Cultura e Spettacoli

Rosario estrasse la rivoltella e fece fuoco…

Erano le 9:20 di trentatre anni fa quando per le vie di Palermo si muoveva una 131 a bordo della quale viaggiava Pio La Torre. Da tempo il sindacalista ed esponente del PCI aveva grossi nemici : era nel mirino della mafia per aver aperto la strada con una coraggiosa proposta di legge al reato di associazione mafiosa, introdotto nel codice penale a settembre dello stesso anno, il 1982. Ed era inviso al governo Usa per la grande mobilitazione popolare che aveva sollevato contro l’installazione a Comiso di missili a testata nucleare. Il 30 aprile 1982, dicevamo, quella 131, mentre percorreva un tratto a carreggiata ristretta, veniva costretta a fermarsi da una moto di grossa cilindrata che, spuntata come dal nulla, le aveva sbarrato la strada. Mentre il passeggero del mezzo a due ruote cominciava a fare fuoco, dall’auto che seguiva scendevano altri killer. Nella tempesta di fuoco che si scatenava il noto sindacalista e politico siciliano perdeva subito la vita. Non il suo autista che aveva la prontezza di estrarre una rivoltella e sparare alcuni colpi prima di soccombere. Al funerale di La Torre presero parte centomila persone tra cui l’allora Segretario di partito Enrico Berlinguer, che tenne anche un discorso. Quando si parla di La Torre pochi ricordano di associare il suo nome a quello della persona che gli faceva da autista e guardia del corpo. Rosario Di Salvo era nato a Bari il 16 agosto 1946 (la foto lo ritrae a destra, mentre a sinistra è La Torre). Trasferitosi a Palermo si sposa nel 1970 con Rosa Casanova. Dopo le nozze emigra con la moglie in Germania, ma difficoltà di vario genere costringono la coppia a rientrare a Palermo dopo neppure un anno. Rosario si iscrive al Partito Comunista e trova lavoro come contabile presso una cooperativa agricola. Il lavoro alla scrivania però gli sta stretto. Il contatto con i grandi temi della politica lo stimola molto di più. Abbandonata la Cooperativa, si mette a disposizione dei maggiori esponenti del partito. Prima stretto collaboratore di Occhetto, Di Salvo diviene il braccio destro di La Torre. Con La Torre stabilisce un rapporto molto stretto. Accanto a questo dirigente che viene dalla gavetta, quest’uomo sincero e diretto, Rosario si esalta e sceglie per sempre di restare in prima linea là dove c’è da lottare contro il malaffare e la protervia del potere, costi quel che costi. Così, il 4 aprile del 1982 è nuovamente a Comiso per la sua ultima marcia di protesta che vede insieme cattolici e comunisti, socialisti e pacifisti di ogni credo. Gli restano da vivere ancora ventisei giorni. Gli è stata riconosciuta la medaglia d’oro al valor civile per “coraggio e spirito di servizio” . Non esiste a Bari una via dedicata a Rosario Di Salvo. Come non esiste una via dedicata a Pio La Torre o a entrambi.

Italo Interesse


Pubblicato il 30 Aprile 2015

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