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Scandalo Cassa Prestanza: “Restituiteci almeno i soldi versati”

La parola a un dipendente che non usa mezzi termini per censurare chi aveva l’obbligo di vigilare su gestione e conti dell’organismo previdenziale comunale e invece ha agito perlomeno con leggerezza, sottovalutando interventi da attuare a tempo debito  

Antonio Santoro non ha incarichi sindacali o di rappresentanza in nome e per conto dei colleghi comunali, eppure da tempo si sta battendo anche lui per i circa mille e quattrocento dipendenti e pensionati iscritti alla Cassa Previdenza e Sovvenzioni del Comune di Bari, meglio nota come Cassa Prestanza.

 

Allora Santoro, da dove cominciamo?

 

<<Sono un dipendente iscritto alla Cassa da dodici anni, che ha versato nelle casse dell’ente previdenziale una somma che supera i 6mila euro e che il Comune, nonostante i prelievi fatti in questi anni sul mio stipendio, non garantisce la restituzione. Almeno la restituzione del nostro capitale e guardi che c’è da sottolineare come loro non ci ridanno il capitale, però i soldi dei prestiti contratti continuano a prelevarli dalle nostre busta paga. Come succede, ad esempio, anche al sottoscritto>>

Sono stati commessi parecchi errori nella gestione della Cassa, eppure dopo le prime denunce anche la Procura della Repubblica di Bari ha archiviato un paio di inchieste, nonostante uno scippo di oltre 18 milioni, a quanto pare

<<Non so perchè hanno deciso di non procedere, però nella mia situazione ci sono molti colleghi che hanno versato anche molto più di me, durante il loro periodo di servizio al Comune; persone che avanzano anche 35/40mila euro, soldi che volevano e vogliono ancora, ovviamente. Ecco perché la nostra battaglia civile, giudiziaria e non, non è finita qui e chi pensa il contrario, sbaglia…e di grosso>>

Si poteva fare di più, almeno per mitigare i danni, a Palazzo di Città

<<L’ex Vicesindaco ed ex presidente di Cassa Prestanza, l’avvocato Pierluigi Introna, da novembre 2018 ha sospeso la trattenuta mensile dalla nostra striscia paga, decretandone la morte celebrale, dopodiché c’è stato solo il nulla, o quasi. Insomma, fatti siamo a zero; c’è stata un’assemblea degli iscritti, a novembre 2019 in Fiera, conclusasi peggio di come si pensasse, con l’allora neo-presidente esterno dottor Nicola Notarnicola. Uno che forse non poteva essere nemmeno nominato, in quanto la presidenza della cassa è del sindaco pro-tempore o d’un assessore delegato dallo stesso e che ora si trova pure a fare il liquidatore nominato dal Tribunale, ma lasciamo stare. Successivamente c’è stata una manifestazione a dicembre dell’anno scorso con diversi dipendenti in servizio e non, il giorno dell’inaugurazione del Piccinni. Bene, il sottoscritto era al megafono e cercò anche un dialogo insieme con una delegazione di dipendenti, per parlare con il sindaco, ma l’incontro fu negato.

Brutto segnale

<<Certo e da allora, come pure prima, solo promesse, qualche incontro tra parti sociali e politici, fino al primo incontro a luglio coi parlamentari pugliesi di ogni partito e i rispettivi capigruppo, sempre al Comune di Bari. In questo incontro la promessa di rivedersi dopo le votazioni di settembre. Ma siamo sempre alle speranze…ripeto, fatti zero>>

Beh, finalmente hanno deciso di liquidare l’organismo, anche se in effetti dopo nove mesi non si sa neppure a che punto siano, i commissari nominati dal Tribunale

<<Figurarsi: l’unico fatto reale è che la Cassa è stata dichiarata in liquidazione dopo la consegna dei libri contabili in Tribunale e ultimamente sono pure arrivate un paio di sentenze che hanno visto perdente il Comune, condannato al pagamento tra dipendenti e spese legali di oltre 140mila euro che lo stesso Ente, giusta delibera di giunta e discussione in Consiglio Comunale, ha deciso di prendere dal fondo di riserva del bilancio. Ovviamente si devono aggiungere i compensi per i quattro liquidatori e pagati si presume coi soldi rimasti sul conto di Cassa Prestanza che piano piano si sta depauperando. Vuol saperlo?, un bel giorno troveremo zero sul conto e i nostri risparmi, puf….completamente sfumati>>

Non proprio ottimista, si direbbe….

<<Ma scusi, si può pensarla diversamente, dopo quello che sta accadendo con i nostri soldi versati e spariti? Ma le sembra giusto? E allora io domando e dico: i liquidatori cosa stanno aspettando, per ripartire in parti uguali almeno quei quattro soldi rimasti sul conto? Per la restante parte rimaniamo in attesa di altre soluzioni, ma noi vogliamo indietro almeno ciò che abbiamo versato alla Cassa, punto e basta. Poi un’ultima cosa: i  sindacalisti che minacciavano proteste, manifestazioni di 500/600 dipendenti sotto Palazzo di Città o di attaccarsi alle colonne del Teatro Piccinni, che fine hanno fatto? Mai una manifestazione hanno organizzato, dal 2016 a oggi, a parte le minacce che ora fanno ancora più rabbia>>.

Francesco De Martino


Pubblicato il 11 Settembre 2020

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