Sassate senza profitto
L’umanità invecchia, è tempo di badanti e pannoloni. E se è dura decadere lentamente e senza dignità, si fa durissima quando ti vengono a dire che quello (il Signore) ti sta mettendo alla prova, che le sofferenze vanno patite con cristiana rassegnazione per essere offerte al Cielo e che ciascuno, chi più chi meno, deve pagare il suo quanto a Peccato Originale. Allora sì che ti viene di prendere a colpi di pietra un’immagine sacra, foss’anche l’Ecce Omo di Antonello da Messina fino a quando l’effigie comincia a sanguinare. A parte la forza del momento in cui undici ragazzini appena usciti da scuola, deposti gli zaini si mettono a tirare sassi contro la maxi riproduzione del celebre dipinto in un profluvio di suoni cupissimi,‘Sul concetto di Volto nel figlio di Dio’ è tutto qui. Petruzzelli gremito martedì scorso per questo lavoro ideato e diretto da Romeo Castellucci e interpretato da Gianni Plazzi e Sergio Scarlatella. Una folla richiamata dalle (inutili) polemiche che stanno accompagnando l’ultimo allestimento di Societas Raffaello Sanzio e che alla prova dei fatti si è rivelato operazione superflua, ripetitiva, greve, priva di sussulti e con un tasso di spettacolarità pari a zero. In molti avranno rimpianto la tv di casa e la prima serata di Sanremo. Il che è tutto dire. Non di meno, applausi al termine. Applausi però affatto convinti, un clap-clap che sapeva di cortesia, di abitudine, di adesione. Perché? Perché diventa sempre più difficile chiudere la bocca ai chiacchieroni radical chic, questo popolino di sapientoni dalla dialettica imbattibile e nemici del buon senso, pronti a innamorarsi del fango, del nulla o del kitch a seconda dei casi pur di remare controcorrente. Allora non resta che levarsi nella penombra e educatamente abbandonare la platea (più di qualcuno lo ha fatto due sere fa) oppure uniformarsi con stanchezza al cieco consenso collettivo… Qualche ora prima che il lavoro di Romeo Castellucci andasse in scena, si era diffusa in Rete la bufala della morte di Paolo Villaggio. Coraggio, finché il Ragionier Fantozzi è ancora in vita, può idealmente salire su qualunque palcoscenico per dare a Cesare quel ch’è di Cesare. ‘La corazzata Potemkin’ non è una boiata pazzesca, ma altre cose sì. Piuttosto, è morto per davvero, e tragicamente, Manrico Gammarota, attore e regista barlettano, uomo di rara sensibilità e raffinata cultura, che da qualche anno nella città natale coordinava il progetto artistico del Teatro Comunale Curci. Gammarota stava lavorando per la messinscena, attesa per aprile, de ‘Il guardiano’, un lavoro al quale avrebbe preso parte nel doppio ruolo di regista e interprete. Lo ricordiamo con commozione quando al Piccini, nei panni del Duca di Norfolk, duettava con Alessandro Gassman in Riccardo III.
Italo Interesse
Pubblicato il 13 Febbraio 2015