Cronaca

San Girolamo, rione ingabbiato tra opere infinite

Che peccato hanno fatto i poveri residenti di San Girolamo? Dopo ben trenta e passa anni di attesa e speranze, i risultati di quello che doveva essere il più bel lungomare dell’adriatico sono sotto gli occhi di tutti: lavori in corso che non finiscono mai, viabilità impazzita, cantieri che si sa quando chiudono, ma non quando riaprono. In mezzo a sindaci e assessori che, ogni tanto, si fanno passeggiate tra quelle rovine. Passeggiate in mezzo ai giornalisti che loro chiamano sopralluoghi. E la gente del luogo? Patisce, spesso in silenzio. Era un’opera fortemente voluta e progettata dall’allora Pinuccio Tatarella, assessore alla Cultura del Comune di Bari, quel lungomare così grande e bello. Un’opera che quando se n’è andato ha lasciato in eredità senza beneficio d’inventario. Solo problemi e guai, da quelle parti: dalla viabilità in generale, a quella del ‘waterfront’ che è stato realizzato con una sola corsia di marcia e non doppio senso, come nel primo progetto di trent’anni fa. E’ da ben sei mesi e precisamente da agosto dell’anno scorso che il mega cantiere per costruire i centosei nuovi alloggi popolari a San Girolamo è chiuso, fermo, sospeso. Una pausa estiva troppo lunga dovuta all’intervento della Prefettura di Bari che ha commissariato quel cantiere a causa di infiltrazioni mafiose. Almeno così si dice, perchè dalla Prefettura-palazzo di vetro -…si fa per dire – non fanno sapere niente, nemmeno se trasmetti le domande per iscritto, con tanto di carta intestata.  E così bisogna affidarsi a quello che dicono i tecnici dell’Arca/Puglia, che hanno fatto sapere qualcosa sulla necessità di tempi lunghi, per riaprire le porte di quel cantiere. Almeno un paio di mesi, spiega qualche ingegnere dell’ex Iacp. Davvero troppo, per non provocare rabbia e impotenza degli aventi diritto che aspettano quelle case popolari da anni. Rabbia anche per colpa di ratti grossi come scoiattoli che gli stessi residenti, appunto, hanno immortalato uscire dalle ‘toppe’ del cantiere e il nostro giornale pubblicato, le settimane passate. Vabbene si sa, come dice l’assessore ai Lavori Pubblici Galasso che le opere di riqualificazione d’un quartiere grande e popoloso come Fesca/San Girolamo vanno a rilento. E che i disagi rientrano nella programmazione generale. Però, dire adesso che ci vorranno altri due anni, per vedere terminate le opere del nuovo, grande e mirabolante lungomare di Bari-Nord è davvero troppo. Riportiamo, allora, le parole di Michele Ladisa, Segretario Nazionale “Confail Inquilini”, arrabbiato anche lui per il “waterfront” a San Girolamo. <<Gli abitati a ridosso del lungomare di San Girolamo si ritrovano ingabbiati come in un pollaio, a mangiar polvere, a subire rumori assordanti, senza intravedere la vera fine di queste interminabili opere che in 449 giorni dovevano essere ultimati>>. Ecco, insomma, un’altra clamorosa presa per i fondelli, con queste duecento famiglie ‘ingabbiate’ fra due cantieri edili di grande portata, quello del lungomare e quello della nuova edificazione di oltre cento alloggi popolari, sigillato ‘ope legis’ fino a nuovo ordine. Con ordine di non dare notizie a nessuno, dal Palazzo del Governo, tanto per mettere la classica ciliegia sulla torta ogni giorno più dura da inghiottire. La viabilità, intanto, da quelle parti è impazzita: chiusi anche tutti gli accessi stradali di un tempo, salvo che una stradina di qualche metro piena di strettoie, curve cieche, buche profonde e inutili aiole già in stato di degrado e abbandono. Con veicoli e autoveicoli è d’obbligo il senso alternato che spesso provoca liti furibonde per le precedenze. Per chiunque entrare nel labirinto delle palazzine è cosa ardua, difficilissimo per un avventore trovare gli indirizzi dei residenti. E che dire degli scogli della barriera frangiflutti di fronte alla ‘passeggiata’ in cemento che si staccano e cadono in acqua? E degli operai che tolgono nuovamente le piastrelle alla facciata della terrazza sul mare, messe da poco tempo appena? Per completare l’opera -…si fa per dire!- alla prima mareggiata degli scorsi, rispuntano gli scogli del vecchio bagnasciuga. Segno che non sono mai stati tolti e addio ai ciottoli che il mare si è già rimangiato. E portato via, come i ‘sassi’ delle vecchie canzoni di Gino Paoli.

 

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 8 Febbraio 2019

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