Rudiae, l’anfiteatro delle meraviglie
Torna l’interesse intorno ai resti di Rudiae, l’antica e misteriosa (poi vedremo perché) città messapica che sta lentamente venendo alla luce alla periferia di Lecce lungo la strada per San Pietro in Lama. A riaccendere i riflettori sul futuro parco archeologico è stato il ritorno all’attività di scavo, un ritorno reso possibile dall’arrivo di fondi europei. Enorme il lavoro che attende le squadre di archeologi. A giudicare dall’estensione della cinta muraria si stima in un centinaio di ettari l’estensione dell’area. Al momento l’attenzione è concentrata sull’anfiteatro, questo enorme ellisse capace di raccogliere diecimila spettatori, largo quaranta metri e lungo ottanta, gemello di quello di Lecce ma con la differenza di essere a struttura piena, cioè con le gradinate che poggiano su un terrapieno. C’è anche un’altra differenza : mentre l’anfiteatro di Lecce è costruito con la tecnica dell’opus reticolatum, cioè con cubetti di pietra allineati in diagonale, quello di Rudiae è realizzato in blocchi monolitici secondo la tradizione messapica. Col declino di Rudiae, avvenuto nel I secolo dopo Cristo, l’anfiteatro divenne una discarica. Il colluvio, poi, ovvero l’accumulo lento di terreno portato dal vento, finì col riempire la cavea (l’arena è a quattro metri di profondità). Al momento già suscita entusiasmo il poco riportato alla luce : l’aditus maximus, da cui entravano gladiatori e fiere, oltre a ceramiche e monete rinvenute nello stesso punto di scavo. Ma ora c’è di più : mercoledì scorso è venuta alla luce una statua togata e ‘velocapite’, cioè col capo coperto da un velo ma senza testa, e a dimensioni naturali, scolpita in marmo pentelico (varietà di marmo pregiatissimo estratto dalla cave del monte Pentelico che si leva fra Atene e Maratona). Rappresentava un imperatore dell’età augustea, un alto magistrato, un potente patrizio?… L’interrogativo divide gli studiosi allontanandoli da un più antico motivo di disaccordo : la reale collocazione di Rudiae. E veniamo a mistero di cui in apertura. C’è ancora chi dubita che l’area archelogica di cui abbiamo parlato corrisponda a quella della città che diede i natali a Quinto Ennio, il grande poeta latino vissuto nel II secolo avanti Cristo. Secondo alcuni Rudie si collocava nel territorio compreso tra Francavilla Fontana, Villa Castelli, Grottaglie ed Oria. Altri studiosi posizionano la città scomparsa nelle adiacenze di Ostuni o nell’agro di Cisternino. In un approfondito studio del 1968 Vincenzo Andriani azzarda invece l’idea che le “reliquie di Rudiae potrebbero ricercarsi nei dintorni di Santa Sabina”, marina di Carovigno, nel brindisino.
Italo Interesse
Pubblicato il 20 Gennaio 2015