Cultura e Spettacoli

Sabbia ‘nera’? Non sempre è inquinamento

La costa pugliese è prevalentemente scogliosa, non mancano però tratti di arenile. Sono quelli i più accorsati in estate. In spiaggia si fa di tutto, si va dal prendere il sole al giocare ai tamburelli, dal far chiacchiere al riparo dell’ombrellone al leggere, all’ascoltare musica. Ci sono poi i bambini che si divertono a costruire castelli di sabbia. Ma a manovrare questi miliardi di granuli di roccia erosa non sono solo i piccoli. Capita sovente d’incocciare in tipi stesi sulla sabbia e avvolti da un velo della stessa con l’unica eccezione del capo. La loro immobilità dà di innaturale, anche d’inquietante. Con l’espressione tra il paziente e il rassegnato, essi attendono. Devono restare così almeno mezz’ora. Chi sono? Sono i ‘devoti’ della psammaterapia, volgarmente detta terapia della sabbia o sabbiatura. La sua pratica è assai benefica per chi soffre di artrosi o reumatismi, talune malattie della pelle e allergie, infiammazioni polmonari, osteoporosi, o per chi sia reduce da fratture, lussazioni, distorsioni (vietata però a cardiopatici, ipertesi, ipotesi, diabetici ed anemici). Il miracolo psammoterapico è frutto del dono che ha la sabbia di cedere calore senza ustionare e dei sali minerali attaccati ai suoi granelli (si consiglia di praticare la sabbiatura tra le 11 e le 15, non prima d’essersi bagnati con l’acqua di mare e aver lasciato asciugare il corpo esponendolo al sole). Risultati migliori si possono raggiungere  rivolgendosi ai centri termali specializzati (ce n’è uno a Castellaneta Marina). Chi invece voglia praticare la sabbiatura in modo casereccio, farà bene a scegliere la sabbia più adatta, che – in Puglia – troverà in abbondanza sugli arenili che da Barletta si stendono sino a Manfredonia. Quella di Zapponeta è la spiaggia dove la qualità della sabbia tocca l’apice. La ‘sabbia nera’ ispira diffidenza, fa pensare all’effetto del catrame o di altra forma d’inquinamento. In realtà deve il suo aspetto alla forte presenza di minerali ferrosi. Ed è proprio questa ‘ferrosità’ a renderla miracolosa contro i malanni di cui sopra. Eppure a Zapponeta e dintorni nessuno ha mai pensato a sfruttare industrialmente questa risorsa. Si va così avanti alla buona, così come avviene sulle spiagge di Alimini dove pure esistono aree di sabbia nera. Dicono gli studiosi che il responsabile di questa presenza sia addirittura l’Ofanto. Funzionerebbe così : Dalle sue fonti (non casualmente vicine all’area vulcanica del Vesuvio) il nostro maggior fiume trasporta in Adriatico materiali ferrosi che il moto ondoso restituisce a riva. Non totalmente, però. Il capriccioso gioco delle correnti spinge quei minerali ferrosi anche più lontano, in Salento, per esempio. Ed ecco ‘sporcata’ di nero la sabbia della spiaggia degli Alimini.
italointeresse@alice.it
 
 
 
 
 


Pubblicato il 2 Agosto 2011

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