“Sarà una Caravella all’insegna della tradizione”
Il neo direttore artistico del Corteo Storico, il noto comico e attore barese Gianni Ciardo

Sarà una Caravella all’ insegna della tradizione e del relativo ritorno ad essa. Almeno queste le premesse. Ne parliamo in questa intervista rilasciata al nostro giornale dal neo direttore artistico del Corteo Storico, il noto comico ed attore barese Gianni Ciardo.
Gianni, che Caravella vedremo il sette maggio?
“Intanto, lascio che valutino e decidano gli spettatori, non tocca a me dire come e che cosa sarà. Indubbiamente ogni direttore artistico crea il suo stile e poi vorrei dedicarla idealmente a Nicola Valenzano da poco scomparso che alla Caravella ha dedicato molto impegno”.
Va bene. Ma come sarà quella made in Ciardo?
“A me, quando ero piccolo, mi ci portavano i parenti, mamma e nonna e tutti la chiamavamo Caravella, mai ci siamo azzardati ad usare corteo storico che pur in effetti è. Ma per i baresi essa è la Caravella. Che cosa voglio dire? Che bisogna valutare o meglio rivalutare la tradizione, la storicità, il passato. Non dobbiamo vergognarci di guardare le cose come erano, perchè altrimenti rinneghiamo noi stessi, finiamo col gettare via tutto. Il progresso è indubbiamente utile, ma non esageriamo. Io per esempio non ho WhatsApp e mail, uso un telefono vecchio e temo l’ intelligenza artificiale, della quale sono convinto finiremo tutti schiavi”.
Torniamo alla sua Caravella…
“La Caravella, intendo dire la imbarcazione, tornerà ad essere lei la protagonista, perchè quella vanno a vedere i baresi, ammesso che ci vadano. Di solito sono più quelli che vengono da fuori e se ad un giovane oggi chiedete che cosa è la manna di San Nicola non è in capace di dirlo”.
Andiamo nel dettaglio…
“Manca ancora del tempo e stiamo studiando. Il titolo o il tema che le abbiamo dato è appunto “Il ricordo”, perchè con questa parola, voglio condensare la mia idea di ricordo di come era questo avvenimento, del passato, di come si svolgeva. Darò spazio a quanto piaceva ai baresi, gli sbandieratori, i timpanisti, i tamburi, i cavalli. Tutto questo ha sempre caratterizzato la Caravella e alla gente piaceva. Poi un villaggio di stile medioevale e soprattutto la musica”.
Cioè?
“La Caravella, ovvero la imbarcazione, sarà seguita da una banda musicale di 40 elementi, la banda Schirinzi che è brava, la quale intonerà brani del repertorio classico, poi avremo altro momento musicale con una Orchestra Sinfonica, quella di Pino Maiorano che eseguirà brani di Mascagni, Puccini, Mozart. Insomma, avremo nella sostanza un ritorno alle origini con qualche piccola novità”.
Lei ha visto la Caravella nel recente passato con delle innovazioni abbastanza ardite…
“Non amo giudicare gli altri e rispetto il lavoro di tutti. Sinceramente vedendo certe cose di altre edizioni, come esibizioni acrobatiche, mi sono chiesto che nesso avessero esse con san Nicola. Io non lo ho compreso”.
Che rapporto esiste tra la Caravella e i baresi?
“MI spiace dirlo, ma temo che oggi siano maggiormente quelli che vengono da fuori e dalla provincia a vederla, meno i radical snob di Bari”.
Teme le critiche che inevitabilmente si prende ogni direttore artistico dopo la Caravella?
“Fanno parte del mestiere e non mi turbano, ci sono abituato. Ripeto, sono poco propenso alle fughe in avanti e lo vedrete. In quanto ai giudizi negativi li metto nel conto fanno parte del pacchetto e accade in questo modo dappertutto. A Bari particolarmente, dove ogni successo di un barese diventa insuccesso di un altro barese. Vi auguro buona sagra di San Nicola che è quello che conta”.
Bruno Volpe
Pubblicato il 30 Aprile 2025