Cultura e Spettacoli

Salvatore Giuliano, spia RSI a Taranto

E’ noto che nella primavera del 1945 il ricercato Salvatore Giuliano entrò clandestinamente nel Movimento Indipendentista Siciliano. Insignito del grado di ‘Colonnello’, animato da un violento sentimento anticomunista e forte di pesanti appoggi che venivano dagli USA, il Re di Montelepre, come era soprannominato, diede vita ad una breve e sanguinosa stagione che toccò l’apice con la strage di Portella della Ginestra del 1947. Divenuto scomodo, Giuliano venne assassinato tre anni dopo. Come avvenne che questo volgare bandito da strada divenne braccio armato di una potente organizzazione dietro la quale si celavano i servizi segreti USA? Le notizie in proposito sono scarse, probabilmente a causa del fatto che i ‘committenti’ di Giuliano avevano tutto l’interesse a restare nell’ombra. Molte ricostruzioni sono state avanzate. Quella del Prof. Giuseppe Casarrubea è particolarmente intrigante poiché, documenti alla mano, segnala l’affatto nota presenza di Salvatore Giuliano in Puglia: Verso la fine del 1943, in fuga dalla Sicilia dopo aver assassinato alcuni Carabinieri, Giuliano trova rifugio a Cosenza presso il principe Valerio Pignatelli, agente della RSI e responsabile di una rete di spionaggio. Arruolato dal Pignatelli, Giuliano all’inizio del ’44 è in missione a Taranto, dove si arruola nelle Marine Units per spiarne le attività (le Marine Units erano composte da elementi della X Mas che all’indomani dell’Armistizio si erano schierate con Badoglio ; Giuliano doveva raccogliere informazioni sulle attività navali degli Alleati a sud). Nella città ionica Giuliano, evidentemente, si mette in buona luce perché a marzo viene raggiunto da due emissari di Junio Valerio Borghese, i marò Rodolfo Ceccacci e Aldo Bertucci i quali hanno il compito di trasferire il ‘picciotto’ nella più vicina base della X Mas dove verrà addestrato alla guerriglia. Dopo aver fatto tappa a Napoli, centrale del neofascismo clandestino meridionale, i tre varcano via mare la linea Gustav e a maggio raggiungono la loro destinazione : Penne, in Abruzzo. Terminato l’addestramento, a giugno, dopo la liberazione di Roma, Giuliano varca nuovamente la linea Gustav per raggiungere Montelepre, dove, fornito di larghi mezzi, ha il compito di costituire un gruppo armato il cui obiettivo è svolgere azioni di sabotaggio e terrorismo a danno dell’occupante angloamericano. Il primo clamoroso gesto consiste nel far evadere numerosi parenti dalla prigione di Monreale insieme ad altri detenuti che andranno a costituire il primo nucleo della banda. La banda smarrisce presto la sua vocazione ‘politica’ e si dedica sistematicamente a rapine ed estorsioni. Il talento criminale di Giuliano non sfugge agli indipendentisti i quali pensano bene di accaparrarsi quest’uomo e farne il loro braccio armato. E siamo all’inizio di questo racconto. Torniamo adesso a Taranto : Cosa ci dimostra la presenza di Giuliano nella città dei due mari ? Esiste un rapporto stilato dal Colonnello Hill Dillon, capo del CIC (Counter Intelligence Corps) per l’Italia Liberata, che lo riguarda. Nell’incartamento viene segnalata la fuga di Giuliano a proposito del quale si legge : “Il seguente nominativo corrisponde a quello di un agente nemico : Giuliani (con questo nome il criminale si era arruolato – ndr), secondo capo, Reparto Sommozzatori, età 28 ani, altezza m 1,65, capelli scuri, occhi neri, fisico robusto. Era di stanza a Taranto nei ranghi della decima Flottiglia Mas. Si è poi recato a Napoli e nell’aprile ’44 ha fatto ritorno alla RSI”.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 5 Febbraio 2014

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