Sarà un inverno molto “caldo” per la politica barese
Sarà quasi sicuramente un inverno caldo quello a cui va incontro la politica pugliese e più in particolare a Bari, dove nella primavera del 2019 si svolgerà la consultazione per rinnovare il consiglio comunale ed eleggere il sindaco. Infatti, le manovre di preparazione al voto amministrativo nel capoluogo pugliese sono già iniziate da tempo, sia a sinistra che al centro ed a destra. Invece, gli unici che sembrano ancora praticamente fermi sono gli “attivisti” locali del M5S, i quali pur essendo sostanzialmente in fermento nell’ambito interno per le candidature al consiglio comunale barese, per quella da presentare a sindaco, eccettuata la velleitaria auto-ricandidatura del consigliere Sabino Mangano, già presentato con scarso successo dal “Movimento” di Beppe Grillo nel 2014 per la poltrona di Primo cittadino barese, il silenzio è pressoché tombale. Però, è ormai chiaro che a dettare i tempi ed a decidere realmente, sia sulla “qualità” delle candidature da presentare per i posti nell’aula “Dalfino” sia sul nome da presentare come candidato sindaco, saranno gli strateghi milanesi del M5S, anche se poi giustificheranno verosimilmente il tutto attraverso le note strategie di legittimazione della “rete”. Ciò che, invece, sarà interessante capire è se questa volta il M5S alle prossime amministrative baresi si vorrà effettivamente giocare una partita per vincere oppure vorrà, come nel 2014, solo partecipare. Lo capiremo quando si conoscerà sia il nome del candidato sindaco pentastellato che quelli degli aspiranti consiglieri comunali. Mentre lo scenario delle prossime amministrative baresi è molto più articolato, e quindi complesso, sia nel centrodestra che nel centrosinistra. Infatti, nel centrodestra locale la confusione regna sovrana e questa volta le quattro sigle rappresentative della coalizione (Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e centristi di Noi con l’Italia), pur avendo buone possibilità di riprendersi, dopo 15 anni, la guida del Palazzo cittadino di corso Vittorio Emanuele, rischiano di perdersi tale occasione proprio per l’incapacità a mettersi d’accordo sulla scelta del nome da presentare per la poltrona di Primo cittadino. Scelta che più tarda ad arrivare e più diminuiscono le possibilità sia di trovare un nome autorevole e spendibile, nella corsa per la poltrona di sindaco, che quelle di una vittoria finale che, per il centrodestra barese, sta vota potrebbe essere a portata di mano, come non mai nelle ultime tre precedenti tornate amministrative (2004 – 2009 -2014), se si considerano i fattori di difficoltà in cui versa il centrosinistra nazionale, in particolare il Pd, e quelli specifici barese per i tanti malcontenti e delusioni suscitati nell’elettorato tradizionale di centrosinistra dagli ultimi cinque anni di amministrazione Decaro. Ma a tenere accese le possibilità di vittoria del centrodestra cittadino alle amministrative del prossimo anno è soprattutto l’escalation esponenziale a Bari, nei sondaggi, del partito di Matteo Salvini, che secondo alcune recenti proiezioni si attesterebbe a quote impensabili anche per gli stessi addetti ai lavori ed esperti di politica locale. Infatti, secondo tali sondaggi, nel centrodestra la Lega di Salvini a Bari viaggerebbe a percentuali di consenso che oscillerebbero tra il 20 ed il 30%. Dato, questo, che se fosse confermato alle amministrative potrebbe portare non poche novità nei risultati, sia del primo turno che dell’eventuale ballottaggio. Nel centrosinistra il nome del candidato sindaco è noto da tempo ed è quello del Primo cittadino uscente, Antonio Decaro del Pd, che pur non riscuotendo forse il gradimento pieno di tutte le varie anime che compongono la coalizione, alla fine (con o senza primarie) dovrebbe essere quello che correrà contro gli altri nomi che saranno messi in campo dalle altre forze politiche o da raggruppamenti civici come quello già in campo che sostiene la candidatura a sindaco dell’ex presidente del consiglio comunale barese ed ex Pd, Pasquale Di Rella. Però, nel centrosinistra barese pur non essendoci praticamente alcuna confusione sul nome da proporre alle prossime amministrative, ci sono sicuramente molte incognite. Infatti, una di queste è quella relativa alla vasta platea di liste, prevalentemente civiche, che dovranno sostenere il sindaco uscente, Decaro. Incertezze potrebbero sorgere anche in merito alle alleanze che Decaro dovrà fare. Infatti, come è noto, il renziano (sulla carta) Primo cittadino barese in Puglia è (per certi aspetti) politicamente persona legata, e quindi di fiducia, del governatore pugliese Michele Emiliano, che nel 2014 lo volle candidato a sindaco forse più della stessa area politica a cui dichiara di appartenere. Per cui Decaro nel preparare la propria campagna elettorale difficilmente si discosta dalle orme di Emiliano. Ed anche perché senza l’appoggio pieno e convinto di quest’ultimo la battaglia di Decaro per la riconferma a Primo cittadino sarebbe di fatto disperata. Pertanto, il recente allargamento a destra effettuato dal governatore nella maggioranza politica regionale dovrebbe sostanzialmente rispecchiare anche il quadro delle alleanze al Comune di Bari per le prossime amministrative. E questo – come è emerso nelle ultime ore – ha già creato qualche problema negli accordi di Decaro a sinistra. Ma se lo stesso Decaro, per evitare problemi alla sua potenziale coalizione, dovesse ipoteticamente decidere di non accogliere all’interno della sua cordata la lista civica o i nomi provenienti dal centrodestra dell’ex senatore Massimo Cassano, le eventuali ripercussioni negative si riverserebbero successivamente sul governatore Emiliano, che non sarebbe così in grado di garantire la compattezza dell’area facente capo a Cassano alle amministrative barese e, quindi, l’ex senatore forzista barese finirebbe per trovarsi in mezzo al guado per la tornata elettorale del 2019, in quanto fuori dal centrodestra ma anche dal centrosinistra barese. Quindi, questo “nodo” non sarà certo facile da sciogliere per Decaro nella formazione delle alleanze. Ma nella stagione invernale già alle porte c’è forse di più per il Primo cittadino barese uscente. Infatti, se i vertici nazionali del Pd dovessero accordarsi per lo svolgimento del congresso nazionale del partito prima delle elezioni europee, e quindi anche delle amministrative, Decaro sarà chiamato da Matteo Renzi a dar prova di fedeltà alla corrente politica a cui dichiara ancora di appartenere e, pertanto, sarà anche invitato a replicare il risultato della precedente campagna congressuale. Ma sta volta, però, non sappiamo se anche Emiliano sarà d’accordo con Decaro sul primato dei renziani nella compagine cittadina dei tesserati del Pd. Insomma, di “gatte da pelare” Decaro, per la riconferma a sindaco, ne avrà non poche quest’inverno. E, forse, non è neppure detto che dopo averle “pelate” senza rischi, e quindi in maniera indenne, alla fine riesca pure vincere nuovamente.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 5 Ottobre 2018