Cultura e Spettacoli

Roberto veniva da Bari. Radeva e tagliava da Dio

Da oltre mezzo secolo (l’inaugurazione avvenne nel 1962) nel cuore di Milano, in via Montenapoleone, si apre il salone dei Vergottini, celebre ‘studio d’acconciatura femminile’. Sono stati loro ad inventare il caschetto di Caterina Caselli e quello di Raffaella Carrà. Per le loro mani sono passate teste importanti dello spettacolo (Milva, Gigliola Conquetti, Audrey Hepburn…). La storia della più famosa famiglia di parrucchieri d’Italia comincia assai prima degli anni del boom economico. Ne parla Jill Vergottini, attuale erede di questo impero dell’acconciatura, in ‘Mi raccomando la frangia’, un testo edito due anni fa da Addeditore. Nel primo capitolo, si legge : “Tutto cominciò a Genova, quando il mio bisnonno, Roberto Quistelli che faceva il barbiere e veniva da Bari, incontrò mio nonno, Giovanni Vergottini…” Il Vergottini, che non era di Genova, era lì per cercare lavoro, forse per imbarcarsi per le Americhe. “Giovanni cominciò a lavorare nel negozio di Quistelli che per primo dedicò uno spazio al reparto femminile”. L’autrice omette le date ; orientativamente siamo ai primi del Novecento. Giovanni sposa Maria, figlia di Roberto, da cui ha due figlie, Lina e Celeste, che “fin da giovanissime iniziarono a lavorare nel salone del padre che nel frattempo si era messo in proprio”. Poi viene la guerra, il trasferimento prima a Bergamo poi a Milano, infine il successo. Torniamo indietro. Chi era questo barbiere che veniva da Bari? Il libro della Vergottini, prodigo di notizie e aneddoti a proposito di volti noti, è piuttosto avaro in proposito. Dobbiamo lavorare di fantasia : Siamo a Bari, ai primi del Novecento. Un povero e giovanissimo Roberto fa il barbiere. Per meglio dire, sta a bottega. Nel negozietto del suo Maestro a Barivecchia prepara la schiuma da barba, spazza da terra i capelli, porge il cappotto al cliente, quando capita intasca una mancia e intanto osserva, ruba il mestiere. Col consenso del Maestro ogni tanto si cimenta a radere e tagliare. Ha talento, si capisce subito, ma non ha spazio. Non ha soldi. Così, resterà ‘ragazzo’ a vita, non avrà mai una bottega tutta sua. Poi qualcuno gli mette in testa l’idea che in America basta avere un arte e voglia di applicarsi per prosperare, anche partendo da zero. Roberto non perde tempo, mette in valigia rasoio, forbici e pettine e brucia i pochi risparmi per arrivare in treno a Genova. Lì , al porto, farà barba e capelli agli emigranti in partenza sino a quando non avrà accumulato il gruzzolo necessario a pagarsi l’imbarco. Il tempo passa, Roberto lavora e accumula, si avvicina il momento di partire ma intanto cresce la fama di questo ragazzo dalla parlata curiosa che rade e taglia da Dio. Perché varcare l’Atlantico se forse l’America l’ha già trovata? Qualcuno forse gli fa credito. Roberto Quistelli si ritrova a Genova Maestro di bottega. E si impone. Non gli basta. Ambizioso e creativo, ama la sfide. Prende il locale adiacente a quello dove esercita la sua arte e, tra lo sconcerto generale, apre il primo ‘pubblico salone di acconciatura femminile’. La fortuna lo assiste, sfonda. Adesso i giovani sgomitano per stare a bottega da Mastro Roberto, altrimenti detto ‘il barese’. Di questi giovani a Roberto piace uno in particolare, uno svelto e appassionato. Come ha detto che si chiama? Ah, Giovanni Vergottini…

Italo Interesse

 


Pubblicato il 13 Luglio 2013

Articoli Correlati

Back to top button