Cronaca

San Pasquale: addio a un’altra edicola

Quella saracinesca abbassata in Giuseppe Re David a Bari, a due passi dall’ex Provveditorato agli Studi, dagli uffici alla formazione dell’ex Provincia e alla cultura della Regione di via Gobetti, nasconde il piccolo locale dove, per tanti anni, Ernesto ha rifornito soprattutto impiegati e funzionari. <<Sì, l’edicola ha chiuso da qualche giorno e non riaprirà più perché il giornalaio se n’è andato in pensione, pur se avrebbe potuto tirare avanti: troppe le spese e pochi i ricavi>>, spiega rassegnato un residente che ora dovrà spostarsi in una delle edicole più vicine in Viale della Repubblica o via dei Mille. In Italia, dal 2001 a oggi, quasi 20mila edicole – all’incirca un terzo del totale – hanno chiuso i battenti. Un vero e proprio massacro che ha colpito senza pietà tutto il Paese: a Milano come a Napoli, da Roma a Catania, passando per Bari e Foggia gli edicolanti sono alle prese con una crisi infinita, senza speranza. Solo nel capoluogo negli ultimi anni hanno chiuso tantissime edicole, da via Capruzzi a via Cirillo, nella centralissima Corso Cavour sono state in tre ad abbassare per sempre la serranda sulla vendita di giornali, riviste e perfino giocattoli e dischi. Proprio in Corso Cavour resiste chi vende ormai anche modelli di automobiline e soldatini, giornalini usati, gadget e dvd. Ma a pesare, inutile ripeterlo, il boom delle notizie sul digitale: siti internet, social e copie digitali hanno rubato lettori a migliaia alla carta stampata e oggi la crisi di un giornale come la Gazzetta del Mezzogiorno sarà senza dubbio di stampo extraeditoriale, però il salasso di copie in edicola è continuo ormai da troppi anni. Le copie cartacee dei giornali sono praticamente crollate, specie dopo la crisi dei maggiori quotidiani stampati in tipografia, che anche a livello nazionale hanno visto raddoppiare i costi di stampa e distribuzione fino a raggiungere livelli insopportabili. Ora, se anche a Bari tante edicole hanno chiuso o stanno chiudendo, la colpa è solo dei giornali che si vendono meno, o c’è altro? E’ davvero anche colpa delle videocassette e dei dvd che hanno drogato il mercato dei vecchi giornalai, come si diceva una volta? Difficile rispondere e forse c’è di tutto un po’, ma a Bari, per rimanere nella nostra città, solo negli ultimi dodici mesi hanno chiuso una decina di edicole, tra San Pasquale, Carrassi, Libertà, Japigia e Murat/San Nicola. Il guaio è che i giovani nemmeno si avvicinano più, alle edicole e chi acquista un giornale o una rivista, oramai, ha quasi sempre più di quaranta/cinquanta anni, gli editori, senza tenere conto che c’è da tenere conto –come detto- della crisi irreversibile della carta stampata: nel 2000 si vendevano poco più di 6 milioni di copie di quotidiani; nel gennaio del 2014, 3 milioni 300mila. Pensare che a Bari, fino a una dozzina di anni fa, in edicola si trovavano qualcosa come nove o dieci testate di quotidiani locali: da Puglia a Barisera, passando per le edizioni locali de ‘Il Tempo’ e Leggo, prima ancora che arrivassero gli inserti cittadini di Repubblica e Corriere della Sera…e non si è mai troppi, quando bisogna assicurare il diritto a informare ed essere informati (art. 21 Costituzione Italiana).

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 4 Luglio 2020

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