Cronaca

Sale la febbre del sesso per strada

 
Rapite, stuprate, vendute, ridotte in schiavitù, infine costrette a prostituirsi e a garantire al ‘pappa’ anche duecento euro al giorno. Donne nigeriane, senegalesi, albanesi, vittime di organizzazioni dedite ad altre attività parallele, compresa la prostituzione che fa però soltanto da cardine ad altri interessi ramificati: in mezzo ci sono, come sempre, l’ immigrazione clandestina e lo spaccio di sostanze stupefacenti. E non c’è operazione anticrimine o attività investigative che tengano: arrestato qualche pesce piccolo, c’è sempre chi li sostituisce, che riprende il turpe traffico di carne umana. I provvedimenti di rimpatrio, adottati ciclicamente sia nei confronti delle prostitute fermate, sia degli immigrati clandestini coinvolti nelle attività di sfruttamento della prostituzione e dello spaccio di droga, servono a poco e a niente. La prostituzione nelle strade cittadine di Bari è un ‘business’ lucroso, come testimoniano le numerose ragazze rumene e di colore che si vendono da 30 a 50 euro, senza interruzione, ma spesso senza precauzioni, dalle nove di sera, fino a notte inoltrata un po’ dappertutto. Sesso a pagamento sul lungomare di Bari, fino a San Giorgio, dove dominano nigeriane, albanesi e rumene, fino allo stadio S. Nicola, dove pullulano transessuali e travestiti, ma anche scambisti dai gusti forti. Tutto alla luce del sole, visto che in queste notti d’estate si può davvero tirare fino a tardi, nonostante le luci azzurre di Polizia e Carabinieri che non servono a fermare l’interminabile ‘parking del sesso’ in Città. «L’ attività investigativa non si ferma qui”, diceva l’ex Questore di Bari dopo l’ennesima retata in grande stile per individuare sia le organizzazioni sia i proventi derivati. Un’attività che doveva servire a dare l’esatta dimensione del fenomeno della prostituzione in provincia di Bari, localizzando i punti nevralgici e i collegamenti con altri interessi delle organizzazioni malavitose. Alla Polizia, dunque, il compito d’ individuare le strade sulle quali le «schiave del sesso» sono costrette a vendersi, come le statali 98 e 96 a nord di Bari, la statale 100 verso Taranto ed il litorale che da Bari porta a San Giorgio, a sud. E poi la miriade di appartamenti e locali seminterrati presi in affitto dalle prostitute, tuguri dati in subaffitto alle donne in cambio di canoni esorbitanti. E proprio in questi appartamenti, concentrati nei quartieri Libertà, da via Calefati fino a Viale Einaudi a San Pasquale,  ma anche vicinissimo alla Stazione Centrale a Bari, sono effettuati, ciclicamente e a più riprese, fermi e controlli delle povere giovani costrette a vendersi, ogni giorno, a turno, per tutto il giorno.
Adl
 
 
 
 
 


Pubblicato il 11 Agosto 2011

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