Cronaca

Sale bingo a Bari? Non attirano più come prima…

Nonostante girino sempre voci di crisi e chiusura, le sale “Bingo” di Bari sono sempre aperte, anche se diminuite e sempre meno affollate. Non solo, ma sono sempre piu’ frequentate da persone, soprattutto anziani (ma anche giovani e famigliole) alla ricerca di qualche soldo da infilare nel portafoglio per la spesa quotidiana, che svago e divertimento. A poco prezzo, tutto sommato, visto che con poco piu’ di un euro si puo’ acquistare una cartella e tentare la fortuna. Eppure dai dati diffusi non molto tempo fa pareva che la tombola nelle sale da gioco andasse piuttosto male, come risultava dal piano di finanziamento dei gestori e delle casse dello Stato attraverso la chiamate delle famiglie a giocare nelle sale Bingo. Ad affermarlo un po’ di tempo fa, con un lungo comunicato stampa pubblicato da quasi tutti gli organi di stampa, il Segretario Nazionale ed il presidente della Consulta Nazionale Antiusura, Mons. Alberto D’Urso e Massimo Rastrelli. I quali, nella loro lunga ed approfondita disamina, partivano dalla recente normativa pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale. Per precisare che dai dati forniti dagli stessi interessati il trenta per cento delle sale regge, mentre il settanta languisce, travolgendo, con perdite insostenibili, investimenti e spese di esercizio i sogni di profitto. Le sale sempre piu’ vuote secondo questi dati, difatti, avrebbero creato problemi non previsti, a coloro che credevano di rendere lo Stato finanziariamente piu’ ristorato, mentre in realta’ si e’ solo gettato nella miseria numerose persone, gia’ povere per l’esiguita’ del reddito, oppure addirittura perche’ senza reddito, che diventano ancora piu’ misere in quanto espropriate del reddito impegnato nel gioco…fino all’assurdo che giovani disoccupati hanno dovuto pagare circa otto milioni di vecchie lire per corsi di formazione per i posti di lavoro nelle sale Bingo. Insomma, per la Consulta Antiusura i nodi vengono finalmente al pettine. Lo Stato, infatti, non ha introitato i fondi previsti, anche quelli necessari per curare i cosiddetti “malati di gioco”, ed ha subito una perdita di fattori produttivi, perche’ sempre meno puo’ fare riferimento alla capacita’ lavorativa dei suoi cittadini e delle famiglie “in massa”. Allora, invece di pubblicare decreti “salvabingo”, sarebbe stata piu’ opportuna “un’azione capillare, continua ed a largo raggio, per aprire gli occhi a quanti piu’ possibile sulle delusioni procurate da questi giochi e sulle conseguenze economiche e psicologiche che travolgono numerosi giocatori d’azzardo. Ma secondo i detrattori delle sale da gioco, disorienta ancora di piu’ la politica finanziaria adottata dallo Stato, per recuperare spese ed investimenti sempre piu’ a rischio, per cui e’ chiaro che al Bingo servono piu’ giocatori e soprattutto piu’ incassi. Ma torniamo al capoluogo pugliese, dove, come detto, i gestori non faranno salti di gioia, ma certo la crisi non e’ poi cosi’ nera come la si dipinge, visto che la linea della frequenza da parte dei giocatori maggiormente affezionati continua a rimanere piatta. E basta farsi un giro alla sala  Bingo di Via Lattanzio, a S. Pasquale, praticamente chiusa, dove i giocatori non mancavano neppure alle due del pomeriggio, tanto che là vicino aveva aperto i battenti perfino un negozio che acquista e rivende oro. Insomma, il numero dei giocatori disposti a puntare su quaterne e cinquine non saranno tantissimi e frequentatori affezionati piu’ o meno sempre gli stessi. Ma non sono certo cifre in caduta libera, come affermano le associazioni dei consumatori.

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 30 Aprile 2013

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