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San Girolamo: fermi da 4 mesi i lavori agli alloggi popolari. E i topi ballano…

E’ da ben quattro mesi e precisamente da agosto scorso che il megacantiere per costruire i centosei nuovi alloggi popolari a San Girolamo è chiuso, fermo, sospeso. Una pausa estiva troppo lunga a ben vedere, per non provocare rabbia e impotenza degli aventi diritto che aspettano quelle case popolari da anni, ma anche quella dei residenti. Una rabbia che ribolle in particolar modo a causa – da una decina di giorni – di ratti grossi come scoiattoli che gli stessi residenti, appunto, hanno immortalato coi loro ‘smartphone’ facendo girare le immagini sui ‘social’ e poi trasmettendole a un Comune che sempre in questi casi, sa ma non si muove. Del resto, si sa pure che le opere di riqualificazione d’un quartiere vanno normalmente a rilento, e che i disagi rientrano nella programmazione generale, anche se poi quei topi di cui sopra possono intrufolarsi nella scuola elementare là vicino. Che, però, i ritardi di questi lavori per la costruzione di quell’enorme fabbricato a San Girolamo da centosei alloggi rappresenti una “ossessionante regola precostituita” e che una pausa estiva duri oltre centoventi giorni, beh, questo è non è assolutamente accettabile. E del resto non è solo il Comune di Bari a tacere su quel cantiere/sprangato da fine luglio scorso, visto che anche la ditta costruttrice di Bologna e la società – stazione appaltante, cioè l’ex Istituto Autonomo Case Popolari di Bari (oggi Arca Puglia) non spiegano come mai i lavori siano interrotti da tanto tempo. Riducendo il cantiere a ricettacolo di topi, sporcizia e tanto altro. Ne è convinto Michele Ladisa, Segretario Nazionale “Confail Inquilini” mentre s’infervora parlando di quel cantiere e del cosiddetto “waterfront” a San Girolamo. <<Gli abitati a ridosso del lungomare di San Girolamo si ritrovano ingabbiati come in un pollaio, a mangiar polvere, a subire rumori assordanti, senza intravedere la vera fine di queste interminabili opere che in 449 giorni dovevano essere ultimati>>. Duecento famiglie, residenti negli alloggi di proprietà ‘Arca Puglia Centrale’, dirimpettai del lungomare e quindi di quei lavori di riqualificazione, sono doppiamente traditi. Spiega il sindacalista barese: <<A loro l’Arca Puglia, con la piena condivisione del Sindaco, sta regalando nuove abitazioni, fatto meritorio, certo, ma i cui lavori, peggio di quelli del lungomare, non sono solo in fortissimo ritardo, sono del tutto fermi da mesi. Un’altra clamorosa presa per i fondelli. Le opere ad oggi sono allo stato embrionale. Un solo operaio, va detto, circolava di giorno in lungo e in largo per il cantiere a sorvegliare fantasmi. Recita in bella mostra il cartello: inizio -12 luglio 2016 e, molto arrogantemente, termine il 21 novembre 2017. Queste duecento famiglie stanno vivendo in condizioni assurde. Si trovano ingabbiate fra due cantieri edili di grande portata, quello del lungomare e quello della nuova edificazione di alloggi popolari. Chiusi tutti gli accessi stradali di un tempo salvo che una stradina di qualche metro piena di impedimenti, di svincoli, di strettoie, di curve cieche, di buche profonde, di inutili aiole del resto abbandonate. Con veicoli e autoveicoli è d’obbligo il senso alternato che spesso provoca liti furibonde per le precedenze. Per chiunque entrare nel labirinto delle palazzine è cosa ardua, difficilissimo per un avventori trovare gli indirizzi dei residenti>>. E non è finita. Sconsigliabile per tutti sentirsi male nei paraggi del megacantiere, in quanto i soccorsi non potrebbero in alcun modo assicurare la rapidità, ammesso che siano in condizione di accedervi. Troppo rischioso circolare per i bambini, impossibile per i portatori di handicap>>, ripete Ladisa. L’ira dei residenti, come detto sopra, ribolle, ma nelle stanze dei bottoni di imprese, enti ed ex istituti di case popolari si guardano bene dal dare spiegazioni. Come se rispondere a delle semplici, giuste ed evidenti domande sul corso dei lavori banditi e realizzati da Comune di Bari e Arca Puglia al quartiere San Girolamo di costruzione di n. 1 fabbricato per n. 106 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica non sia un dovere imposto dalle tanto decantate norme sulla trasparenza….

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 13 Novembre 2018

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