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San Girolamo: anatomia di un quartiere che non decolla

Non si sono mai placate le esternazioni di protesta dei residenti del rione San Girolamo/Fesca, nonostante i peana e i milioni di euro spesi per waterfront e passeggiate bellissime a vedersi nelle pagine di progetti e cartine. “I frangiflutti – denunciavano già una decina di anni or sono con rabbia i residenti – sono stati posizionati a Torre Quetta, una zona dove non abita nessuno, e non qui”. E con i lavori non è cambiato niente, da quelle parti. La sensazione diffusa è che nella gestione politica del Comune di Bari continuino a esserci sempre più figli e figliocci, coi progetti per la riqualificazione urbana dell’ottava circoscrizione (Libertà Marconi San Girolamo Fesca) che non hanno sortito gli effetti sperati, dopo la fine dei lavori. Anzi. “Solo grazie ai volontari di alcune associazioni e agli scouts Agesci è stata ripulita la spiaggia da alghe e rifiuti” ripete un pescatore. D’altra parte, i problemi del quartiere di San Girolamo, come hanno raccontato confusamente tra grida e indignazione i residenti, non sono solo di natura ecologica. Particolarmente preoccupante è lo stato delle fognature che, nei giorni di pioggia, a causa dell’innalzamento del livello delle acque sotterranee, straripano, riversando sulle strade intollerabili sporcizie. Occorrerebbero anche interventi di manutenzione dell’edilizia popolare, dell’illuminazione stradale e soprattutto una disinfestazione, dal momento che i topi sembrano essere ormai ospiti fissi. A fronte di un tale disagio l’amministrazione fin dai tempi di Michele Emiliano continua a tergiversare, a promettere immediate sanatorie e a rimandare di mese in mese e di anno in anno l’attuazione. Dal canto loro i consiglieri municipali d’opposizione che in ogni caso contano poco e niente, fino a qualche tempo fa punzecchiavano ad arte i nervi scoperti della gestione comunale con striscioni sostenuti da Casa Pound, riempiendo massicciamente i vuoti lasciati dalla politica di centro-sinistra presentandosi tutti all’appello: prima c’era il presidente dell’ottava circoscrizione Tartarino e i consiglieri comunali coordinati da Domenico Cea, fino ad arrivare ad assessori provinciali e regionali e al parlamentare Simeone Di Cagno Abbrescia, ex sindaco del capoluogo pugliese, poi passato armi e bagagli con Emiliano per una bella poltrona ai vertici Aqp . “Emiliano dichiarava di essere pronto a riqualificare l’area già dal 2007. ma nulla è cambiato” annunciava Massimo Cassano, esponente del  Popolo della Libertà, anche lui -guarda caso – fagocitato dall’intrepido ex magistrato, prestato da tempo alla politica. E dire che all’epoca l’assessore pugliese all’Assetto del Territorio Angela Barbanente – volenterosa figlia dell’integerrimo preside dei licei del bel tempo che furono – aveva presentato il ‘Programma di rigenerazione urbana a San Girolamo, con l’ambizione di farne addirittura un progetto pilota per tutte le zone degradate della Puglia. L’inizio era stato rimandato al 2012 e poi ancora, mentre in tanti anni di fisiologica alternanza tra centro-destra e centro-sinistra nessuno ha mai preso davvero in mano la situazione lasciando il via libera al degrado. E infatti gli abitanti di San Girolamo hanno la percezione netta che negli anni si sia fatta mera propaganda, con la illusione che le cose fossero sul punto di cambiare con le odi del nuovo lungomare. E invece? Un gruppo di residenti del quartiere periferico a nord della città ha lanciato, attraverso un post, un appello al sindaco Decaro. “venga a vedere come si è erosa la spiaggia e troviamo una soluzione”. In quel punto, difatti, la spiaggia avrebbe dovuto essere di 15-20 metri, al contrario le mareggiate l’hanno già mangiata, portando a riva i sassi e facendo finire la sabbia sui frangiflutti. Antonio Cavaluzzi è uno dei promotori del gruppo sui social per richiamare l’attenzione dell’amministrazione distratta e girata sempre dall’altra parte come ai tempi di Emiliano e dei suoi predecessori. E anche Decaro può smetterla di pavoneggiarsi con il nuovo lungomare, poiché anche nella parte sabbiosa del lungo waterfront di San Girolamo le cose non vanno meglio, come vanno male le cose che riguardano viabilità e parcheggi, come più e più volte denunciato sulle colonne di questo giornale. La chiusura al traffico ha intasato via San Girolamo e senza posti auto il nuovo lungomare continua a essere frequentato solo da chi abita nelle vicinanze e invece l’intera area non riesce a decollare. Ma anche queste sono cose scritte e riscritte. O se preferite, dette e ridette…

Francesco De Martino


Pubblicato il 27 Aprile 2022

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