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Sanità inaffidabile: la ‘bufala’ del premio Covid-19 in Puglia

“È passato anche gennaio e gli operatori sanitari non hanno ancora ricevuto il previsto premio covid”, sbotta il consigliere regionale Renato Perrini (FdI) vice presidente della Commissione sanità. E dire che proprio Perrini è già stato tra i facili profeti con questo governo regionale, perché le loro promesse si rivelano sempre dei “”…grandi bluff!”” Ma quando si prendono in giro ben mille e cinquecento operatori della sanità fra dipendenti della Sanitaservice e autisti del 118 alle dipendenze delle associazioni di volontariato, che tre anni fa erano considerati ‘eroi’, è davvero “”vergognoso””, sbriga lapidario Perrini. Che una decina di giorni fa appena sollecitava l’assessore alla Sanità, Rocco Palese, a tener fede a una promessa fatta il 28 maggio 2020 quando la Regione Puglia aveva deciso, previo accordo con i sindacati, di prevedere per gli operatori sanitari covid-19 un bonus premio. All’epoca erano c’erano 29 milioni di euro messi a disposizione dal Governo Conte, e sei milioni presi da risorse regionali. E invece, cos’è accaduto? I 1.500 operatori suddetti sono ancora in attesa di ricevere quel minimo riconoscimento economico, ogni volta c’è una scadenza che slitta, l’ultima era il 31 gennaio scorso. E ancora una volta è andata disattesa. C’è un problema di reperimento di fondi? C’è chi ritiene che non debba essere erogata? C’è qualcuno che si rifiuta di firmare? Palese inizi a rilasciare ‘Bonus verità’ perché continuare a prendere in giro queste persone non è più tollerabile”, s’arrabbia Perrini. Insomma, si sta rivelando una vera ‘bufala’ quella del premio economico agli ‘eroi’ della pandemia in corsia, almeno in Puglia, Eppure proprio la regione Puglia gli operatori sanitari coinvolti nell’emergenza Covid che avevano prestato servizio tra il 15 marzo e il 15 maggio di due anni fa avrebbero maturato il diritto a un bonus premio, calcolato sui giorni di presenza. Il riconoscimento è garantito da un accordo fra Regione e sindacati. A disposizione, 29 milioni di euro dei decreti Cura Italia e Rilancio, e 6 milioni di euro di risorse regionali, come spiegato anche dal consigliere regionale pugliese. Un bonus diviso in quattro fasce: fino a 2.520 euro lordi (63 euro a turno, massimo 20 giornate lavorative) per chi ha lavorato nell’emergenza Covid in Malattie infettive, Pneumologie, Anestesia e Rianimazione e Terapie Intensive, ma anche dipendenti 118, Pronto Soccorso. Poi la seconda fascia: fino a 1.480 euro lordi (37 euro a turno, massimo 20 giornate lavorative) per chi ha lavorato in Ostetricia, Dialisi, Unità operativa Cure Palliative, personale dipendente della Medicina penitenziaria. Fascia C: fino a 800 euro lordi (20 euro a turno, massimo 20 giornate lavorative) per gli operatori di altre Unità operative e Servizi non elencati nelle Fasce A e B e con particolare riferimento ai reparti di Medicina interna e Chirurgia ma, in ogni caso, coinvolti nella emergenza Covid. Infine la quarta e ultima fascia: fino a 400 euro lordi (10 euro a turno, massimo 20 giornate lavorative) per gli altri operatori del Servizio sanitario regionale che non sono compresi nelle altre fasce. Finora tutti – e sono più di mille e cinquecento medici e operatori sanitari, ad aspettare un riconoscimento economico che non arriva mai…

Francesco De Martino


Pubblicato il 4 Febbraio 2023

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