Cultura e Spettacoli

Rosario e Sharon, sogno e incubo

Folla la settimana scorsa al Cineporto per l’anteprima di ‘Il cratere’, un film di Silvia Luzi e Luca Bellini che uscirà nelle sale giovedì 12 aprile. E’, questo, un film che respinge il romanzato a beneficio di una realtà decisamente ‘cruda’. Luzi e Bellini pescano a piene mani nel quotidiano utilizzando non-attori che interpretano sé stessi. Un film cucito addosso ai protagonisti, i quali sorprendono per l’indifferenza manifestata verso l’invadenza della macchina da presa. Un’opera in bilico tra realtà e finzione, stante questa ‘complicità’ degli attori. ‘Il cratere’ racconta la storia assolutamente odierna ed ambientata in un hinterland napoletano di Rosario Carroccia e di sua figlia Sharon. Lui è un poveraccio che fra luna park, fiere e feste di piazza arrangia regalando peluches a chi pesca il numero vincente. Lei canticchia il genere neo melodico senza essere alcuna promessa, ma il padre s’è fisso in capo di investire nella ragazzina, di farne una diva della nuova canzone partenopea. Fin qui una storia come tante se non fosse che il disegno dell’uomo, forse nella percezione d’essere destinato al fallimento, assume contorni ossessionanti : A forza di riprendere la ragazzina ogni qual volta si esibisce, conservandone accuratamente ogni traccia video, Rosario finisce con lo smarrire la reale percezione della figlia. Poco a poco Sharon involve ai suoi occhi nell’immagine trasmessa da un dispositivo di riproduzione. In preda al delirio il padre dissemina l’abitazione di telecamere di sorveglianza per spiare Sharon giorno e notte… La fuga della ragazzina mette fine al film. Che la provenienza dei due cineasti sia quella del documentario è evidente. Così come, con ogni evidenza, tale discendenza condiziona le scelte artistiche avvicinando involontariamente ‘Il cratere’ al genere docu-film. Questa deliberata assenza del ‘bello’ troverebbe spiegazione in una poetica-estetica cinematografica avvicinabile a ciò che fu il Verismo in letteratura. E’ vero, anche attraverso l’obiettivo della macchina da presa si può ritrarre il mondo e la vita così come sono, senza giudicare, lasciando perdenti e vincenti nella loro giusta luce. Tuttavia il cinema è anche spettacolo. E lo spettacolo latita, qui. ‘Il cratere’ parte certamente da uno spunto originale, presenta però il limite di non saper prendere per mano la platea e condurla in questa incursione famigliare. Per meglio dire, la prende sì per mano, ma in malo modo, quasi uno strattone. Poi senza tanti complimenti la scaraventa su set e al set la inchioda sino all’ultimo fotogramma. Una cosa che alla lunga stanca.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 4 Aprile 2018

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