Cultura e Spettacoli

San Nicola a Nicea, verità e leggenda

1690 anni fa a Nicea, oggi Iznik, una città turca posizionata 130 km a sud-est di Istanbul, iniziavano i lavori del primo concilio ecumenico del mondo cristiano. A volerlo era stato l’imperatore Costantino I, preoccupato dei primi dissensi interni di carattere religioso. Toccando punti delicatissimi, questi dissensi minacciavano di creare il caos. Col diffondersi della dottrina di Ario, sacerdote alessandrino che escludeva la divinità di Gesù, la situazione si fece critica. Venne così convocato il primo Concilio di Nicea (ce ne sarebbe stato un secondo tre secoli dopo), al quale presero parte tutti i vescovi dell’impero. All’epoca i vescovi erano poco meno di 2000, distribuiti più in Oriente che in Occidente. Solo una piccola parte prese parte alla storica adunanza. Stando a Eusebio di Nicomedia, Eustazio di Antiochia e Sant’Atanasio il numero dei partecipanti oscilla fra i 250 e 320. Vi prese parte San Nicola? E’ molto probabile, considerando la scarsa distanza tra Myra e Nicea e la fama di cui egli godeva già in vita. Le fonti però discordano in proposito. Questa discordanza è forse imputabile alla scarsa credibilità degli unici episodi di cui si conserva memoria e che vedono il vescovo di Myra protagonista : lo schiaffo ad Ario e la storia del mattone. Veniamo al primo episodio : Nella sua ‘Historia di S. Nicolò’ (Napoli 1620) il Beatillo scrive che “si sentì il nostro S. Nicolò accendere il petto di tanto zelo, che non potendo più tolerare, né pur d’udir con l’orecchie somiglianti indegnità, si alzò di repente dalla sua sedia, e andò nel mezo di quella veneranda corona di tanti Santi, levò con empito in alto la destra, e diè schiaffo tale al perverso bestemmiatore, che tutto il conquassò, e poco meno, che il fece cadere a terra”. Certo, quello di Nicea dovette essere uno scontro piuttosto acceso, ma di qui a dire che si arrivò alle mani ne passa di strada ; a parte il fatto che ad un gesto tanto clamoroso avrebbe dovuto conseguire una rissa fra opposte fazioni e di cui invece non ci è giunta traccia. Veniamo al secondo episodio. Ancora il Beatillo nell’opera citata sostiene che il nostro santo, preso da terra un mattone, si rivolse ad un sostenitore di Ario in questi termini : “Dimmi un poco, o filosofo, perché ti pare impossibile nel Creatore, quello che a suo modo si trova anco nella creatura?  Certo, questo c’hò nelle mani, è un solo mattone, e pure in esso sono tre cose distinte fuoco, acqua e terra.  Caso meraviglioso.  A pena finì di ciò dire, quando a vista di quanti stavano lì presenti, uscì dalle mani del santo, e fuggì verso alto una piccola fiamma, caddero al pavimento alcune gocciole di acqua, e la terra nelle stesse mani, restò secca e disfatta”. San Nicola che mette da parte la dialettica per impressionare avversario ed uditorio con un volgare ‘numero’ degno d’un Simon Mago è davvero troppo.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 20 Maggio 2015

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