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Sant’Anna, un quartiere con difficolta d’accesso anche ai mezzi di soccorso

I residenti della zona di Sant’Anna sono esasperati. Dopo il mal tempo di questi giorni le ‘strade’ – se così si possono chiamare – del quartiere sono state invase per l’ennesima volta da acqua e fango. Le autovetture degli abitanti ormai riportano quotidianamente danni agli pneumatici dovuti alle decine di buche, profonde anche mezzo metro, e ai tombini esposti a vista ma invisibili se ricoperti di fanghiglia. Anziani che inciampano, disabili impossibilitati ad attraversare la strada anche solo per gettare l’immondizia nei pochi cassonetti presenti, posti perfino a 800 metri dalle abitazioni. Al tramonto poi, per mancanza d’illuminazione, circolare nella zona sia a piedi che con le auto diventa impossibile – detto dei residenti –  “Come attraversare un campo minato”. Un’odissea vissuta da questi concittadini che ormai dura da molto, troppo tempo. Ma quel che è peggio, e soprattutto pericoloso, è che in caso di emergenza anche i mezzi di soccorso arrivano sul posto con palese difficoltà di manovra, impossibilitati ad attraversare le strade (una su tutte via Germania) per lo più dissestate o chiuse al traffico. Il Comune sembra essersi dimenticato di questo quartiere a sud della città e inascoltati sono rimasti gli appelli al Sindaco Decaro lanciati dai singoli o dai comitati di quartiere. Non sono solo i residenti ad essere penalizzati ma anche gli imprenditori che hanno scelto di aprire lì un’attività commerciale. E’ il caso del signor Michele De Benedictis che con una lettera al Quotidiano ci spiega come sono andate le cose in quella zona: “Scrivo queste mie riflessioni a titolo personale: sono un abitante e imprenditore di Sant’Anna e circa 15 anni fa, il sindaco di allora Michele Emiliano, insieme ai suoi collaboratori, inventò un piano innovativo per la lottizzazione di un nuovo quartiere a sud di Bari. Una novità nel settore delle costruzioni dove i privati (cooperative) e il pubblico (amministrazioni locali) s’impegnavano reciprocamente con la cessione di una parte dei suoli privati (consorzi) al Comune – che avrebbe dovuto pagarli a prezzo di mercato – affinché le cooperative stesse si impegnassero con quei soldi pubblici a realizzare opere primarie (strade, illuminazione, ecc.). Nacquero quindi varie cooperative (la più grande era cooperativa Serena) con quote d’ingresso pro-capite dei soci non inferiori a 50.000 euro, per molte famiglie i risparmi di una vita, con le quali sono stati acquistati i terreni edificabili. Oggi, dopo 15 anni, il Comune non ha ancora rimborsato quanto dovuto ai consorzi. Nel frattempo si sono susseguite due amministrazioni  Emiliano/Decaro, le cooperative sono state chiuse visto il protrarsi dei tempi, e l’unica ancora esistente, la cooperativa Serena, dalla quale vorrebbero andar via tante persone – non avendo più interesse a rimanere dati i numerosi disservizi- non riesce a restituire le quote  perché il comune non paga. Io abito nel 2° comparto, consorzio 2, di gestione di Carmine Fiore – attuale responsabile delle sicurezza – in quanto le strade, essendo ancora di proprietà consorziale, diventeranno di proprietà del Comune solo quando saranno ultimate le opere di asfalto e pubblica illuminazione a carico del consorzio. Ad oggi però pare non ci siano i soldi per completare le strade e l’illuminazione quindi “per questioni di sicurezza” ci hanno chiuso tutte le vie di accesso percorribili con il ‘new jersey’. In via Germania, dove le buche raggiungono i 30/40 cm di profondità, la strada risulta inaccessibile anche ai mezzi di soccorso, di forze di sicurezza e per noi ogni giorno è un terno al lotto arrivare a casa indenni e con le nostre macchine integre. Inoltre come imprenditore (sono socio e amministratore di un’azienda) ho creduto nel progetto Sant’Anna trasferendo qui gli uffici aziendali. Purtroppo mi trovo a combattere contro un disinteresse imbarazzante da parte di tutti: Sindaco e/o consiglieri comunali mai visti da queste parti, presidenti di consorzi nelle persone di Decio Savino del Mastro e Carmine Fiore che non hanno mai voluto condividere le problematiche con gli abitanti e i soci, mancando di rispetto verso coloro i quali hanno investito il proprio denaro per la realizzazione del quartiere. Il Comune ha recentemente deliberato una cessione del credito (ammettendo quindi di avere un debito nei confronti dei consorzi) per realizzare l’allacciamento della fogna bianca, opera indispensabile e propedeutica per la successiva realizzazione di asfalto e illuminazione pubblica. Lavori prontamente partiti (con tanto di video postato dal Sindaco) e poi bloccati per “irregolarità”. A seguito delle nostre pressioni Decaro ci ha successivamente informati che i lavori sarebbero stati ripresi giovedì 20 dicembre per poi bloccarsi (immagino) in prossimità del Natale. Infine si parla tanto di disoccupazione: ebbene il sottoscritto ha rinunciato ad un nuovo investimento nel quartiere con l’assunzione di altri due tecnici (da affiancare al personale già assunto) per colpa dei disservizi citati, e basta farsi un giro da queste parti per vedere quante unità immobiliari e commerciali sono chiuse, tutte potenziali fonti di lavoro per imprenditori e dipendenti. Una visione cieca e non imprenditoriale ha portato a questo. Mi ritengo un normale cittadino che vive, lavora e paga le tasse scrupolosamente, quindi credo di non sbagliare se a nome di tutte le vittime del ‘delitto perfetto’ di nome Sant’Anna, chiedo e pretendo più rispetto e chiarezza”.

 

Maria Giovanna Depalma


Pubblicato il 19 Dicembre 2018

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