Cultura e Spettacoli

Santi, colpi di mano e ‘patacche’

A proposito delle spoglie di San Nicola i baresi più sensibili non vogliono sentir parlare di trafugamento. Ad un trafugamento che sa di scippo o ‘furto con destrezza’ preferiscono ‘traslazione’, termine più soft ed altrettanto ipocrita che dare del diversamente abile al down, del non-vedente al cieco, dell’estinto al morto… Ma trafugate o traslate che siano queste ossa, la sostanza delle cose non muta. Anche perché ciò che è avvenuto con i resti del Santo di Patara non rappresenta un caso unico nella storia della cristianità. Per esempio, il corpo di S.Agostino d’Ippona, fu ‘sottratto’ alla minaccia saracena intorno al 504 e collocato a Cagliari, dove rimase un due secoli prima che il re Liutprando, ‘per ragioni di sicurezza’, provvedesse ad una seconda traslazione, questa volta in quel di Pavia, dove ancora oggi quel corpo è venerato. Nell’828 una delegazione veneziana su ordine del Doge si recò ad Alessandria a ‘prelevare’ le ossa di San Marco (la missione ebbe successo anche per l’astuzia usata dai messi della Serenissima i quali avvolsero le reliquie dentro una pelle porcina ; inorriditi, i doganieri musulmani si guardarono bene dal chiedere di svolgere quell’involto). E San Gennaro? Quali altre peripezie quelle povere spoglie. La notte seguente il martirio , il corpo venne trafugato e deposto nel sarcofago di un cimitero sulla via Domiziana. Alcuni anni dopo l’Editto di Costantino, un vescovo di Napoli, trasferì le ossa del santo presso un sepolcro ai piedi di Capodimonte (e lì, secondo la tradizione, pervennero anche le ampolline contenenti il sangue del Santo, che per la prima volta da secco divenne liquido). Il corpo fu poi trafugato e trasportato a Benevento e successivamente riportato a Napoli. Veniamo a Sant’Eleuterio le cui ossa riposano nella cattedrale di Arce, provincia di Frosinone ; esse  furono traslate da una chiesa ad un miglio dalla città di Tibera ad opera di due monaci, in ciò incoraggiati dall’esempio dei marinai baresi che una trentina d’anni prima avevano portato nella loro città i resti di San Nicola. Spostiamoci su San Giovenale. Il suo corpo, conservato nella cattedrale di Narni, fu trafugato insieme a quelli dei Santi Cassio e Fausta e trasportato a Lucca ; ma in seguito venne restituito a Narni. Si potrebbe continuare, ma non ci pare il caso di dare corso ad un elenco così lungo e desolante. Solo in un caso su dieci questi ‘blitz’ erano mossi dal nobile intento di salvare spoglie divine dallo scempio islamico. Il più delle volte avevano come unico fine il conferire prestigio – e quindi potere e censo – a chiese locali altrimenti destinate a rimanere anonime (senza San Nicola, Bari non avrebbe fatto alcuna ‘carriera’). E quanto alle modalità di trafugamento, si ricorreva all’atto di forza solo quando il prezzo chiesto dai musulmani era troppo elevato. Nessun Santo cristiano rischiò mai l’oltraggio ad opera di turchi o saraceni. Perché manomettere ‘cose’ che si prestavano ad un lucroso scambio? E chissà quante patacche rifilate da custodi venali a monaci gonzi o marinai ignoranti.
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Pubblicato il 11 Maggio 2011

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