Cultura e Spettacoli

Rosalia Montmasson, dalla Puglia dolore e vendetta

Francesco Crispi, Presidente del Consiglio dei Ministri tra il 1887 e il 189, forse non mise mai piede in Puglia. Ma due persone della nostra terra lasciarono il segno sulla sua storia : un’avvenente nobildonna leccese e un giovane di fede repubblicana. Crispi entrò in contatto con Lina Barbagallo quando cominciò ad averne abbastanza della moglie, Rose Montmasson, per tutti Rosalia. Il matrimonio di Crispi era stato celebrato nel 1858 a Malta, dove la coppia si era rifugiata per ragioni di persecuzione politica. Personaggio di umili origini ma esuberante e pieno di coraggio (fu l’unica donna a prendere parte alla spedizione dei Mille), la Montmasson fece comodo al marito fino a quando questi non diede il via alla sua fortunata scalata al potere. Appena Rosalia si rivelò inadatta ai salotti raffinati e agli altri ambienti mondani necessari ad un arrampicatore sociale, il Crispi meditò di sbarazzarsi dell’ingombrante consorte. Invaghitosi di Lina Barbagallo, Crispi avviò con lei una duratura relazione da cui nacque anche una figlia. Cinque anni dopo la nascita della bambina, il 26 gennaio 1878 la coppia convolava a nozze, celebrate in casa perché in giro non si sapesse. Ma la notizia trapelò ugualmente e fu subito scandalo. Perduto il favore dei Sovrani, Crispi dovette dimettersi dalla carica di ministro. Dovette quindi affrontare un processo per bigamia. Ne uscì comunque vincitore, avendo la sua difesa dimostrato l’irregolarità formale del precedente matrimonio con la Montmasson poiché all’atto della celebrazione quel sacerdote di Malta era sospeso ‘a divinis’ per ragioni politiche. Rosalia rimase a Roma, dove sopravvisse con la pensione assegnata ai Mille. Morì in povertà, tanto che la sua salma venne tumulata in un semplice loculo, concesso gratuitamente dal Comune di Verano, nel cui cimitero riposano ancora i suoi resti. Spostiamoci ora in avanti e veniamo ai giorni nostri. Un anno fa a Ribera, comune siciliano dove nacque Crispi, è stato inaugurato un monumento dedicato al celebre uomo politico. L’opera, posizionata in Piazza Duomo, riproduce in bronzo e a dimensioni naturali Crispi e Rosalia. Ma mentre la figura di Crispi appare in risalto in cima a un basamento dove a chiare lettere è scolpito il suo nome,  Rosalia è in basso, anonima. Ne è nato un piccolo parapiglia politico. In attesa che il Comune rimedi all’omissione, cittadini del Comitato Rosalia Montmasson ogni giorno appongono al collo della sfortunata donna cartelli esplicativi e in cui polemicamente si reclama giustizia. Ignoriamo se l’amministrazione di Ribera ha provveduto. E quel giovane repubblicano pugliese? Il 13 settembre 1889 Crispi fu vittima di un attentato da parte di Emilio Caporali, che lo colpì al viso con un sasso mentre con la figlia passava in carrozza per le strade di Napoli. Arrestato, il Caporali venne giudicato pazzo e segregato in manicomio, benché motivasse il suo gesto come atto politico. Che volesse invece riscattare il nome della nostra terra agli occhi della povera Rosalia ridotta a una clochard?

Italo Interesse

 


Pubblicato il 26 Gennaio 2013

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