturgico dai risvolti autobiografici : Una ragazza cresce nella Brindisi degli anni sessanta, questa tenera città di provincia che i Beatles e i successi astronautici provano a scuotere dal torpore. Lei trova l’amore così a lungo agognato, ma la sorte glielo strappa presto. Roberto è fra i tre morti… Uno spettacolo comunque arioso, frizzante, scanzonato e il cui amaro retrogusto fa pensare a quei bei volti di donna su cui una sciagura abbia per sempre lasciato il segno nelle forme di un sorriso ed uno sguardo teneri e pensosi, velati da una malinconia irrimediabile. Ancora toccante la Bevilacqua, accompagnata da degni comprimari.
Italo Interesse
Pubblicato il 14 Novembre 2018