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Sanzioni e punizioni, è questa la “mafia” della Multiservizi?

E’ passato più d’un anno da quando l’allora presidente della Bari-Multiservizi SpA, Vito Ferrara, era convocato e ascoltato in Commissione Permanente Consiliare per spiegare cosa stava accadendo nella società di servizi del Comune di Bari. A porre le domande su gestione del personale e uso dei beni aziendali era il presidente della Commissione Qualità delle Aziende, il consigliere comunale Marco Emiliano, deciso ad andare fino in fondo dopo aver letto gli articoli sempre più pesanti e pieni di particolari su irregolarità e assunzioni nella società di via Oberdan, pubblicati a cominciare da marzo 2010 dal nostro giornale. E il presidente Ferrara, almeno su alcuni degli interrogativi posti ai primi di aprile dell’anno scorso a Palazzo di Città, aveva cercato subito di allontanare ogni dubbio, garantendo, per esempio, che le contravvenzioni collezionate dalle auto aziendali venivano saldate puntualmente da chi le aveva in uso, ovviamente per motivi di servizio. E se esse non tornavano in deposito, era solo perché il capo del personale Oronzo Cascione, per esempio, le usava ventiquattrore su ventiquattro in quanto aveva (e ha ancora) facoltà di effettuare sopralluoghi anche di notte, nei cantieri della Multiservizi. Che poi sarebbero quelli del Palagiustizia di Via H. Nazariantz, del mercato generale di Via Caracciolo e della sede di via Oberdan. Laddove però, come assicurano ancora oggi gli stessi guardiani dell’azienda, di ‘blitz’ notturni non se ne sono visti in passato. Eppure il presidente Vito Ferrara, che pure avrebbe dovuto essere a conoscenza del caso del furto d’una ‘Smart’ Multiservizi a Palo del Colle, in uso non si sa bene a che titolo ad uno dei consiglieri d’amministrazione della stessa società,  ripeteva davanti ai consiglieri comunali d’aver appreso dai nostri articoli delle assunzioni di personale già alle dipendenze di altre aziende. Effettuate, però, da una società interinale che, in ogni caso, la stessa Multiservizi avrebbe provveduto a sostituire presto, essendo in scadenza il relativo contratto. Ad ogni modo presidente e componenti della Commissione Comunale a Ferrara chiesero, oltre delle modalità d’uso delle automobili aziendali, anche  altri chiarimenti sulle troppe assunzioni di calciatori del Liberty Molfetta e personale da Palo del Colle, lo stesso paese dove risiedono Nicola Canonico e Onofrio Daniello, il primo presidente della squadra di calcio, nonché consigliere regionale appena rieletto, e l’altro consigliere d’amministrazione della Bari-Multiservizi SpA. Che poi sarebbero alcuni dei filoni caldi d’indagine all’attenzione degli inquirenti dopo il suicidio di Vincenzo Pavone,  dipendente che prima di togliersi la vita, come sanno tutti, ha puntato il dito contro la ‘mafia’ che alligna nella società commissariata dal sindaco Emiliano. Per molti colleghi del povero Pavone, almeno per quelli che hanno ancora il coraggio di parlarne, con quel termine ‘mafia’ egli avrebbe voluto indicare il clima di terrore instaurato in via Oberdan nei confronti di alcuni dipendenti. Quelli, tanto per capirci, colpevoli di sgarrare per un nonnulla: da una divisa in disordine a una pausa al bar (come è capitato allo stesso Enzo Pavone, ndr), anche di pochi minuti, durante il servizio al parco 2 giugno. Tanto per fare un altro esempio, ad un sindacalista ch’era stato trasportato al Pronto Soccorso e quindi dopo essere stato dimesso aveva ritirato la sua auto parcheggiata nel deposito aziendale in tarda serata (ma senza autorizzazione), l’Azienda ha comminato una pesante sanzione disciplinare, con tanto di trattenuta sullo stipendio. Sanzione successivamente opposta dal dipendente stesso davanti all’Ufficio Provinciale del Lavoro e in parte ritirata. Ma di questo ed altri episodi e’ vietato parlarne: quante sanzioni hanno ricevuto i colleghi del povero Pavone? E lui stesso? La magistratura sta indagando, ma anche i consiglieri  comunali da tempo hanno segnalato disfunzioni e rapporti frettolosi fra ente pubblico e società privata. L’ex presidente del consiglio comunale Giuseppe De Santis l’anno scorso minaccio’ di chiedere al sindaco e all’assessore alle Aziende lumi su quel che stava accadendo realmente alla Bari-Multiservizi SpA, tra assunzioni sospette di personale e uso privato dei beni pubblici. E un suo pesantissimo intervento in Consiglio Comunale è passato completamente inosservato, poco più d’un anno fa, segno che i tempi della politica e dell’amministrazione per risolvere i problemi delle aziende municipali sono sempre lunghi. Troppo lunghi…
Francesco De Martino
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 26 Luglio 2011

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