Cronaca

San Giorgio: porticciolo e costa nel degrado totale

Il porticciolo di San Giorgio, una delle zone di Bari più trascurate di sempre. Si dice che Cristo si sia fermato ad Eboli, ma forse non è andato oltre Torre Quetta, almeno per quanto riguarda il capoluogo pugliese. Eh già, perché della riqualificazione che doveva interessare la costa barese, da Pane e Pomodoro a Torre a Mare, non se ne sente più parlare. Una riqualificazione che ha riguardato solo qualche centinaio di metri e che non è più proseguita, lasciando le altre zone costiere nel totale abbandono e degrado. L’esempio più evidente è senza dubbio rappresentato dal porticciolo di San Giorgio. Nella zona, vi sono numerose famiglie di pescatori che vivono perennemente immersi nella sporcizia e nel cattivo odore, tutto l’anno. Una situazione insostenibile, soprattutto nei caldi giorni estivi, quando le zanzare si moltiplicano e l’aria è completamente impregnata di cattivi odori e quindi irrespirabile. Il problema fondamentale è rappresentato dalle continue mareggiate, che portano sulla costa ogni tipo di rifiuto, gettato nel mare chissà dove. Alghe e sabbia sono i principali problemi della costa, che rendono la zona impraticabile soprattutto per i pescatori, costretti a portare a mano le proprie imbarcazioni, per attraccarle il più vicino possibile alla riva. L’abbondante quantità di sabbia, nascosta sotto la sporca superficie marina infatti, non permette ai pescatori di poter arrivare agevolmente vicino alla costa, costringendoli a scendere dalla barca e a trainare letteralmente la propria imbarcazione, tirandola con corde e funi, con evidente disagio. Le continue mareggiate hanno inoltre ridotto la riva di metri e metri e le barche che ora si trovano lontano dal mare, sono inutilizzabili, a meno che non si decida di prenderle e portarle di peso nel mare. I residenti del luogo, stanchi di questa situazione, hanno più volte chiesto al Sindaco Emiliano di  trovare una soluzione, che oramai da anni, li costringe ad una vita di disagio e difficoltà. Pulire la zona, dopo ogni mareggiata non è la giusta soluzione. Bisognerebbe piuttosto eliminare il problema alla radice, realizzando dei frangiflutti, non di certo simili a quelli di Torre Quetta che hanno creato più danni che altro, ma qualcosa che sia effettivamente utile ad eliminare un problema ormai decennale. I frangiflutti, infatti, bloccherebbero le mareggiate, evitando i problemi sopracitati, come la presenza di alghe e rifiuti sulla riva e lo spesso strato di sabbia sul fondale. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di vendere alle città che la richiedono, le grandi quantità di sabbia che causano gravi problemi ai pescatori. Questo il problema principale, ma nel porticciolo di San Giorgio, le difficoltà non sono di certo finite qui. La zona è priva di qualsiasi controllo e la presenza di strutture completamente abbandonate, inducono soggetti poco raccomandabili a trasformare le suddette strutture in proprie abitazioni. Avanzi di galera che rendono il luogo, “terra di nessuno”. Schiamazzi notturni, minacce, attività illegali, criminalità che viene del tutto ignorata dalle forze dell’ordine. E se qualche pescatore prova a farsi giustizia da solo, rischia di trovare la sua barca ridotta in cenere. Ma il primo cittadino continua a fare orecchie da mercante e non ascolta le lamentele che gli giungono da più parti. Altra pesante assenza è quella dell’Amiu, nonostante l’aumento del 30% sulla Tarsu. La zona appare abbandonata a se stessa, in un’evidente situazione di degrado ambientale. Dell’ex ristorante “Bellezza”, a San Giorgio, non è rimasta che una costruzione fatiscente, contenitore di rifiuti di qualsiasi genere, che spaziano dall’organico fino ad arrivare all’inorganico. Guard rail distrutti, appesi lungo la strada e completamente arrugginiti, che rappresentano un grave pericolo per i passanti e soprattutto per le auto. Una zona che necessita urgentemente di una riqualificazione e di una capillare pulizia, nel rispetto soprattutto dei residenti del territorio che pagano le tasse come tutti gli altri, ma che sono costretti a vivere nel degrado più assoluto, senza che chi di dovere, se ne prenda cura.

Nicole Cascione


Pubblicato il 13 Settembre 2012

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