San Giorgio: ecco che succede a chi spera di campare con i pedalò
Quando la burocrazia “affossa” il lavoro oppure, se preferite, ecco come i nostri bravi enti pubblici aiutano gli imprenditori locali. A raccontare questa storia di malaburocrazia, rabbia e disperazione sono Luigi e Michele Cipriani, dirigenti del Movimento “Riprendiamoci il Futuro”, che hanno già denunciato per iscritto con una nota rivolta al Comune di Bari e all’azienda alla Nettezza Urbana cittadina la “”….cronica lentezza della macchina burocratica che compromette il futuro di un coraggioso giovane imprenditore””. Ma veniamo ai fatti. A Bari un giovane disoccupato che chiameremo Giovanni, al fine di garantirsi un futuro lavorativo, investendo i suoi risparmi attraverso il noleggio per pedalò nella cala di S. Giorgio (vedi foto allegate), ha dovuto fare i conti con quella stramaledetta burocrazia che, anzichè aiutarlo, lo ha affossato! Come si può tentare di costruire un futuro, se sono proprio le istituzioni ad affossarti? Il giovane imprenditore barese, difatti, a seguito della nota crisi lavorativa, all’inizio dell’anno aveva deciso di investire, indebitandosi attraverso un mutuo, l’acquisto di un numero di pedalò marini al fine di poter svolgere l’attività di affitto degli stessi. <<Il giovane imprenditore è in possesso della concessione demaniale (con relativi costi) per svolgere detta attività nella cala di S. Giorgio. A maggio ha iniziato con entusiasmo la sua avventura imprenditoriale, concedendo in affitto i primi pedalò ai cittadini, attratti da una bella novità in un luogo noto alle cronache locali solo per degrado e prostituzione. Ma ecco la prima mazzata: ai primi di giugno una mareggiata faceva svanire il sogno del giovane imprenditore, finito nelle “grinfie” della tortuosa burocrazia. La mareggiata, infatti, ha invaso l’intera cala di alghe, tanto da impedire il rimessaggio a mare dei pedalò>>, raccontano ancora Cipriani padre e figlio. E allora, cos’è accaduto a Giovanni, dopo aver contattato l’Azienda Municipalizzata all’Igiene Urbana per cercare di ripulire l’area dove stava lavorando onestamente? <<Beh, gli hanno riferito che bisognava rispettare dettagliatamente alcune procedure, fra cui quella di analizzare prima le alghe, per poi decidere se e quando rimuoverle>>, tagliano corto Gino e Michele Cipriani. Il giovane “imprenditore” si era dichiarato disponibile a rimuoverle e compattarle in un unico assemblaggio, ma questa iniziativa e’ stata prontamente bocciata dai responsabili del Comune, in quanto le alghe devono essere rimosse solo ed unicamente dall’Amiu. <<A questo punto ci chiediamo se è mai possibile che per una banale rimozione di alghe sia necessario espletare un iter procedurale quasi come rimuovere una centrale atomica?>>, hanno messo nero su bianco i due rappresentanti di ‘Riprendiamoci il Futuro’ nella missiva già spedita a Palazzo di Città. Ora è chiaro che tocca proprio a dirigenti e funzionari di Ente Comunale e Azienda alla Nettezza Urbana barese attivarsi sia per garantire la fruizione della spiaggetta frequentata soprattutto da chi non può sostenere spese di accesso alle spiagge private e sia per evitare che il giovane imprenditore sia divorato dai debiti per non aver onorato quel mutuo da cui sperava di garantirsi un futuro lavorativo. Prima di scontrarsi con la malaburocrazia in salsa tutta barese….
Francesco De Martino
Pubblicato il 30 Giugno 2017