Cultura e Spettacoli

San Teodoro vigilò sui Crociati

Il 28 giugno 1228 il porto di Brindisi era in fermento. Nessuna nave poteva farvi ingresso, niente dovendo ostacolare l’uscita di un’intera flotta. A muoversi erano le forze cristiane che, guidate da Federico II, avrebbero preso parte alla sesta crociata. Da oltre un mese in quello specchio d’acqua andavano ammassandosi velieri, mentre colonne di armati, di cavalieri e carriaggi provenienti dall’entroterra convergevano su Brindisi. S’immagini cosa dovette diventare quella città negli ultimi giorni. Un piccolo centro abitato che non poteva contare più di un cinquemila anime ingolfato dalla presenza di cinquantamila guerrieri. Affari d’oro per osti, albergatori, commercianti, fabbri, maniscalchi e meretrici. Un castigo di Dio, invece, per la popolazione. Per le vie della città non si poteva mettere un passo tale era l’andirivieni ozioso di un popolo di soldati che, quando avvinazzati, erano più che mai inclini a combinare guai se di mezzo c’era qualche bella donzella. E il lezzo delle strade? Abitualmente nel medioevo le strade era fogne a cielo aperto ; la gente vi rovesciava i pitali e le deiezioni di cavalli e muli non venivano asportate, sicché restavo dov’erano sino a decomporsi ; e di bagni pubblici neanche a parlarne. Figurarsi le cose con una popolazione di fatto moltiplicata per dieci. L’aria di Brindisi, già poco salubre per il l’impantanarsi dei corsi d’acqua che sboccavano nel porto a causa del ristagno di alghe, doveva aver toccato in quei giorni vertici insostenibili. Oltre le mura girava pure peggio : un’enorme tendopoli avvolgeva la città. Coltivazioni devastate, fabbricati rustici occupati abusivamente e ancora problemi igienici. Chissà le devozioni rivolte dai brindisini a San Teodoro affinché vigilasse contro qualche contagio, come quello dell’anno prima… La sesta crociata doveva partire dieci mesi prima, ancora da Brindisi. Ma quando, ancora al comando dello Svevo, la flotta prese il mare, fu subito costretta a fermarsi a causa di un’epidemia scoppiata fra le truppe (il Langravio di Turingia, Ludovico IV morì ad Otranto l’11 settembre). Questa volta, però, miracolosamente, è proprio il caso di dirlo, i crociati giunsero in Terra Santa in ottima salute, sì che l’impresa si risolse in un successo, peraltro senza ricorrere alle armi. Quello di Federico fu un capolavoro diplomatico dalle ricadute territoriali ed economiche di prim’ordine :Per effetto dell’accordo stipulato l’11 febbraio 1229 con al-Malik al-Kāmil, nipote di Saladino e Sultano ayyubide, i cristiani recuperarono Betlemme, Nazaret, Lidda, Sidone, Toron e, in parte, Gerusalemme. Tra le conseguenze dello stesso accordo vi fu un enorme aumento degli scambi commerciali tra Europa e Levante.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 28 Giugno 2018

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