Cultura e Spettacoli

San Colombano, il più ‘dolce’ dei miracoli

Molte sono le leggende intorno alle origini della colomba, il noto dolce pasquale. Una delle più suggestive ha per soggetto San Colombano, un monaco missionario irlandese vissuto tra il V e il VI secolo. Nel 612, dopo aver stilato le regole dell’Ordine religioso che ambiva a costituire, si incamminò verso Roma per ottenere l’approvazione di papa Bonifacio IV. Valicate a fatica le Alpi, il monaco si trattenne a Milano, ospite del re longobardo Aginulfo e della regina Teodolinda. Fin qui la Storia. La leggenda comincia quando Colombano invitato a cena nel palazzo reale col suo seguito di monaci si vede servire numerose vivande accompagnate da molta selvaggina rosolata. Benché non fosse venerdì, Colombano e i suoi respinsero quelle carni giudicate troppo ricche per un periodo come quello (si era in quaresima). Teodolinda non gradì il pur ragionevole rifiuto. Allora Colombano fu pronto a rispondere diplomaticamente che loro avrebbero consumato quelle carni solo dopo averle benedette. Per cui si alzò per disegnare con la destra un segno di croce : All’istante quelle pietanze si trasformarono in candide colombe di pane, candide come le tuniche monastiche che Colombano e compagni indossavano. Colpita dal prodigio, Teodolinda decise di donare il territorio di Bobbio al futuro ordine dei Colombani perché quei monaci vi erigessero un’abbazia. Torniamo alla storia : Nel corso della cena la regina domandava a Colombano che idea avesse intorno ad una delicatissima questione politica. Il futuro santo rispose con buon senso suggerendo a Teodolinda una via diplomatica di sicuro successo. Grata, la regina volle fare dono al futuro ordine di Colombano del territorio di Bobbio. Colombano e i suoi monaci si misero subito al lavoro. E qui torniamo alla leggenda : La presenza di una fitta boscaglia ostacolava il trasporto dei materiali da costruzione. Stremati,i monaci, si diedero per vinti. Ma ecco san Colombano stupire tutti  sollevando i tronchi come fuscelli e facendo il lavoro di quaranta uomini. La stessa leggenda riferisce anche dell’episodio dell’orso e del bue, in seguito più volte raffigurato in pittura : Mentre si arava il terreno intorno all’abbazia, un orso uscito dalla foresta aggrediva e uccideva il bue aggiogato all’aratro. Al che il contadino, terrorizzato, si dava alla fuga. Di nuovo interveniva Colombano per rimproverare animosamente la belva : Perché interrompere quel lavoro che andava avanti nel nome del Signore? Che l’orso prendesse subito il posto di quel povero bove! E l’orso, divenuto miracolosamente mansueto, tra la meraviglia di tutti si lasciò aggiogare e portò a termine il lavoro. – Nell’immagine, il Santo irlandese riprodotto in una vetrata della cripta dell’abbazia di Bobbio dove riposano le sue spoglie.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 15 Aprile 2017

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