Cronaca

Saverio Di Liso si difende dalle accuse di “debolezza” e “inettitudine”

L’ex-presidente della Circoscrizione di Palese e Santo Spirito, Saverio Di Liso (Idv), dimessosi dalla carica lo scorso Ottobre, è tornato a farsi sentire pubblicamente con una lettera in cui risponde (sia pur con notevole ritardo!) alle accuse di “debolezza” e “inettitudine” politica a lui rivolte, a suo tempo, dagli ”addetti ai lavori” e per lanciare, ai presidenti ancora in carica delle altre otto Circoscrizioni baresi, l’invito affinché il suo “atto dimissionario non rimanga isolato”. L’appello dell’ex-presidente della Prima circoscrizione scaturisce dopo aver ricordato i motivi che lo portarono alle dimissioni e le vicende che avevano preceduto quella decisione. Di Liso evidentemente ha saputo che il prossimo 18 Aprile nell’aula “Dalfino” si aprirà finalmente il dibattito sulla riforma del decentramento comunale e, quindi, che l’assemblea cittadina dovrà con atti concreti decidere sulla questione. Ora, infatti, Di Liso vorrebbe forse entrare in scena come facile profeta di un nuovo decentramento fallimentare, di cui molti già sanno e ne sono pienamente consapevoli, ma che purtroppo solo in pochi hanno il coraggio di denunciare. Non a caso l’ex-presidente della Prima circoscrizione conclude la sua lettera d’appello con l’invito a prendere coscienza che l’intenzione generale delle forze politiche (ndr – indistintamente!) è quella di “cambiare tutto, perché tutto rimanga come prima.” Presa di coscienza, quest’ultima, che probabilmente anche per lo stesso Di Liso è avvenuta in ritardo rispetto agli accadimenti che avevano preceduto le sue dimissioni irrevocabili dello scorso ottobre, visto che lui, come altri, alle amministrative del 2009, pur avendo condotto appena qualche mese prima una battaglia referendaria per il ”SI” all’autonomia comunale di Palese e Santo Spirito, preferì consegnarsi a quelle forze politiche che ora sostiene essere gattopardesche, anziché tentare di infrangere lo sbarramento delle vecchie forze, aprendo nuovi varchi nel contesto politico locale, che avrebbero poi di sicuro, e meglio, potuto condurre la battaglia per quella che, nella forma, Di Liso definisce “Città metropolitana articolata in Comuni” ma nella realtà è il riconoscimento del diritto costituzionale all’autodeterminazione delle comunità, che hanno condizioni e presupposti normativi a gestirsi in autonomia. Una scelta che, come è noto, alle amministrative del 2009 vide Di Liso vincere sul piano personale le elezioni al turno di ballottaggio, ma perdere poi la partita sul piano politico, visto lui stesso oggi riconosce il gattopardismo dei partiti rispetto alla problematica barese sul decentramento. Però, il professor Di Liso dovrebbe sapere che in politica non è come a scuola, dove a volte s’impara anche sbagliando, perché talune opportunità difficilmente si ripresentano e, se si ripresentano, quasi mai sono le stesse. E, comunque, il tempo perso per le occasioni mancate ed i danni prodotti ricadono sempre sulla collettività e non certo sul singolo. Per questo il dilettantismo politico alla lunga per i cittadini non paga, ma a certi politicanti sì. E questo è ciò che accadde alle amministrative del 2009 a Palese e Santo Spirito, dove l’Autonomia comunale da tempo è l’unica soluzione per uscire dal declino in cui è finito il territorio locale. Ad ogni modo meglio accorgersi tardi del gattopardismo dei vecchi partiti, come ha fatto Di  Liso, che mai.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 12 Aprile 2013

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